
Nella omnicomprensiva e circostanziata relazione sullo stato della Sanità italiana e sui risultati conseguiti nell’ultimo quinquennio (inviata al Parlamento giovedì 20 ottobre), la cybersicurezza non compare.
A pagina 287 il capitolo “Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione” si avvicina al tema ma in realtà non lo sfiora perchè il focus si limita alla volontà di garantire la diffusione, l’omogeneità e l’accessibilità su tutto il territorio nazionale dei dati sanitari da parte degli assistiti e operatori sanitari. Che si tratti di una rilevantissima questione, non c’è dubbio: il rafforzamento del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), ovvero dell’infrastruttura e degli strumenti di analisi del Ministero della Salute per il monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la programmazione e la vigilanza sanitaria è parte fondamentale di una sanità che funzioni.
Oltretutto il potenziamento del sistema informativo potrebbe colmare la forte disomogeneità tra i Fascicoli Sanitari Regionali: poco utilizzati in alcune regioni e comunque non interoperabili tra regione e regione. Il che, banalmente, comporta l’indisponibilità del proprio fascicolo quando il cittadino utente si traferisce da una Regione a un’altra.
Il potenziamento del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) sarà uno degli obiettivi fondamentali del prossimo quinquennio e dovrà raggiungere l’obiettivo ambizioso di un utilizzo all’85% del Fascicolo nel 2026.
Mentre il Ministero della Salute inviava al Parlamento la Relazione, a Riccione era in corso “Digital Soul” e veniva illustrato lo stato di sicurezza digitale del nostro Paese. Qualche flash: è cresciuto del 73% numero di aziende italiane che, nei primi sei mesi del 2022, hanno subito tentativi di violazione delle proprie infrastrutture. Su circa 82.000 attacchi rilevati, 13.000 sono gravi, ossia tali da compromettere i processi quotidiani di un’impresa nella sanità.
E sempre nei primi sei mesi del 2022 la sanità ha subito 630 eventi critici ovvero attività gravi in termini di rischio e di impatto sull’infrastruttura digitale dell’organizzazione.
Forse nel prossimo Rapporto potrà essere doveroso dedicare una paginetta che metta a fuoco anchee lo stato di sicurezza digitale della sanità italiana