
Voglio essere onesto, questo articolo è un “op-ed“, il termine tecnico usato nella stampa per identificare gli articoli che riportano esclusivamente l’opinione di chi scrive.
Dal giorno dell’invasione russa in Ukraina siamo stati invasi dagli opinionisti: filosofi, imprenditori, politici ed ex-politici, funzionari dell’intelligence, generali, intellettuali e chi più ne ha più ne metta. Mi aggiungo quindi in coda.
Tutti prolifici nel volerci spiegare cosa passi nella mente di Putin e quali saranno le sue prossime mosse, attraverso titoli di giornale che abusavano della parola “vero”: il vero motivo della guerra, quello che passa veramente nella testa di Putin e via dicendo. Probabilmente per la maggior parte tutte ipotesi sbagliate.
Ho avuto la fortuna di vivere e lavorare in Russia proprio a cavallo del periodo tra l’ultimo (e alcolico) Eltsin e il primo Putin, sperimentando per bene il far west che caratterizzava la Russia di quel periodo, specialmente nel settore che mi impiegava ovvero le privatizzazioni immobiliari e in quel periodo non ho potuto che apprezzare l’intervento stabilizzatore di Putin senza il quale la Russia sarebbe ulteriormente precipitata in una situazione di pericolosa instabilità. Ho sempre considerato e apprezzato Putin come uno dei pochi veri statisti oggi viventi. Apprezzamento che, voglio precisare, è scomparso un secondo dopo l’ingresso delle sue truppe in Ucraina, anche io come molti ho pensato che Putin bluffasse e da questo errore di valutazione sia il sottoscritto che l’intero occidente devono trarne lezione.
Ho anche la fortuna di avere una moglie estone, da sempre paranoica nei confronti della Russia essendo sempre stata convinta che la Russia avrebbe tentato di riprendersi i baltici. Le ho sempre dato della matta, poveretta, ma forse alla luce degli ultimi avvenimenti tutti i torti non li aveva. Dico ciò perché alla luce dell’ultima testimonianza d’opinione che ho ascoltato, salta fuori un quadro che non può che scatenare un campanello di allarme, dando ragione a mia moglie.
E’ quella di Mikhail Khordokovsky, l’imprenditore russo che nel 2003 divenne l’uomo più ricco della Russia. Dapprima fu consigliere di Eltsin, posizione che lo aiutò nel processo di privatizzazioni delle aziende statali che determinarono la sua fortuna, in particolare il gigante petrolifero Yukos. Con l’avvicendamento al potere di Putin e la lotta a suo vantaggio con gli oligarchi del periodo, la sua fortuna durò poco e terminò nel 2003 con la condanna e successiva incarcerazione decennale in un campo di lavoro, dopo una personale battaglia con Putin con la quale il presidente russo si appropriò della Yukos.

Khordokovsky nelle sue analisi è credibile perché profondo conoscitore della politica sovietica, avendo partecipando attivamente ad essa nel periodo precedente alla dissoluzione dell’impero sovietico, ma non solo, ebbe infatti modo di scontrarsi più volte con Putin sino ad arrivare a finanziare i partiti di opposizione in occasione della campagna elettorale del 2012. In più è credibile perché le sue affermazioni combaciano con alcuni dettagli emergenti da un mio lavoro di analisi sui trend della propaganda russa, più avanti ne spiegherò il perchè.
Nell’intervista qui sotto riportata, Khordokovsky dice sostanzialmente tre cose:
– che gli oligarchi non hanno nessun potere verso Putin, è vero solo il contrario perchè la Russia non è un’oligarchia bensì una dittatura dove gli oligarchi sono uno strumento della dittatura.
– che la Russia potrà essere obbligata al tavolo delle negoziazioni solo da una combinazione tra il coraggio degli ucraini, le sanzioni e un messaggio di forza militare da parte dell’occidente, in quanto Putin avrebbe una mentalità criminale e i criminali comprendono solo l’uso della forza. In questo senso Putin considererebbe Macron un debole proprio in seguito ai suoi tentativi di negoziazione.
– che la guerra di Putin in Ucraina è in realtà una guerra con tutto il sistema occidentale.
– che non sarà certo Biden a rimuovere Putin dalla presidenza, solo i russi potranno rimuoverlo.
– che l’utilizzo delle armi di distruzione di massa potrà solo essere evitato con una contro-minaccia analoga, citando Biden. Quando Sholz e Macron hanno detto che l’Europa non cerca un confronto diretto con la Russia hanno comunicato a Putin di essere deboli. È una mancanza di comprensione della mentalità di un criminale che è sempre stato circondato da criminali per tutta la vita.
– che la propaganda di Putin ha già cominciato a preparare l’opinione pubblica ad un’eventuale invasione degli stati baltici. Su questo punto in particolare rimando ad un pezzo che sto preparando e che pubblicherò su questa testata nei prossimi giorni dove ho analizzato lo sviluppo e il trend della propaganda russa attraverso il network dei commenti dei finti utenti lettori sia del sito di Russia Today (RT News) che la sua pagina facebook che effettivamente validano l’anticipazione di Khordokovsky.
Alla luce di questa intervista, mi viene quindi da chiedermi se quelle di mia moglie, visti i suoi trascorsi sovietici fossero semplici ma comprensibili paranoie, oppure se ci sia un fondo di verità.
Prendendo per buoni i consigli di Khordokovsky, rimane quindi aperta la questione della minaccia nucleare. Minaccia che Putin ha rivolto con largo anticipo all’occidente, in continuità con il format del mafioso criminale spiegatoci da Khordokovsky stesso.
La questione si aggrava anche alla luce di due fatti specifici. Se fosse vero che Putin soffrisse di una malattia incurabile come paventato da molti analisti, allora è giustificato il fatto che da persona lucida e pragmatica quale è sempre stata, Putin si sia trasformato in qualcuno che vuole lasciare il segno nella storia della Grande Russia, pronto a scatenare il suo lato sociopatico anche sino ad entrare in conflitto con tutto il mondo occidentale.
Il secondo fatto è quello della minaccia nucleare, anche in questo caso anticipo delle considerazioni che svilupperò in un pezzo di prossima pubblicazione: le regole di ingaggio nucleari della Russia sono variate diverse volte negli ultimi vent’anni. Le ultime dichiarazioni del Ministro degli Esteri Lavrov chiariscono che la Russia potrebbe ricorrere all’uso di testate atomiche qualora si sentisse minacciata territorialmente. Non dimentichiamoci che la prima cosa che ha fatto Putin nella sua “operazione militare speciale” è stata quella di far approvare in Parlamento il riconoscimento e l’annessione al territorio russo delle repubbliche di Donetsk e Lugansk. Così facendo Putin ha stabilito le basi legali per autorizzare verso l’opinione pubblica l’uso di armi nucleari a tutela del territorio, nel caso le forze ucraine o NATO cercassero di riappropriarsi dei territori sottratti.