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Manovre satellitari nel buio

La Cina ha mandato il satellite Shijian-21 a spostare il BeiDou-2 G2 in un'orbita più alta

Il satellite cinese Shijian-21 (Maestro-21) è intervenuto sul defunto satellite da navigazione BeiDou-2 G2 (Orsa Maggiore-2 G2), catturandolo e compiendo poi una manovra per portarlo in un’orbita di parcheggio più alta. Un’operazione che costituisce un primato assoluto per la Cina, e che apre numerosi scenari strategici civili e militari.

Il sistema satellitare di posizionamento globale BeiDou, analogo dei sistemi occidentali GlonassGalileo e GPS, è nato con la funzione di consentire alla Cina di fruire di un sistema di navigazione autonomo, prima su scala regionale, e quindi globale. La differenza fondamentale dai sistemi occidentali, di cui ricalca le caratteristiche applicative, risiede nel fatto che risiede in orbita geostazionaria e non in orbita terrestre media. 

L’orbita geostazionaria è un’area particolarmente preziosa per qualunque lanciatore governativo o privato. Posizionare un satellite in un punto fisso dello spazio, ed imprimergli una spinta geosincrona tale che la sua velocità di rivoluzione intono alla Terra eguagli quella di rotazione intorno al nostro pianeta ha delle implicazioni pratiche importanti. In primo luogo, infatti, non è necessario avere a terra stazioni di inseguimento che mantengano costantemente la connessione con il satellite, inseguendolo appunto nel cielo. In secondo luogo, una costellazione di satelliti geostazionari richiede un minor numero di satelliti individuali per svolgere la propria funzione, con ovvie conseguenze operative ed economiche.

Per tutto quanto di sopra detto, quindi, la presenza di un satellite non attivo in una posizione così preziosa dello spazio è un problema molto serio, che può significativamente limitare la disponibilità di traiettorie per quanti siano interessati al loro sfruttamento militare e civile. Il fatto che il governo cinese abbia deciso di rimuovere il BeiDou inattivo dal suo posto, e posizionarlo in un’orbita “cimitero” più alta, è certamente qualcosa che va salutato con grande soddisfazione. 

Questa operazione si posiziona infatti nell’ambito delle iniziative dirette a ridurre i detriti spaziali – la nube di oggetti più grandi di un millimetro che orbita intorno al nostro pianeta. Un problema di tutto rilievo, se si considera che tale nube comprende un totale stimato di 129 milioni di oggetti e frammenti risultanti dall’attività umana nello spazio. Individualmente non pericolosi in termini di dimensioni, tali oggetti si trasformano in pericolosissimi proiettili che viaggiano in orbita a circa 2.000 km/h e possono produrre danni letali a satelliti ed astronavi.

Un altro aspetto che tuttavia va considerato è la potenzialità dello Shijian di effettuare le cosiddette operazioni di controspazio. La sua capacità di afferrare satelliti e portarli fuori orbita può infatti anche avere applicazioni di tipo militare. Ad esempio, impedire la collocazione di satelliti di altre nazioni in orbita geostazionaria sul proprio territorio. Oppure, in uno scenario bellico, mettere fuori uso satelliti per comunicazioni o di sorveglianza e impedire ad uno specifico avversario di fruire di tali capacità.

Tutte caratteristiche che sono possedute anche da satelliti appartenenti ad altre nazioni e che definiscono il citato e crescente settore del controspazio, ma che oggi vedono nella Cina un nuovo attore di cui tener conto.

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