CITTADINI & UTENTI

La speranza dal cielo

I voli del “Fantasma di Kiev” un pilota da caccia solitario che pattuglia i cieli dell’Ucraina

Chi ha la fortuna di avere nonni ancora in vita, e che abbiano vissuto nelle regioni del centro-nord almeno gli ultimi anni della seconda Guerra Mondiale con ricordi nitidi, potrà provare ad interrogarli sull’argomento “Pippo”.

No, non è la classica variabile usata nei programmi di test (il programmatore che non ha mai usato Pippo$ si faccia avanti). E no, non parliamo di “Pippo Pippo non lo sa” cantata da Silvana Fioresi e dal Trio Lescano negli anni ’40.

Parliamo, per i più attenti, dell’Operazione “Night Intruder”, messa in atto dagli Alleati dalla fine del 1943 sui cieli del centro-nord Italia, quelli ancora appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana.

Un bombardiere RAF Mosquito

L’operazione, chiaramente di “guerra psicologica”, prevedeva il rumoroso sorvolo notturno (da parte di bombardieri Bristol Beaufighter e DeHavilland Mosquito), anche nelle zone non usualmente individuate come bersagli militari (campagne, luoghi isolati, paesini) con il duplice fine di far comprendere ai difensori che nessun luogo era da considerarsi “intoccabile” dalla supremazia aerea alleata, e d’altro canto come indicazione di “presenza amica” per gli avversari del regime e di tutta la popolazione inerme che molto probabilmente ne aveva abbastanza della guerra. Interessante al proposito l’articolo dello Smithsonian Institute, per chi volesse approfondire.

Il “Pippo” era un aereo che ogni tanto te lo trovavi lì. E questo aereo era chiamato “Pippo”. Nessuno ha mai capito se era un aereo nemico o un aereo che andava in ricognizione, se era un aereo tedesco o americano o italiano. Era “Pippo”. Non lo si vedeva perché era di notte, ma lo si sentiva. Però, non ha mai fatto disastri “Pippo”, mai bombardato o mitragliato. Il “Pippo” passava, viaggiava. E si sentiva sovente. Magari uno dormiva e uno non dormiva e allora diceva ”Senti il “Pippo”. Allora ti svegliavi e lo sentivi. Però questo “Pippo” non si è mai saputo chi fosse” (cit in Bermani, Cesare, L’Immaginario collettivo di guerra: il mito di “Pippo”, in Ferrari, Paolo (a cura di): L’aeronautica italiana:Una storia del Novecento, Franco Angeli Storia, 2005, pag. 229 segg.)

Proprio questo secondo fine, della “speranza dal cielo”, dimostra la validità dell’impiego dell’arma aerea per far cadere (è il caso di dirlo) sulla testa delle popolazioni messaggi significativi, far percepire la presenza dei liberatori: non per nulla uno dei più clamorosi esempi di questa tecnica fu un’operazione rivoluzionaria come il Volo su Vienna dell’ancor più rivoluzionario Poeta Imaginifico, Gabriele d’Annunzio. All’alba del 9 agosto 1918, ormai verso il volgere finale del primo conflitto mondiale, undici apparecchi SVA decollarono da San Pelagio, nei dintorni di Padova e, con un epico volo di circa 1000 km, coprirono Vienna con un lancio di cinquantamila manifestini (con il testo di Ugo Ojetti) che spronavano gli Austriaci a cedere le armi e cessare le ormai inutili ostilità al fianco dei Prussiani.

Volantino del Volo su Vienna

Veniamo a noi: da qualche giorno, nelle miriadi di post e notizie riguardanti l’affaire Ucraina, fa capolino “Il Fantasma di Kiev”, ”the Ghost of Kiyv”.

Un storia del genere non può che diventare virale: un potente aeroplano da guerra, un eroe solitario, un Asso dell’aviazione, la difesa della Patria oggetto dell’ingresso di truppe straniere. 

Il “Fantasma di Kiev” diventa immediatamente una speranza per la popolazione oppressa, un fake per gli occupanti o i sostenitori dell’operazione militare e politica, un “eroe della Patria” per il governo asserragliato nei palazzi del potere per la difesa almeno della dignità. E un argomento per TweetersTiktokerstestate anche mainstream e, finalmente, anche per noi di Infosec.news… 

MiG 29

Ma analizziamo in dettaglio il fenomeno.

Un potente aeroplano da guerra. Il Fantasma sarebbe un pilota militare, a bordo di un MiG-29 “Fulcrum”, un eccezionale caccia di IV generazione di fabbricazione sovietica degli anni ’80, nato come antagonista degli F-15 ed F-16 americani. Aggiornato nel tempo, è tuttora in dotazione a molte Forze aeree nel mondo. Anche l’Ucraina ne ha in forza una trentina e uno di questi sarebbe proprio quello segnalato, per la prima volta, nel tweet di “ScottishKoala”. 

Un eroe solitario. Le notizie dei danneggiamenti agli aeroporti e ai mezzi aerei ucraini, fanno comprendere come la difesa aerea del Paese sia probabilmente ridotta ai minimi termini. Poco ci vuole a comprendere come un’operazione come quella in corso abbia certamente considerato la classica mossa di annientare ancora a terra i mezzi aerei nemici. Nulla toglie che qualche pilota o reparto isolato sia riuscito, nei primissimi momenti delle operazioni, a “mettere in salvo” velivoli e armamenti rapidamente trasportabili verso una pista sicura (se non addirittura fuori dai confini nazionali). Per carità, un’analisi lievemente più accurata, pensando all’indotto tecnologico occorrente per far volare un tale aeroplano, fa propendere per la quasi impossibilità di questo evento, ma mai dire mai.

