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L’attacco di Pavel Durov a Whatsapp: ha sempre avuto problemi gravi di sicurezza

Telegram vs WhatsApp: la guerra continua

“I messaggi su WhatsApp sono stati lasciati aperti a potenziali aggressori per anni, come dettagliato nelle recenti fughe di notizie su Boldend, una startup statunitense di guerra informatica (clicca qui per saperne di più)”.

Comincia così il messaggio diffuso dal creatore di Telegram che prosegue nel suo comunicato: “Dalla creazione di WhatsApp, non c’è mai stato un momento in cui fosse sicuro: ogni pochi mesi i ricercatori scoprono un nuovo problema di sicurezza nell’app. Ne ho scritto in dettaglio 2 anni fa (leggi qui se te lo sei perso).  Nulla è cambiato da allora”, prosegue Durov.  

“Sarebbe difficile credere che il team tecnico di WhatsApp sia così costantemente incompetente. Telegram, un’app molto più sofisticata, non ha mai avuto problemi di sicurezza di tale gravità”, conclude Durov. 

Dunque la sparata di Durov verso la nota app di messaggistica rientra in una guerra che va avanti da anni tra le due realtà. Le informazioni trapelate e puntualmente linkate a supporto dell’attacco mettono in luce indubbiamente gravi criticità che tuttavia ad oggi sembrerebbero sanate… sarà effettivamente così? Oppure ne esistono altre ancora non pubblicate ma sfruttate per proseguire l’attività di spionaggio verso gli utilizzatori della realtà facebookiana?

Stando alle parole di Durov alcuni dubbi sorgono spontanei, ma sotto il profilo della sicurezza purtroppo “chi non ha peccato scagli la prima pietra”, per cui rimane doveroso ricordare che non esiste un’app sicura al 100%. Come diceva un mio professore ai tempi dell’università, il computer più sicuro al mondo è fatto di cartone e non è connesso alla rete… il concetto è replicabile per lo smartphone. 

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