
Segnatevi la data e il luogo: 1 Giugno 2022, ore 21:00, tribunale di Fairfax County, Virginia. Sono la data e il luogo iscritti sul certificato di morte del #metoo, il movimento di denuncia degli abusi dei maschi perpetrati ai danni delle donne.
Qualche ultra-femminista vorrà scrivere sul suo certificato di morte che il movimento è stato assassinato dalla giustizia americana e dal patriarcato, tutti gli altri concordano sul fatto che si è trattato di suicidio.
Un suicidio che si è realizzato nell’aula del tribunale che ha ospitato il processo tra Johnny Depp e la sua ex moglie Amber Heard che vedeva Depp chiedere a lei 50 milioni di dollari di danni per averlo ripetutamente diffamato ed ingiustamente accusato di violenza e abusi sessuali negli anni del loro tumultuoso matrimonio. Accuse a causa delle quali Depp è stato dipinto come un mostro violento e per le quali non è più riuscito ad ottenere una parte in un film.
Immagine e carriera distrutte dalle accuse portate avanti da una singola persona, senza che fossero mai state dimostrate.
Il bello di questo processo, che è stato seguito in diretta streaming da milioni di persone e che si è concluso con la completa riabilitazione di Depp e la condanna alla Heard a risarcirlo con 8.350.000$, è che le nazi-femministe non potranno nemmeno accusare il sistema del patriarcato per il fallimento della linea difensiva della Heard perché a far vincere Depp sono state proprio le donne.
Donna infatti era il giudice Penney S. Azarcate mentre la giuria era composta anche da due donne le quali, con il sistema di verdetto unanime della giustizia americana, avrebbero avuto il potere di annullare il processo.

Donna è anche Camille Vasquez, lo straordinario avvocato di Depp così come donna è la bravissima psicologa Shannon Curry che insieme hanno demolito la tesi difensiva della Heard arrivando a mostrarne il suo vero volto di persona afflitta da disturbi multipli della personalità, al limite della sociopatia.
Le registrazioni audio e video hanno poi contribuito a completare il profilo della Heard mostrandone il lato bugiardo, manipolatore, abusivo e spesso violento ai danni di lui.
Non fu Depp quindi ad abusare, picchiare e violentare la Heard come inizialmente sostenuto da lei, fu invece lei ad aggredire Depp, ripetutamente negli anni, verbalmente e fisicamente, organizzandogli delle imboscate sui giornali arrivando fino ad aggredirlo con il lancio di oggetti tra i quali una pesante bottiglia di vodka a causa della quale Depp subì l’amputazione parziale della falange del mignolo sinistro.

Donne sono anche le ex compagne di Depp che hanno fatto la fila per salire sul banco dei testimoni per difenderlo: Vanessa Paradis, Winona Ryder, Courtney Love, Eva Green ma soprattutto Kate Moss che ha negato che Depp avesse mai tentato di farla cadere dalle scale, come sostenuto dalla Heard.
Un epitaffio tutto al femminile quindi.
Speriamo quindi che il movimento del #metoo venga ridimensionato per ciò che è: un movimento che vuole dimostrare che tutti gli uomini sono orchi mentre la realtà è fatta anche di orche, spesso assassine. Le pagine della cronaca nera dei giornali italiani di ieri infatti erano tutte al femminile.
Un movimento cavalcato strumentalmente anche a casa nostra da starlette con voglia di emergere e da star dalla carriera oramai in declino. Accusare oggi un uomo di violenza è diventata purtroppo la scorciatoia più diretta ai fini della carriera. Starlette che dicono di essere state costrette ad atti sessuali per poter avanzare nella carriera (non potevano semplicemente dire di no?) e contemporaneamente non riescono a mostrarsi in foto se non di schiena, rigorosamente in tanga.
Nullità assolute e senza alcun talento, incapaci di costruirsi una carriera se non recriminando il fatto di essere state costrette ad inginocchiarsi di fronte alla cerniera lampo di qualche potente.
Sia chiaro, i distinguo oggi sono d’obbligo pena la rivolta popolare, non tutte le starlette sono così, ma tante, troppe lo sono, incluse quelle che si sono dipinte vittime dello strapotere maschile nell’industria cinematografica salvo poi rivelarsi a loro volta molestatrici sessuali di minorenni.
L’esito del processo Depp-Heard è anche un duro colpo alla cancel culture, altra infausta stortura del neo-progressismo. Scommettiamo che ora ci sarà la fila di produttori cinematografici pronti a scritturare Depp mentre sarà proprio Amber Heard che verrà definitivamente cancellata? La prova del nove sarà lo screen time che cronometrerà la presenza della Heard nel film Aquaman 2 le cui scene sono già state girate e in cui al momento del rilascio la presenza di Amber Heard potrebbe essere ridimensionata se non addirittura cancellata.
Seppellita Amber Heard e il #metoo giriamo quindi pagina e cerchiamo di ricostruire una società civile dove l’indignazione, la lamentela e il vittimismo non siano più colonne portanti del carrierismo o della voglia di vendetta.
E come spesso è già accaduto in passato concludo questo mio intervento dicendo che se vi ha offeso, sono affari vostri.