
Numerosi video clips apparsi su Twitter durante le ultime ore riportano un numero imprecisato di missili balistici Fateh-110, lanciati probabilmente dalla base iraniana di Khasabad a Tabriz nell’Azerbaijan, che avrebbero colpito zone adiacenti al consolato americano nei pressi di Erbil, capitale del Kurdistan, in Iraq, poco dopo la mezzanotte di sabato, ora locale. L’attacco è stato riportato anche su ApNews, pur senza confermare tipo di armamento usato o provenienza.
Una sede del canale locale K24 (Kurdistan24) è apparsa danneggiata dalle esplosioni.

Secondo fonti del Ministero della Difesa americano al momento non si riportano vittime né danni agli edifici che occupano il consolato. Un portavoce ufficiale del Pentagono ha confermato l’assenza di indizi che l’obiettivo dell’attacco fosse l’edificio del consolato, di recente costruzione e attualmente non occupato.
L’attacco sembrerebbe, se confermato, essere il primo in seguito al precedente che ebbe luogo in Iraq durante il mese di gennaio 2020 in risposta all’uccisione a Bagdad, durante l’incursione di un drone americano, di Quassem Solimani, alto ufficiale iraniano.
Non ci furono ripercussioni da parte delle forze armate americane in risposta all’episodio durante il quale non si registrarono decessi.

Nei giorni scorsi il ministero degli esteri iraniano aveva minacciato ritorsioni a causa della morte di due ufficiali della Guardia Rivoluzionaria Islamica durante una presunta incursione aerea israeliana sulla Siria, risalente alla scorsa settimana.
L‘attacco di ieri notte giungerebbe stranamente proprio durante le trattative in processo a Vienna, che coinvolgono Stati Uniti, Iran ed altri paesi, sulla negoziazione di un nuovo accordo relativo al programma nucleare iraniano, in seguito al ritiro degli Stati Uniti dal Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA) che risale al 2018.
In risposta a tale astensione e all’uccisione di Solimani, l’Iran aveva ufficialmente dichiarato la ripresa di alcune delle sue attività di R&D nel campo nucleare.
Le forze di sicurezza irachene hanno notificato di aver avviato un’investigazione sull’accaduto.
L’agenzia di stampa IRNA, gestita dallo stato islamico iraniano, ha citato durante un servizio di stamane i media iracheni che avrebbero, secondo il report, riconosciuto gli attacchi senza però averne ancora stabilito o dichiarato la provenienza.
AGGIORNAMENTO
L’Iran ha rivendicato la responsabilità dell’attacco missilistico di domenica mattina su Erbil.
Fonti del governo Iraniano hanno dichiarato che il raid giunge in diretta risposta al drone-strike israeliano in Siria che ha ucciso due membri della sua Guardia Rivoluzionaria all’inizio di questa settimana. Il sito della Guardia Rivoluzionaria riporta che l’attacco missilistico era mirato ad un presunto “centro di spionaggio israeliano” di base a Erbil. L’agenzia semi-ufficiale Tasnim, citando una fonte anonima, afferma che l’Iran ha lanciato 10 missili Fateh, tra cui diversi Fateh-110, che hanno una portata di circa 300 chilometri. La fonte riportava che l’incursione missilistica ha provocato più vittime e che l’obiettivo principale era la “base sionista, piuttosto distante dalla base militare americana. Fonti ufficiali statunitensi e irachene non riportano ad oggi decessi o ferite a conseguenza dell’attacco.
Il Fateh-110 (Conqueror- 110) è un missile balistico tattico iraniano. È stato sviluppato in due diverse generazioni. La prima generazione della famiglia di missili Fateh-110 è uno dei missili balistici tattici più prodotti e precisi in Iran (Fonte: Military-today.com).
Il missile balistico è un sistema di armi strategiche auto-guidate con propulsione a razzo, che segue una traiettoria balistica (gravitazionale) per “depositare” un carico utile dal sito di lancio a un obiettivo predeterminato. I missili balistici possono trasportare esplosivi convenzionali e munizioni chimiche, biologiche o nucleari ed essere lanciati da aerei, navi e sottomarini oltre a silos terrestri e piattaforme mobili (Fonte: Enciclopedia Britannica).