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Minority Report all’italiana: alla polizia italiana arriva Giove, l’algoritmo che prevede i reati

In attesa del parere del Garante della Privacy, è intanto oggetto di una interrogazione parlamentare

Giove è il nuovo sistema di polizia predittiva per “prevenire e reprimere” i reati, un algoritmo di intelligenza artificiale che, attingendo alle banche dati delle forze dell’ordine, riuscirebbe a predire dove e quando determinati crimini possono essere commessi.

Sembra di attingere dalla fantasia di Philip Dick in Minority Report, reso celebre dal film con Tom Cruise.

Giove è nato nel 2020 nel Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno e ricorda un po’ il software KeyCrime ideato nel 2008 dall’ex assistente capo della questura di Milano Mario Venturi, per creare una previsione statistica analizzando migliaia di dati ( dove sono stati compiuti i crimini , a che ora, o in quali condizioni meteo…), programmato per prevedere le rapine in ambito commerciali.

Giove punta ad un raggio d’azione più ampio, comprendendo i furti nelle abitazioni, le truffe, i raggiri o le molestie e violenze sessuali.

Il Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno che ha sviluppato il progetto, vorrebbe distribuirlo in tutte le stazioni di polizia, ma diverse ricerche hanno dimostrato che questi sistemi non sono così affidabili. A ciò si aggiunge il problema della privacy e il rischio che gli algoritmi discriminino le persone in base all’etnia o alla provenienza geografica.

Il Software di fatto è un supporto tecnico che, analizzando le denunce raccolte, suggerisce per esempio dove e come dislocare gli agenti o quali aree e orari coprire e viene descritto come “un sistema di elaborazione e analisi automatizzata per l’ausilio alle attività di polizia”. Giove elaborerebbe le denunce depositate alle autorità, immagini o video inerenti all’evento criminoso, la posizione geografica in cui è avvenuto e la sua collocazione temporale. L’Obiettivo è mettere in correlazione crimini apparentemente diversi ma che si suppone siano compiuti dallo stesso soggetto o dagli stessi soggetti. 

La parola ora spetta al Garante della privacy che dovrà esprimere il suo parere su Giove prima che venga utilizzato nelle stazioni di polizia. Ad oggi sono poche le informazioni su quali dati sono stati usati per addestrare l’algoritmo e chi è il responsabile del trattamento dei dati.

Intanto il senatore del PD Filippo Sensi, già attivo nella precedente legislatura sul tema delle intelligenze artificiali, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministero dell’Interno per chiedere nuove informazioni su Giove , in particolare su quali interventi il Ministero o intenda mettere in atto per introdurre il sistema in Italia, se esistono altri software di questo tipo già in uso o dei quali si prospetta l’utilizzo, quali aziende siano state coinvolte nella definizione di questa tecnologia, della sua implementazione e del suo sviluppo. “.

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