
Secondo una notizia di oggi, 9 marzo 2022, dell’agenzia Bloomberg, la Cina ha accusato gli USA, leggi NATO, di operare bio-laboratori “a rischio” in Ucraina. Ennesima bufala informativa. Copiata, visto che si tratta di vecchia teoria cospirativa inventata dalla disinformatia russa per giustificare l’invasione ucraina del presidente Vladimir Putin, per gli amici Vlad. In sintesi: Putin ha invaso l’Ucraina per salvare il mondo dalla prossima pandemia legata alle attività, ovviamente americane, svolte in Ucraina in bio-laboratori non ben identificati. I no-vax sentitamente ringraziano.
Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ieri, 8 marzo 2022, in risposta alla domanda di un giornalista locale ha dichiarato, ovviamente senza fornire prove a sostegno di quanto ha affermato: “I bio-lab in Ucraina hanno di recente attirato molta attenzione”, ha affermato, “tutte le attività di ricerca sono guidate dagli statunitensi; tutti gli agenti patogeni pericolosi in Ucraina devono essere conservati in questi laboratori”.
“Gli Stati Uniti – ha dichiarato – conoscendo meglio degli altri tali laboratori, dovrebbero divulgare informazioni specifiche il prima possibile, inclusi quali virus sono archiviati e quali ricerche sono state condotte.”
C’è da dire che Zhao non brilla per inventiva. I suoi commenti ricalcano le tattiche di diversione utilizzate dai diplomatici cinesi l’anno scorso quando si chiese loro dell’origine del Covid-19. Risposero di andare a verificare la responsabilità di Fort Detrick, struttura militare statunitense nel Maryland, riproponendo le false affermazioni degli anni 1980 dell’Unione Sovietica, quando raccontava che fosse la fonte del virus che causava l’AIDS. Ovviamente Zhao martedì ha fatto lo stesso. Antiche balle, andiamo a smontarle.
Vero che il ministero della Difesa britannico ha dichiarato in un tweet di aver notato un aumento delle accuse della Russia nei confronti dell’Ucraina di lavorare su armi biologiche o nucleari: “sono narrazioni di vecchia data, attualmente riprese e amplificate come parte di una giustificazione a posteriori per l’invasione russa dell’Ucraina”.
Vero che dal 1991, un’unità del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha collaborato con i paesi ex satelliti dell’Unione Sovietica, inclusa l’Ucraina, per mettere in sicurezza e smontare le armi di distruzione di massa abbandonate nel disfacimento dell’Unione Sovietica. Il programma Nunn-Lugar di cooperazione per la riduzione delle minacce, secondo il Center for Arms Control and Non-Proliferation, organizzazione no-profit statunitense, ha lo scopo di “sostenere la difesa e la cooperazione militare con l’obiettivo di prevenire la proliferazione”.
Vero che il Dipartimento della Difesa e il Ministero della Salute ucraino hanno firmato, nel 2005, un trattato per prevenire la proliferazione di agenti patogeni nelle strutture di Kiev, Leopoli, Odessa e altre che potrebbero essere utilizzati per lo sviluppo e produzione di armi biologiche.
Vero che nel 2020, Interfax-Ucraina ha riferito che il servizio di sicurezza dell’Ucraina ha descritto come “notizie false” i post sui social media in cui si affermava che gli Stati Uniti avevano laboratori di armi nella nazione.
Vero anche che la Cina sta muovendosi sul filo di un rasoio, per quanto è sottile la sua linea diplomatica da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina il 24 febbraio. Negli ultimi anni ha affermato di meritare, in quanto nazione ricca e potente, una maggiore voce in capitolo sulla scena mondiale. Vuole anche avere legami più stretti con Mosca, vedi i 99 paragrafi della recente dichiarazione congiunta Xi Jinping-Putin in occasione delle Olimpiadi invernali di Pechino, di cui si raccomanda attenta lettura, anche, ma non solo, per compensare quella che vede come l’indebita influenza di Washington nel mondo.
Il che spiega perché Zhao abbia ripetuto durante la conferenza stampa che la posizione della Cina sull’Ucraina rimane “coerente e netta”, continuando ad alimentare lo sforzo per evitare di schierarsi sulla questione. Un colpo al cerchio della scena mondiale, uno al cerchio della botte russa.
Sforzo che sfiora la comicità, anche se tragica. Infatti, alla domanda se la Cina fosse pronta a dire che la Russia aveva “invaso” il suo vicino dell’Europa orientale, Zhao ha risposto: “Non credo che la domanda abbia alcun senso”.
Negare sempre, anche l’evidenza. Interessante pratica diplomatica, dalle gambe molto corte.
Grazie Bloomberg.