
Cosa sta succedendo al portale INPS che da ieri è down senza troppe spiegazioni e su cui oggi campeggia l’avviso secondo cui “Sono in corso attivita’ di manutenzione straordinaria dei sistemi. Ci scusiamo dell’interruzione”?
Ci auguriamo non possa essere una riedizione in pieno stile filmografico anni ’80 di “INPS down: LoHacker, il ritorno” a quasi due anni di distanza dal noto disastro.
Certamente, non possiamo pretendere risposte da parte del ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Colao dal momento che era intento ad annunciare IDpay, che presumibilmente andrà ad incastonare un ennesimo gioiello tecnologico che ci verrà tanto invidiato dal mondo (/irony). E si sa, il mal d’annunci non riesce mai neanche a costituire un mezzo gaudio di proverbiale speranza, perché quando ci si impegna così tanto a narrare una storia poi si finisce a scontrarsi con la realtà – in modo proporzionato al grado in cui rileva le contraddizioni – la quale finirà persino per essere negata strenuamente, con la stigmatizzazione di quanti segnalano problemi, criticità o mancate opportunità.
Tutto sembra già visto, e nient’altro che un ennesimo tentativo di promuovere la digitalizzazione attraverso uno strumento presentato come dirimente di un problema che forse richiederebbe un intervento di sistema e concentrato su un riesame dei processi. Quali sono e sono stati infatti i risultati di Immuni o del servizio civile digitale?
Forse gli applausi ricolmi di entusiasmo per l’annuncio di uno strumento salvifico avranno distolto l’attenzione da uno di quel “93-95% dei server della Pubblica amministrazione non in condizioni di sicurezza”? O forse, chissà se farà parte di quel 5-7% e dunque si può stare maggiormente tranquilli.
Di certo però sappiamo che ad oggi il portale INPS non è raggiungibile. Attenderemo informazioni sull’accaduto, augurandoci che non si opti per strategie di svilenti silenzi istituzionali ma per comunicazioni chiare e trasparenti, magari non riguardanti un “attacco hacker”.
Se l’intenzione di istituire determinati servizi come IDpay è quella di svolgere “una battaglia per digitalizzare il paese e aumentare la produttività e la competitività delle piccole imprese” forse sarebbe bene prima imparare ad imbracciare bene le armi. Se si vuol dire addio al contante in quanto il suo utilizzo rappresenta uno svantaggio per il Paese, immaginiamo quale vantaggio possa però apportare un servizio cashless senza garanzie di continuità operativa, ad esempio.
In un ragionamento di più ampio respiro, inoltre, forse è il momento di superare le strategie di digitalizzazione fondate sulla mera introduzione di uno strumento.