TECNOLOGIA

È la fine per gli amplificatori valvolari?

La spinta verso il digitale mette in crisi i tradizionali amplificatori valvolari, questo processo è oggi accelerato dalla guerra tra Russia e Ucraina, Paesi dove sono concentrate le fabbriche di tubi per amplificatori

La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina sta avendo conseguenze economiche di un certo rilievo, non solamente a scala regionale, ma anche a livello globale. 

I settori più evidentemente interessati dalla situazione di incertezza sull’approvvigionamento di materie prime, semilavorati, ed energia, sono ovviamente quelli trasformativi. Un problema non irrilevante per l’Italia, paese prevalentemente manifatturiero, ma che colpisce anche altre economie europee. Nelle ultime ore, infatti, la posizione in particolare della Germania sulle sanzioni comminate alla Russia comincia a mostrare qualche segno di distinguo, oltre che una certa reticenza all’inasprimento.

Oltre agli effetti disruptive su catene del valore che soffrono unicamente dell’interruzione del flusso di energia e materiali che serve a farle funzionare, il conflitto ha anche effetti inaspettati, come ad esempio quello di spingere all’evoluzione verso il digitale alcuni settori storicamente legati a caratteri ingegneristici ed approcci costruttivi ormai vecchi di sessant’anni.

Uno di questi settori è quello musicale, dove il grado di evoluzione degli strumenti e di tutti i tool che girano intorno agli stessi è ancora fermo ad alcune logiche codificate tra gli anni 50 e 60 del secolo scorso. Il settore chitarristico, ad esempio, e quello associato degli amplificatori e pedali, soffrono evidentemente di un ritardo di sviluppo dovuto ad inerzia culturale. Ancora oggi, aprire una chitarra elettrica significa trovarsi davanti a impianti hardware a bobina, connessi ad attuatori e switch attraverso normali fili elettrici saldati alle diverse parti. Se Jimi Hendrix aprisse una chitarra moderna, si ritroverebbe in un ambiente assolutamente familiare. Alcune aziende, come ad esempio la statunitense Obsidianwire, oppure la svizzera Relish Guitars, stanno cercando di introdurre la moderna elettronica nel settore, ma con risultati tutti da scoprire.

Nel settore degli amplificatori, lo standard riconosciuto è quello degli apparecchi valvolari. Se si inizia una discussione con un appassionato, è facile che quest’ultimo sostenga che il valvolare sia insostituibile come fonte di suono di qualità. Questo tipo di opinione ampiamente diffusa fa sì che gli amplificatori valvolari – i quali normalmente producono un certo set limitato di suoni – la facciano ancora da padroni tra i musicisti, nonostante la loro poca flessibilità nativa. Accanto a quella degli amplificatori, fiorisce l’industria dei pedali, i quali servono ad introdurre nel set di suoni base tutta una serie di effetti. Ancora una volta, si tratta di un approccio legato a logiche consolidatesi nel secolo scorso, basato sull’hardware.

La prima minaccia a questo modello di sviluppo è stata costituita negli ultimi anni dalla comparsa dei modeler, vale a dire di pedaliere elettroniche integrate, in grado di simulare i suoni dei tradizionali amplificatori valvolari e delle catene di effetti che i vari pedali possono mettergli a disposizione. Va detto che nella corsa alla emulazione di amplificatori e pedali i modeler sono a lungo risultati perdenti. Tra i musicisti, infatti, è comune una discussione simile a quella che i fotografi hanno fatto per un certo periodo all’epoca dell’introduzione della fotografia digitale: il livello di fedeltà delle immagini ottenute attraverso l’ottica tradizionale e lo sviluppo su carta non poteva essere paragonato in termini di qualità a quello delle prime immagini a pixel sgranati. Oggi sappiamo che nel tempo la fotografia digitale è diventata il nuovo standard poiché le immagini ottenute in digitale sono per qualità indistinguibili, e perfino migliori di quelle ottenute con metodi tradizionali. Allo stesso modo, fino ad oggi i musicisti hanno sostenuto la superiorità degli amplificatori valvolari poiché effettivamente gli emulatori digitali non consentivano ancora un livello di qualità che fosse comparabile: non è più così.

Gli emulatori moderni sono in grado di riprodurre i suoni di qualunque amplificatore valvolare ad un livello di perfezione tale che anche il musicista più esperto, messo a confronto con l’ascolto in cuffia dell’uno e dell’altro, difficilmente è in grado di distinguerli. Il vantaggio ulteriore è poi, esattamente come accaduto per la fotografia digitale, che la strumentazione necessaria a fare musica con gli strumenti digitali ha un ingombro incomparabilmente più basso rispetto agli strumenti tradizionali. Considerato l’insieme di tutte queste cose, il settore stava già percettibilmente virando verso una digitalizzazione sempre più spinta, complice anche la netta preferenza per quest’ultima dei nuovi musicisti, che sono nativi digitali.

L’accelerazione verso il digitale metterà con ogni probabilità in crisi tutto il settore dei tradizionali amplificatori valvolari e dei pedali a effetto singolo, a favore di rig nativamente elettronici che consentiranno al musicista di produrre o di andare sul palco semplicemente armato di un computer portatile e di un controller MIDI. 

Come si diceva, questa trasformazione sarà certamente accelerata dalla crisi geopolitica in atto in Russia ed Ucraina, dato che la maggior parte delle fabbriche di tubi per amplificatori sono appunto localizzate in quei Paesi. All’inizio di questa settimana Mike Matthews, fondatore e CEO di Electro-Harmonix – uno dei maggiori fornitori per l’industria degli amplificatori – ha inviato una e-mail ai propri clienti, con la quale ha avvertito che in seguito ai divieti di esportazione in atto, al netto dello stock esistente non sarà possibile evadere nuovi ordini fino alla fine dell’anno. Il contraccolpo sull’intera industria sarà senza dubbio notevole e potrebbe costituire la tempesta perfetta per la transizione verso il digitale.

La pandemia ha infatti causato l’aumento forte del numero di nuovi musicisti che hanno intrapreso questo hobby e conseguentemente ha generato una forte domanda di gear di settore. Le occasioni d’uso da parte di nuovi utenti, quindi, non mancano, ma la crisi russo-ucraina fa in modo che esse non possano essere soddisfatte attraverso gli strumenti tradizionali. Questo, unitamente all’impossibilità di riparare i vecchi amplificatori valvolari da parte dei musicisti più tradizionali potrebbe essere un inaspettato fattore di brusca e definitiva transizione dall’analogico al digitale per l’intera industria del rock.

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