TECNOLOGIA

PMI e cyber attacchi

Crescono nell'ultimo anno i reati informatici ai danni delle piccole imprese. La richiesta di riscatto in denaro in Italia supera la media europea. Tra le cause principali degli attacchi gli scarsi investimenti in cybersecurity

Piccole e medie imprese in Italia continuano ad essere preda degli hacker. I reati informatici nell’ultimo anno, a livello nazionale, hanno fatto registrare un +18,4%, secondo il 23° report di Confartigianato, presentato pochi giorni fa e curato dall’Osservatorio PMI di Confartigianato Lombardia. Le regioni più colpite sono risultate Toscana con un +35,5%, Puglia con un +25% e Lombardia con un +24,8%. L’incidenza del fenomeno è pari a 54 denunce ogni 10 mila abitanti.

Inoltre, secondo la rilevazione tematica di Eurobarometro della Commissione Europea, in Italia la quota di micro, piccole e medie imprese che nell’ultimo anno ha fronteggiato un attacco informatico è del 37%, 9 punti in più rispetto alla media europea che si attesta al 28%. Sono stati monitorati in particolare casi di phishing, furto di identità, hacking di conti bancari on line e ransomware. Nel 35% dei casi gli attacchi hanno sfruttato vulnerabilità del software, hardware o della rete – percentuale al di sopra della media europea che si ferma al 23% – nel 26% dei casi si è trattato di violazione di password, segue, nel 21% dei casi, truffa o frode, e nel 20% malware.

La richiesta di riscatto in denaro si riscontra nell’11% dei casi di attacco cybercriminale ad imprese italiane, quasi il doppio rispetto alla media europea del 6%. Inoltre, tra le conseguenze più diffuse, si riscontra il tempo impiegato per rispondere agli attacchi, seguito dai costi di riparazione o ripristino, e l’impossibilità di usare servizi e di far continuare ai dipendenti le quotidiane attività lavorative. Tra le cause principali dell’incremento degli attacchi gli scarsi investimenti delle piccole e medie imprese in cybersecurity.

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