AMBIENTE ED ENERGIA

Gse sotto attacco hacker: l’associazione Codici chiede garanzie sui dati personali coinvolti

Gli hacker sottraggono 700 GB di dati al Gestore italiano dei servizi energetici. Che ne è stato dei dati personali dei cittadini inseriti nel sistema attaccato?

Nella notte tra il 28 e il 29 agosto un attacco hacker ha colpito i sistemi informatici di Gse, Gestore dei servizi energetici, la società italiana che si occupa di energie rinnovabili, interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La stessa Gse ha annunciato l’attacco con una nota, spiegando di essere stata colpita da un “malware di ultima generazione” che ha mirato a rete, client, file server e sistemi di posta elettronica. La società spiega di aver immediatamente disattivato i propri servizi telematici, il portale è risultato offline per diversi giorni.

Dietro l’accaduto ci sarebbe il gruppo hacker Blackcat, noto per aver colpito l’università di Pisa lo scorso luglio, che afferma di aver sottratto a Gse 700 gigabyte di dati, tra cui documenti personali, informazioni riservate e contratti, con una richiesta di riscatto di 7 milioni.

Gse non ha escluso che il grave attacco di cui è stata vittima possa aver coinvolto dati personali nella sua titolarità.

Sulla questione interviene Codici – Centro per i diritti del cittadino – l’associazione per la tutela dei consumatori che, con il suo segretario Ivano Giacomelli, chiede maggiore trasparenza sull’accaduto e sulla tutela dei dati personali dei cittadini.

“L’attacco hacker non è un fatto trascurabile e non ci riferiamo solo alle conseguenze per le informazioni e l’assistenza ai consumatori. Il nodo centrale della vicenda è la tutela dei dati personali presenti sul portale – sottolinea Giacomelli – riteniamo doveroso da parte dell’autorità fornire ulteriori chiarimenti su quanto accaduto e, al tempo stesso, garanzie sulla tutela dei dati“.

Secondo Massimiliano Astarita, esperto del settore energia di Codici, è lecito chiedersi che fine hanno fatto i dati personali che erano stati caricati sul portale di Gse, come copie dei documenti d’identità e bollette, e se questi siano stati protetti dai sistemi di sicurezza.

Domande alle quali si attende una risposta.

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