
Qualche giorno fa, appena ho letto il titolo del gradevolissimo pezzo di Ferdinando Scala sulle nostre colonne, ho pensato che mi avesse “soffiato” la notizia.
Ho associato subito l’aerospazio con la burocrazia, e l’immediata equazione portava senza dubbio alla nostra Pubblica Amministrazione, dove nulla sembra potersi innovare se non munito di firme autografe, suggelli e timbri a secco.
Questa volta per fortuna si parlava degli USA (invero secondi a nessuno in quanto a burocrazia…) e delle difficoltà “cartacee” incontrate sul tragitto del geniale progetto SpaceX di Elon Musk.
La mia equazione, erroneamente, si risolveva avendo da poco letto le dichiarazioni del Ministro Colao che sta lavorando al rilancio della “space economy” nazionale in ambito PNRR, perseguendo gli indirizzi formulati già nello scorso mese di dicembre : “Lo spazio sta cambiando drammaticamente, abbiamo un signore come Elon Musk e poi Cina e India e Amazon“ che stanno facendo crescere le attività spaziali internazionali “con nuovi capitali, mettendo sotto pressione le Agenzie spaziali” e per questo “serve un nuovo approccio europeo e anche snellire l’Asi e darle maggiori fondi”. Il pensiero, espresso a margine della prima “Giornata dello Spazio” tenutasi lo scorso 16 dicembre presso l’Agenzia Spaziale Italiana, a ricordo del lancio, nel 1964, del primo satellite italiano, il San Marco 1, ha messo in moto la struttura del Ministero per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, cui sono affidate anche le deleghe per le politiche spaziali ed aerospaziali, portando al raddoppio dell’investimento nazionale nel settore, grazie alla risorse PNRR.
Il Ministro crede fermamente alla space economy, e con questa mossa “spaziale” ha praticamente raddoppiato l’investimento di settore che già a bilancio poteva contare su circa 2,3 miliardi di euro, suddivisi tra Piano Triennale di potenziamento dell’ASI (2 miliardi) e partecipazione in quota al programma Artemis, in partnership con la NASA (300 mln). Infatti, grazie alla presentazione ed approvazione di quattro specifiche direttrici d’investimento, sono stati ottenuti ulteriori 2,3 miliardi di euro, variamente erogati e già assegnati ai rispettivi soggetti attuatori. I percorsi di crescita mirano ad aumetare capacità invero già in fase di evoluzione nel nostro Paese:
- le comunicazioni satellitari sicure (SatCom), per sviluppi governativi, scientifici e strategici;
- l’Osservazione satellitare della Terra, da sfruttare sia a fini istituzionali, sia a fini commerciali, mediante l’erogazione di servizi a valore aggiunto sui dati di osservazione e rendering, anche mediante il potenziamento dello Space Centre di Matera con un’iniezione d’investimenti per il Mezzogiorno;
- l’investimento nei sistemi di accesso allo spazio e alla tecnologia sottostante (denominata dall’ESA “Space 4.0” che, di pari passo con “Industria 4.0”, rappresenta la “quarta rivoluzione industriale” per la nostra civiltà);
- la promozione dei cosiddetti “servizi in orbita”, con lo sviluppo dei moduli per l’occupazione dello spazio cislunare e delle orbite LEO (Low Earth Orbit), per la crescita della cosiddetta“in-orbit economy”.
Particolarmente a cuore del Ministro sembra la “Costellazione Italia” (nome provvisorio, che, in seguito ad un concorso di idee, è stata ufficialmente battezzata “IRIDE”, come ha annunciato Samantha Cristoforetti lo scorso 18 maggio direttamente da bordo della ISS), che sarà realizzata interamente nel nostro Paese entro cinque anni, con il supporto dell’ESA e dell’Agenzia Spaziale nostrana.
La costellazione, intesa a diventare il più importante programma satellitare europeo di osservazione della Terra da bassa quota, supporterà anche la Protezione Civile e altre Amministrazioni per contrastare il dissesto idrogeologico e gli incendi, tutelare le coste, monitorare le infrastrutture critiche, la qualità dell’aria e le condizioni meteorologiche. Fornirà, infine, dati analitici per lo sviluppo di applicazioni commerciali da parte di startup, piccole e medie imprese e industrie di settore.
Evidente quindi il riverbero sull’indotto, sia in fase di progettazione, produzione e gestione, sia in quello delle ricadute commerciali ed economiche derivanti dai benefici del nuovo sistema.
Lo scatto in avanti del Ministro Colao intende tener fede alla promessa di costituire, nel nostro Paese, la leadership nel settore dell’osservazione terrestre e, sinceramente augurandocelo, l’obiettivo ci sembra anche a portata di mano.
Un importante elemento dell’ambizioso progetto è la tempistica: le stringenti regole del PNRR/Spazio prevedono l’aggiudicazione di tutti i bandi entro il 2023, ed è per questo motivo che sono state decise strette partnership con l’ESA alla quale “terziarizzare” alcune attività e concentrando gli sforzi autarchici verso alcuni progetti di maggiore importanza strategica e industriale.
È sufficiente che non si metta di mezzo la burocrazia, per sigillare con la ceralacca i nostri satelliti.
Long live and prosper, Italia.