CITTADINI & UTENTI

I furbetti dell’iscrizione alla Camera di Commercio

Attenzione a queste truffe!

Basta, mi sono stufato! 
Mi sono stufato di ricevere questi avvisi di pagamento che apparentemente provengono dalla Camera di Commercio ma che invece sono relativi a truffe, peraltro male organizzate, in cui purtroppo immagino diverse persone abbiano già potuto cascarci.
Mi è già successo cinque volte, due volte dopo l’apertura di due società SRL e tre volte dopo l’apertura di partite IVA per me e per i miei famigliari.
Lo schema è molto semplice: tu apri un’attività aziendale o personale e i tuoi dati vengono venduti dalla Camera di Commercio a terzi, sui quali essi poi costruiscono lo schema truffaldino che qui riporto.

I dati, nel migliore dei casi, vengono venduti a terzi tramite una semplice richiesta e versamento di obolo tramite il sito stesso della Camera di Commercio. Nel peggiore dei casi invece, potrebbero essere ceduti furbescamente da una manina che lavora in Camera di Commercio, ovviamente qui il condizionale è d’obbligo, però siamo nel paese dei perenni furbacchioni quindi la domanda è lecita.

Ma continuiamo con il racconto. Una volta entrato in possesso dei dati, il furbetto di turno stampa una busta e un modulo che riporta i nostri dati, con la dicitura “RICHIESTA DI PAGAMENTO” per la modica cifra di €391,67 proveniente da registro.attivazioni.it per l’iscrizione ai propri servizi.
Solo in fondo al modulo e in caratteri microscopici viene riportata la seguente frase: “La piattaforma su indicata è in fase di sviluppo, si riserva la sua messa online nei tempi che riterremo opportuni successivi al pagamento”.
Come se il mio singolo pagamento fosse la chiave per la messa online di una piattaforma di servizi che poi leggendo il retro del modulo scopriamo essere niente altro che una piattaforma che dovrebbe riportare i nomi delle imprese con finalità di risparmio sui costi di marketing, che però non esiste.

Infatti se digitiamo registro.imprese.it compare una parking page per il dominio che il proprietario, come annunciato a fondo pagina, è disposto a vendere a €499.

Quindi in sintesi dopo l’iscrizione alla Camera di Commercio il dato viene ceduto a terzi, che inviano quella che sembra una richiesta di pagamento per gli adempimenti di legge quando in realtà, solo leggendo il testo nei suoi caratteri microscopici, si evince che l’inesistente servizio non ha nulla a che vedere con la Camera di Commercio.
Dulcis in fundo, il pagamento richiesto avviene sul conto corrente di una persona fisica, nel mio caso tale Michele Messicano che nel modulo si rappresenta come “l’incaricato all’incasso per gli iscritti alla C.C.I.A.A. di Milano”.
La truffa non è nuova, è anzi ricorsiva come si può evincere da questo esposto all’Autorità Garante per le Imprese e il Mercato, qui scaricabile.

Nota di colore, sul modulo di pagamento, per evidenziare l’ufficialità e promuovere l’inganno, è presente un codice a barre che se scansionato riporta null’altro che il nome e il cognome dell’intestatario della missiva, quindi totalmente inutile visto che il modulo rimane nelle mani del destinatario e non viene in alcun modo utilizzato per effettuare pagamenti o qualsiasi altra operazione, dato che Michele Messicano richiede che il pagamento avvenga tramite bonifico bancario.

Fate quindi attenzione, qualora doveste ricevere un modulo analogo, cestinatelo dopo averlo segnalato al Garante, che può in questi casi comminare multe da €5.000 a €5.000.000.
Sempre ammesso che lo Stato sia in grado di escuterla da Michele Messicano.

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