TECNOLOGIA

Prospettive dell’Automotive come mercato delle informazioni mobili

Tutto ruoterà intorno a connessione, autonomia, condivisione ed elettrico. Un universo di dati e servizi, con molte esigenze di sicurezza fisica e informatica. E nuovi modi di vivere la guida e gli spostamenti

Il motore del 2000 … cantava il buon Dalla tanti anni fa. Quello del 2040 sarà calvinianamente un motore dimezzato: non era facile a prevedersi ma ne gireranno la metà, il resto elettrico. Che poi è motore pure quello, ha lo scopo di produrre il moto circolare di un albero, come anche quello della lavatrice. Ma certamente era ancora più difficile pensare che il punto focale dell’auto sarebbe diventato il suo patrimonio informativo, al punto da sollecitare un gigante del software applicativo gestionale (ERP) come SAP a studiare il fenomeno dell’intelligent automotive in tutte le sue componenti di business.

I dati generati dalle auto potrebbero diventare un mercato da 450 a 750 miliardi di dollari entro il 2030. Abbiamo già scritto altre volte, fino alla noia, che tutti i business attinti dall’informatica ne mutuano le regole di mercato. E ovviamente i problemi di sicurezza. L’informatica a bordo auto porta seco tutte le incognite di sicurezza dei protocolli e del malware, declinandole su una varietà di tematiche, che cercheremo di toccare negli scenari ipotizzati dalla Casa tedesca di software. Il mosaico è dato da quanto segue. Secondo SAP, il produttore di auto dovrà:

-Essere incentrato sul cliente

-Fornire servizi di mobilità

-Progettare auto connesse

-Implementare la filiera digitale e la produzione intelligente

-Mettere in campo una forza lavoro che cambia

Le vendite di veicoli elettrici aumenteranno da oltre 2 milioni in tutto il mondo nel 2018 a 10 milioni nel 2025, per poi salire a 28 milioni nel 2030 e 56 milioni entro il 2040. Nel 2030, la mobilità come servizio dovrebbe realizzare 9.2 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato. Circa il 50% dei clienti si trova a proprio agio nel condividere i dati con gli OEM e, a patto di averela certezza che essi non vengano ceduti, la quota sale al 75%. Entro il 2023, le spedizioni di veicoli connessi dovrebbero raggiungere i 76 milioni di unità. Entro il 2024, il 50% dei produttori metterà in rete i digital twins di prodotti e risorse correlati in ecosistemi di gemelli digitali per una visione a livello di sistema e con una riduzione del 5% del costo della qualità. 167 miliardi di dollari rappresentano il potenziale (forse ottimistico) di creazione di valore delle fabbriche intelligenti per l’industria automobilistica globale fino al 2023. Le aziende con una forza lavoro più coinvolta / motivata, SAP ritiene, avranno un margine operativo 2.7 volte superiore alla media.

driver di numeri di tanta imponenza sono già in azione. L’industria 4.0 porta intelligenza alla produzione, consentendo alle aziende automobilistiche di soddisfare una nuova ondata di aspettative dei clienti, inclusa la fornitura di soluzioni personalizzate al prezzo di prodotti standard. I clienti si aspettano nel loro immaginario titillato dalla pubblicità che l’ecosistema automobilistico offra esperienze coinvolgenti ma affidabili. Di conseguenza, i ricavi si stanno spostando dalle vendite di veicoli ai servizi di mobilità abilitati dai dati, aumentando la gamma di scelta e la convenienza per i clienti. I servizi di mobilità, compreso il monitoraggio in tempo reale del comfort del conducente e dell’idoneità alla guida, nonché la gestione remota dei veicoli, il commercio e la condivisione dei dati con assicurazioni e altri servizi, trasformeranno i veicoli in piattaforme di servizi di mobilità.

