TECNOLOGIA

Musk: salta l’accordo per Twitter. Tutta colpa degli account fake?

per Musk l’eliminazione di bot e fake account è un’assoluta priorità

Bret Taylor, presidente del cda di Twitter, ha annunciato l’intenzione di adire le vie legali dopo le settimane di sospensione dell’accordo per l’acquisto da parte di Elon Musk e il repentino arresto della procedura di acquisizione da parte dello stesso magnate. Il motivo che ha portato a recedere dall’intento virtuoso di cinguettii più liberi, algoritmi aperti e una promessa di maggiore libertà di parola concessa dall’alto di un acquisto da 44 miliardi di dollari? Sembrerebbe riguardare la mancanza di informazioni e dettagli circa account bot e fake all’interno del social network, che stando alle stime dei vertici di Twitter si assestano ad una soglia inferiore del 5% delle utenze, questione controversa che aveva già portato alcune settimane fa alla sospensione dell’accordo.

Insomma: per Musk l’eliminazione di bot e fake account è un’assoluta priorità – per sua stessa ammissione analoga alla garanzia della libertà di parola – che impatta sul valore del social network stesso e che ne condiziona il funzionamento.

Per quanto la vicenda sia ancora “calda” e possa avere gli esiti più disparati che possono ad esempio contemplare rinegoziazioni, crolli in borsa, percorsi giudiziari e accordi transattivi, ciò che è possibile notare è la particolare enfasi posta sul tema della genuinità degli utenti che partecipano al social network data la sua correlazione con il valore della piattaforma. La conseguenza logica sarà la presentazione di servizi per la verifica dell’identità (i cc.dd. ID verification services) come proposta di soluzione per il problema rappresentato. Ma non desta alcuna sorpresa – dal momento che a pensar male si fa peccato ma raramente si sbaglia – che tutta la vicenda possa diventare strumentale per giustificare una concessione dall’alto di un aggiornamento delle clausole e di termini e condizioni d’uso su cui poi vigileranno gli stessi gestori per un miglioramento dell’ambiente sociale digitale attraverso l’aumento del controllo degli account.

Ma la determinazione della soglia di giudizio per cui considerare un account fake non è argomento da poco, dal momento che compone un processo automatizzato e dalle conseguenze impattanti (quali la sospensione o cancellazione dell’utenza) nonché presuppone un’azione continua di monitoraggio e controllo. Dovremo forse prepararci ad assister ad un’estensione della già straordinaria ed anomala competenza dei tribunali dei social network anche alla vigilanza sulle nostre identità digitali? Fino a che punto saranno persistenti e profondi i monitoraggi e i controlli? E soprattutto, il bilanciamento con diritti garantiti dagli ordinamenti quali ad esempio gli pseudonimi la cui tutela è richiamata dall’art. 9 c.c. o con quelli emergenti da particolari situazioni di rischio ed esigenze di anonimato, sarà garantito e predisposto di default per chiunque o altrimenti concesso e dunque rilasciato solo su richiesta per alcuni?

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