Un “Asso” dell’aviazione. Non esiste una definizione formale di “Asso” dell’aviazione, anche se, sin dagli albori dell’impiego del mezzo aereo nelle operazioni belliche, gli esiti dei “duelli” aerei venivano riportati nel palmarés dei piloti, e sovente riportati graficamente sugli aeroplani. Per tradizione condivisa, il raggiungimento di cinque vittorie accertate facevano assurgere il pilota allo status di “Asso”. Nel nostro caso, con sei vittorie riportate nelle prime 30 ore dall’invasione (dai social, eh… forse anche sette, stando alle ultime notizie), il nostro “Fantasma” è entrato nel circolo dei migliori piloti da combattimento, insieme a personaggi del calibro di Adolphe Pégoud (il primo “Asso”, francese, nel 1915), Manfred Von Richtofen (il “Barone Rosso”), Max Immelmann (sempre tedesco, il suo nome è stato assegnato ad una manovra aerea acrobatica da lui concepita e tuttora in uso), l’americano Eddie Rickenbaker (nel 1918) e il nostro Francesco Baracca (con 34 vittorie); passando alla seconda Guerra Mondiale e fino agli ultimi conflitti di rilievo, da Erich Hartmann (oltre 350 abbattimenti, fino alla fine del regime nazista), passiamo per il sovietico Ivan Kozhedub (accreditato di uno dei pochissimi abbattimenti di Me.262), il finlandese Ilmari Juutilainen (con ben 94 vittorie confermate), il primo “asso dei jet” Alfred Schreiber, che tra i primi portò alle vittorie proprio il Me.262. Tra gli italiani, merita menzione il Sergente Maggiore Teresio Vittorio Martinoli, M.O.V.M. alla memoria, accreditato di ventidue (23 secondo altre fonti) vittorie.

Più vicino ai giorni nostri, le “guerre minori” hanno portato alla luce altri assi del combattimento aereo: Corea, Vietnam, il complesso conflitto arabo-israeliano, il conflitto indo-pakistano, la guerra Iran-Irak, tutte teatro di operazioni aeree che hanno messo in luce figure di combattenti di grande capacità (e fortuna?).

Il “Fantasma di Kiev” avrebbe quindi il primato di essere il primo “Asso” del XXI secolo, addirittura nella categoria di ”asso in un giorno” (riservata a chi conteggia cinque vittorie in 24 ore – qui saremmo a sei in 30 ore…).

La difesa della Patria invasa. Indubbiamente un militare in servizio deve rispettare il giuramento e, stando alle notizie, il nostro “Fantasma” lo sta facendo anche molto diligentemente.

Una breve analisi dei fatti.

La comparsa degli hashtag #GhostofKyiv e #GhostofKiev ha scatenato i tweeters e le cronache, ha animato i sostenitori del governo ucraino, ha provocato la reazione dei sostenitori degli occupanti (che hanno subito bollato come fake la faccenda) e ha ottenuto una blanda acquiescenza dal governo ucraino.

L’ex presidente Petro Poroshenko ha fornito il suo endorsement al “Fantasma”, affermando che terrorizza gli avversari e instilla negli ucraini l’orgoglio nazionale, con le sue sei vittorie aeree in poche ore. Lo addita come esempio tra i difensori della Patria, con i quali si potrà giungere alla vittoria.

Il post di Poroshenko appare evidentemente come rivolto al sostegno morale della popolazione: sembra che la maggior parte dei video o degli spezzoni filmati che circolano in rete siano “falsi”, nel senso che non possano essere riferiti al cosiddetto “Fantasma”. Uno dei video, pubblicato dall’utente Comrade Corb su Youtube è stato dall’autore stesso dichiaratamente realizzato con DCS World, un potente software di simulazione.

Altri spezzoni, sicuramente reali nella ripresa, mostrano solamente un MiG 29 solitario in volo.

altri post chiaramente sostengono il morale…

Pienamente comprensibili le manovre comunicative, compresa la diffusione dell’audio di una conversazione radio tra una nave da Guerra russa e un posto militare sull’Isola dei Serpenti (Zmiinyi Island – strategico avamposto ucraino nel Mar Nero, al largo del delta del Danubio), occupata il 24 febbraio con un’azione russa che ha portato alla morte dei militi di presidio.

Come chiosa il New York Post, citando il tweet di un utente:

Regardless, the Ghost of Kyiv seems to have fulfilled a need. Many on social media argued the legend of an ace fighter pilot holding off the Russian advance was useful in its own right.

“True or not, this is EXACTLY the kind of inspiring story the resistance needs right now”.

Per chi volesse seguire gli eventi così come ”rimbalzati” dai social e con i tweet sul posto, l’interessante mappa dinamica a questo link offre ottimi spunti di osservazione sulla cronologia dei fatti.

Speriamo solo che questi eventi non ci lascino troppo al freddo… le truppe russe, dopo aver occupato la zona della centrale di Chernobyl, sono ormai ai sobborghi di Kiev.

I russi non sbagliano ad usare la stagione ed il proprio territorio: Napoleone ed altri invece non avevano considerato tanti aspetti…

Ritirata di Russia

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