Poi c’è il passaggio all’energia sostenibile, in combinazione con la mobilità integrata e la necessità di città vivibili, trasporti veloci, affidabili ed economici. Entro il 2050, due persone su tre vivranno in aree urbane già oggi alle prese con congestione e inquinamento. Le aziende automobilistiche dovranno quindi collaborare con fornitori di tecnologia, servizi pubblici e municipalità per creare soluzioni amisura d’uomo, non di veicolo. Ad esempio (ma come ben sapete è una banalità di poco conto …), affinché i veicoli elettrici siano ampiamente adottati nelle città, è necessario disporre di infrastrutture di ricarica. Da ultimo, auto connesse, AI e Machine Learning e altri servizi basati sulla tecnologia sposteranno fondamentalmente i requisiti di competenze dei lavoratori necessari alle aziende automobilistiche, che entreranno in competizione con le aziende tecnologiche per i migliori talenti.

La mia personale opinione su quali tematiche il software applicativo dovrà inquadrare si articola su questa griglia:

L’industria automobilistica viene rimodellata dalle grandi tendenze denominate CASE: connected, autonomous, shared, electrified. 

Connesso: le auto moderne sono dotate di oltre 100 sensori che creano fino a 25 GB di dati all’ora. Prima si misuravano i cento all’ora di Gianni Morandi. Poiché i componenti elettronici hanno un ciclo di vita sempre più breve e disuniforme, nasce la necessità di un design del veicolo più modulare. Con già 100 milioni di righe di codice software dentro le auto moderne, la competizione per i talenti software è agguerrita. Pensiamo solamente alla manutenzione programmata, alle nuove release di software per il governo dell’auto dal powertrain all’illuminazione all’entertainment di bordo. Pensiamo alla trasmissione e all’adeguamento degli algoritmi dell’autonomousvehicle. Pensiamo ai servizi di monitoraggio, di previsione del traffico e del meteo. Ad oggi la risposta si chiama TCP/IP e questo preoccupa.  

Autonomo: fino al 15% delle autovetture vendute nel 2030 potrebbe essere completamente autonomo, il che dovrebbe rendere le strade più sicure e con minor numero di vittime. L’auto diventerà così una piattaforma dove il tempo di transito potrà essere utilizzato per attività e servizi personali. 

Mobilità/servizi condivisi: negli ultimi anni  rilevati, in USA la maggior parte delle auto è stata utilizzata per singoli viaggi inferiori a 6 miglia. Con i veicoli autonomi condivisi, le soluzioni di mobilità diventano più convenienti rispetto al possesso di un’auto. Entro il 2030, 1 auto su 10 venduta potrebbe essere un veicolo condiviso. Livelli di utilizzo quindi più elevati, che richiederanno capacità come interni autopulenti (e igienizzanti, visti i virus) e autoriparazione laddove possibile, nonchè design interni modulari, ad esempio per scambiare i sedili se necessario. I modelli in abbonamento sono già stati introdotti da produttori come Porsche, Volvo e GM. 

Mobilità elettrificata: il motore a combustione interna (MCI) è sempre stato il cuore di un veicolo. Il passaggio da un gruppo propulsore MCIalla batteria ha un enorme impatto sugli OEM tradizionali, poiché rimuove un / l’ elemento significativo delle loro qualità differenzianti. L’elettrificazione determina anche grandi cambiamenti nella fornitura:garanzia, aftermarket, rivendita. Il destino sembra però già scritto, nelle leggi, nell’idea che il CO2 sia tutto antropico: entro il 2040, il 54% delle vendite di auto nuove sarà elettrico, rispetto al 4% del 2021. Entro il 2040, si prevede che il 33% del parco auto globale sarà elettrico. Come poteva l’Italia non sparare il 2035, giusto mezzo, per il suo stop epocale al fossile?

Come final take quindi: i profitti si sposteranno dalle vendite secche di auto ai servizi di mobilità, consentendo a nuovi concorrenti agili tecnologicamente, commercialmente e finanziariamente di entrare nel mercato, attaccando i concessionari tradizionali poiché i clienti si aspetteranno esperienze di acquisto diverse. Compro un’esperienza emotiva (e la pago a rate).

(fonte: SAP)

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