TECNOLOGIA

Decollare dal giardino di casa?

Prosegue lo sviluppo di idee per la mobilità “ibrida” strada/cielo

Ne avevamo parlato a luglio 2021, ma forse l’estate aveva dato poco seguito alla notizia.

L’esperimento “AirCar” è decisamente andato a buon fine: il veicolo/velivolo transizionale, l’auto volante dei nostri sogni di bambino è ora “reale”, anche per la burocrazia.

Con un (meritatamente) entusiastico comunicato stampa del 24 gennaio, l’azienda ha annunciato che l’Ente Aeronautico slovacco avrebbe concesso il “certificato di aeronavigabilità” conforme alle specifiche EASA (European Aviation Safety Agency), al termine delle verifiche effettuate sul mezzo, che ha conteggiato più di 200 tra decolli e atterraggi e oltre 70 ore di “rigorosi test”, conformi a tutti gli standard europei richiesti.

AirCar

Le quasi 100 mila ora dedicate al progetto, a partire dai primi disegni “concept” fino a questo traguardo, avrebbero premiato l’idea dell’azienda Klein-Vision. Ci riserviamo quel condizionale “avrebbero” perché – alla data di questo articolo – il documento non è ancora disponibile sul sito EASA.

Il progetto è “nato bene”, evidentemente: da anni infatti altri concept non riescono a vedere una luce definitiva, prima tra tutti l’auto volante Terrafugia TF-2 che, dopo aver annunciato l’imminente certificazione LSA americana (Light Sports Aircraft), ha visto sparire il comunicato stampa (riceverete un Error 404) dal proprio sito web, anzi, sembra proprio aver “nascosto” il progetto dalla homepage, raggiungendolo solo con una ricerca nel motore interno. Complice l’acquisto dell’azienda da parte di una società con gli occhi a mandorla?

La interessante AirCar può ora quindi legalmente volare e conseguentemente, può essere commercializzata: il conducente dovrà ovviamente essere munito di licenza di pilotaggio, ma mi pare il minimo; manca ancora però lo scoglio dell’omologazione stradale…

Omologazione che invece non impensierisce più i visionari ideatori di PAL-V, un autogiro/automobile che già è “legalmente” un’autoveicolo nei Paesi Bassi, ma che forse ha qualche maggiore ritardo nella parte aeronautica. 

Flying car PAL-V

Dal sito del progetto (l’acronimo sta per Personal Air and Land Vehicle) infatti, la versione “definitiva” approvata per la viabilità stradale non è stranamente mai ritratta in volo. Non dubitiamo del progredire di questo progetto, che personalmente, reputo molto interessante: l’autogiro (non chiamatelo elicottero!) è un mezzo molto particolare, sicuro e “facile” da pilotare. La sostanziale differenza tra i due mezzi (elicottero ed autogiro) è che nel primo, il rotore principale è mosso costantemente da un motore, mentre nel secondo il motore interviene solo per l’avvio ed il superamento dell’inerzia di rotazione, che viene poi conservata esclusivamente grazie alla velocità di traslazione garantita da una comune elica spingente).

Proprio questi elementi sono stati alla base della scelta dei fondatori di PAL-V. Staremo a vedere anche questo sviluppo.

Intanto io continuo a sognare ad occhi aperti: il mio aereo ancora è “sul continente” con i miei soci, e io mi sto letteralmente “volando addosso”.

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