TECNOLOGIA

Amazon licenzia 18mila dipendenti

Il taglio dei posti di lavoro è stato confermato ufficialmente dall'Ad Andy Jassy. Fuori il 6% della forza lavoro aziendale, si tratta del più grande licenziamento nella storia della società

A conferma della crisi che stanno attraversando le Big tech, arriva l’annuncio del più grande licenziamento nella storia del colosso fondato da Jeff Bezos: fuori 18mila dipendenti, arrivando quasi a raddoppiare il numero di 10mila licenziamenti previsti, di cui si parlava già negli scorsi mesi.

I settori colpiti dai tagli, che partiranno il prossimo 18 gennaio, saranno gli Amazon stores e le divisioni People exeperience e Technology solutions, i tagli riguarderanno circa il 6% della forza lavoro aziendale – composta da 300mila dipendenti – e l’1% circa del totale dei dipendenti Amazon, che, allo scorso settembre, era pari a 1,5 milioni di persone.

Secondo l’amministratore delegato Andy Jassy, che ha annunciato ai dipendenti il piano di licenziamenti il 4 gennaio “La revisione di quest’anno è stata più difficile a causa dell’incertezza dell’economia e del fatto che abbiamo assunto rapidamente negli ultimi anni. Amazon ha resistito a economie incerte e difficili in passato e continuerà a farlo”. L’azienda ammette quindi di aver assunto troppo durante la pandemia, ed oggi si ritrova a fare i conti con uno scenario tornato quasi completamente alle abitudini pre-pandemia e ad una spinta inflazionistica cresciuta.

Amazon si aggiunge così ai giganti della tecnologia che hanno tagliato decine di migliaia di dipendenti. Solo negli ultimi due mesi, 11mila licenziamenti in Meta, accompagnati dal mea culpa di Zuckerberg, che ammette di aver fatto male i calcoli, come abbiamo raccontato qui, e la metà della forza lavoro totale in Twitter, per mano di Musk.

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