CITTADINI & UTENTI

Presunte incompatibilità e senso dello Stato

Le recenti elezioni hanno innescato una riflessione sul possibile passaggio dai vertici dei Servizi alla Presidenza della Repubblica

La possibilità che il capo del DIS (dipartimento informazioni e sicurezza) potesse essere nominata presidente della Repubblica ha fatto insorgere taluni ambienti politici che hanno sostenuto l’inopportunità “politica e istituzionale” di tale soluzione.

Oltre a sottolineare che un passaggio dai vertici dei servizi alla presidenza della Repubblica non era mai avvenuto nella storia del Paese è stato evidenziato che una simile intersecazione di ruoli al momento è presente in Egitto e in Russia. Passando dalle dichiarazione ai fatti un parlamentare responsabile sicurezza del partito democratico  ha preannunciato un’iniziativa legislativa da sottoporre  a tutte le forze politiche per affrontare il tema delle “incompatibilità e ineleggibilità” che regoli il passaggio dai vertici dei servizi a una carica istituzionale. 

Sono fondati questi timori? La storia dei servizi di questo Paese induce a presumere scorrettezze o convenienze personali da parte di chi li dirige?

Alla guida dell’apparato di sicurezza negli ultimi anni si sono avvicendati ambasciatori e prefetti al termine di specchiate carriere nelle rispettive amministrazioni ed è da questo che bisogna partire. Avere il senso dello Stato significa avere rispetto per le Istituzioni, significa essere disposti ad anteporre gli interessi della collettività a quelli di un gruppo specifico, significa rispettare idee e valori che dovrebbero essere condivisi dall’intera comunità, significa, infine, aver sacrificato affetti e tempo libero a favore di impegni particolari caratterizzati da continui trasferimenti, mancanza di orari e grandi responsabilità.

Coloro che gridano all’incompabilità probabilmente presumono, pertanto, che persone guidate per tutta la vita da quel senso dello Stato una volta alla guida dei Servizi cambino e non diano più sufficienti garanzie di trasparenza. Qualcuno ha sostenuto che possano essere usate informazioni riservate a proprio tornaconto ma allora anche il ministro dell’Interno da cui dipende la Polizia o quello della Difesa da cui dipende lo Stato maggiore della Difesa con un reparto informazioni e sicurezza  non dovrebbero assurgere ad ulteriori incarichi per gli stessi motivi. Non parliamo poi del Presidente del Consiglio che mediante l’Autorità delegata è costantemente informato su attività e operazioni dei Servizi e può in ogni momento avere accesso a qualsiasi informazione.

Deve stare molto attento il promotore dell’iniziativa legislativa perchè scivolare sull’incostituzionalità della norma è molto facile e le preclusioni di principio dovrebbero includere molte alte cariche , non solo i direttori dei Servizi. 

Prima di avventurarsi in complessi vicoli normativi, politici e commentatori scettici dovrebbero rammentare che a differenza di altri Paesi menzionati ad esempio negativo in Italia vige in materia un sistema di garanzie quasi unico:  la responsabilità dei servizi è del Presidente del Consiglio che può detenere le funzioni o attribuirle all’Autorità Delegata che fa parte del Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica e del suo segretariato tecnico composto dai vertici tecnici dei Ministeri più importanti.

Tutto il sistema è poi sottoposto al controllo del COPASIR Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, organo bicamerale composto da 5 senatori e 5 deputati scelti in maniera tale da garantire la rappresentanza paritaria della maggioranza e delle opposizioni. A presiederlo sempre un esponente dell’opposizione.

Il COPASIR verifica in modo sistematico e continuativo che l’attività del Sistema di informazione per la sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzione e delle leggi, nell’esclusivo interesse e per la difesa della Repubblica e delle sue istituzioni e a tal fine gli sono stati attribuiti incisivi poteri di controllo e funzioni consultive.

Se in un simile incrocio di garanzie soggettive ed oggettive si possa pensare a inopportunità di candidature ai vertici dello Stato da parte di chi faccia parte di questo sistema , ebbè, c’è qualcosa che non quadra e chi sostiene tale tesi dovrebbe essere più chiaro per non ledere la fiducia che i cittadini ripongono negli apparati di sicurezza ma, soprattutto, per allontanare l’idea che il problema dell’incompatibilità sia stato sbandierato per eliminare con facilità dalla corsa al Quirinale persone di altissimo profilo e dal grandissimo senso dello Stato.

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