TECNOLOGIA

Alzare a 16 anni l’età per la connessione dei minori, proposta al vaglio del governo

L'iniziativa è di Telefono Azzurro che ha presentato all'esecutivo un pacchetto di misure volte a potenziare la sicurezza on line di bambini e adolescenti

Minori sempre più connessi e di conseguenza esposti alle minacce della rete, proprio per questo rendere internet un luogo più sicuro per bambini e adolescenti è l’obiettivo delle sette proposte presentate al governo da Telefono Azzurro. L’occasione è stata quella del Safer Internet Day del 7 febbraio scorso, giornata mondiale istituita nel 2004 dalla Commissione Europea e dedicata ad un utilizzo in sicurezza della rete.

Tra le proposte prioritarie per Telefono Azzurro l’innalzamento della cosiddetta età di connessione, la possibilità di navigare senza autorizzazione genitoriale, dagli attuali 14 a 16 anni, che comporterebbe un cambiamento di limiti e regole anche per i social network, ai quali i minori possono iscriversi dai 14 anni, età sotto la quale è richiesto il sì dei genitori.

Le altre proposte prevedono di rendere “invalidi” i contratti conclusi da minori di 16 anni con i fornitori di servizi delle società di informazione, per questi ultimi si propone inoltre l’obbligo di verifica dell’età dell’utente. Limitare il trattamento al consenso dei dati personali ai soli maggiori di 16 anni. Rafforzare il potere del Garante per la Privacy (intervenuto pochi giorni fa su un chatbot proprio a tutela dei minori) in materia sextorsion, il ricatto di non divulgare immagini sessualmente esplicite dietro richiesta di denaro. Potenziare il servizio del 114, il numero Emergenza infanzia, introducendo il “Contatto di emergenza in App”. Introdurre l’Educazione civica digitale e una nuova governance dell’agenda digitale dei bambini.

Tutte le misure presentate hanno trovato il sostegno del governo. Maria Teresa Bellucci, vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha detto che sono “assolutamente condivisibili, in quanto troviamo che ci debba essere una responsabilità e una consapevolezza della responsabilità a tutti i livelli: istituzionale, delle piattaforme, che devono essere capaci di introdurre dei sistemi di misurazione dell’età, e della scuola che deve formare ed educare per fare in modo che le nuove generazioni che vivono in un mondo digitale possano vedere in quel mondo un luogo delle opportunità e non del malessere e della devianza”.

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