
Il Cyber Defence Index è una classifica delle 20 principali economie mondiali in base alle loro risorse di sicurezza informatica. Misura il grado in cui queste economie hanno adottato pratiche tecnologiche per la resilienza dagli attacchi informatici e quanto i loro governi promuovano transizioni digitali sicure.
La classifica è stilata dalla prestigiosa MIT Technology Review, che ha appena diffuso l’elenco relativo al 2022. L’Italia si piazza all’undicesimo posto, seguita dalla Cina; ancora più giù si trovano Germania, Spagna, Arabia Saudita, Messico e India; ultimi tre posti per Brasile, Turchia e Indonesia. Conquistano invece il podio Australia, Olanda e Corea del sud, seguiti da Stati Uniti e Canada. Meglio di noi in Europa fanno Polonia, Regno Unito, Francia e Svizzera.
Le performance sono state scrutinate tramite l’analisi di dati ufficiali e una survey rivolta a 1000 senior executives degli Stati presi in esame. I settori esaminati sono quattro: protezione delle infrastrutture critiche, risorse dedicate alla cybersecurity, capacità organizzative e policy regolatorie.
Per quanto riguarda i primi due campi esaminati – protezione infrastrutture e risorse dedicate – l’Italia si classifica rispettivamente in ottava e sesta posizione; più in basso, precisamente in undicesima posizione, nell’impegno politico verso l’adozione di adeguate policy regolatorie.
Ma il campo in cui facciamo peggio, conquistando il diciassettesimo posto, ovvero la terzultima posizione, è quello sulle capacità organizzative o “cybersecurity maturity and digital experience of the country’s businesses and institutions“, ovvero la maturità di imprese e istituzioni relativa alla sicurezza informatica. È tempo, per queste organizzazioni, di correre velocemente ai ripari vista l’espansione dei cyber attacchi.