
Roberto Baldoni si è dimesso nella serata di ieri dalla carica di direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, a causa del venir meno del rapporto di fiducia con il Governo. Per ora il ruolo passa alla vice, Nunzia Ciardi, in attesa che l’Esecutivo definisca un nuovo nome.
L’Agenzia nazionale rimane con il timone vacante in un momento molto delicato per l’Italia sul fronte cybersecurity, caratterizzato anche dall’acuirsi della minaccia di attacchi ad infrastrutture critiche e istituzioni, da parte di hacker filorussi. Il periodo è inoltre complesso anche dal punto di vista dell’organizzazione interna, l’ACN – che è ancora in via di formazione definitiva – dovrà gestire molte risorse, umane ed economiche, entro il 2027 dovrà assumere circa 600 persone per lavorare a pieno regime, e dal PNRR riceverà 623 milioni di euro, da gestire per lo sviluppo dei suoi progetti.
Baldoni – che solo la settimana scorsa era intervenuto alla relazione annuale dell’intelligence, insieme al sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata alla sicurezza – era a capo dell’Agenzia dalla sua formazione, nell’agosto del 2021, nominato direttamente dall’ex premier Mario Draghi. Professore ordinario di Informatica all’Università La Sapienza di Roma, già dal 2018 si occupava di difesa cyber dello Stato come vicedirettore del Dis, con il compito di “sviluppare l’Architettura nazionale di cybersecurity e coordinare le azioni di mitigazione degli attacchi cyber con impatto sulla sicurezza nazionale”.
L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale nasce con compiti di supporto a soggetti pubblici e privati nazionali, che erogano servizi essenziali, nella prevenzione e mitigazione gli incidenti; promozione di campagne di sensibilizzazione; diffusione della cultura della cybersicurezza. Sembra che il Governo farà in tempi brevi un altro nome per il suo vertice, e pare ci siano già diverse candidature.