SICUREZZA DIGITALE

Il Garante della Privacy ha bloccato ChatGPT

La decisione dopo che OpenAI ha subito un consistente databreach.

ChatGPT non può essere usata da utenti italiani: il Garante della Privacy l’ha bloccata perché non rispetterebbe diversi parametri previsti dalle normative a tutela della privacy dei dati personali. L’autorità ha aperto un’istruttoria e ha emanato il provvedimento di blocco della AI in Italia, fino a quando OpenAI non risolverà alcuni problemi di privacy. Il garante per la protezione dei dati personali è intervenuto limitando il trattamento dei dati degli utenti italiani verso OpenAI, società che ha sede negli Stati Uniti.

Lo sblocco sarà possibile solo se OpenAI accetterà le condizioni poste, pena una elevata sanzione pecuniaria.

Secondo il Garante,  ChatGPT manca di un’apposita informativa che spieghi agli utenti che tipologia di dati vengono raccolti dalla casa madre, OpenAI, in che modo e con che finalità.

Manca anche una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione di dati personali al solo scopo di addestrare gli algoritmi che permettono al sistema di simulare conversazioni e un linguaggio umano.

Inoltre, le risposte fornite non sempre sono corrette e corrispondono al vero e ciò basterebbe, stando al parere dell’authority, a configurare un «trattamento inesatto» dei dati personali.

Il Garante ha rilevato, ancora, la totale mancanza di filtri e strumenti per la age verification. Nonostante la soglia minima per usare ChatGPT sia di 13 anni, OpenAI non sembra avere strumenti adatti a verificare che gli utenti effettivamente rispettino tale limite. un algoritmo.

Sulla decisione del Garante ha pesato comunque, il fatto che lo scorso 20 marzo 2023 OpenAI sia stata vittima di un data breach, in cui è stata persa una quantità consistente di dati, non solo riguardanti le conversazioni, ma che in qualche personali degli utenti italiani che usano la versione a pagamento di ChatGPT.

Secondo alcune ricostruzioni, peraltro, Open AI non ha tempestivamente comunicato agli interessati e alle autorità competenti di aver subito un’esfiltrazione.

La decisione italiana è una decisione unica: nessun garante si era fino ad ora espresso su ChatGPT e c’è attesa per capire come evolverà la vicenda.

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