
Ultimamente il movimento novax è in affanno non soltanto per le difficoltà respiratorie in assenza di vaccino ma per la crescente insofferenza dei pro-vax e il declino di influencer di spicco come Trump e Kennedy, messi al bando dai social.
Non temete cari amici no-vax, arriva il campione del mondo di tennis, principe attivo nella lotta per il diritto di infettare. Relegato a bordo campo dai poteri forti di Melbourne, sogna di sostituire il braccio dalle uova d’oro, inutilizzabile per dritti e rovesci con un salvifico braccio di gomma ahimè non utilizzabile nell’agone dei campi da tennis.
Per fortuna arriva babbo Djokovic, preoccupato che il figlio scagli palle e racchette a camerieri e fotografi e intenerito dalla prigionia aeroportuale del figliuolo (rigorosamente minuscolo) nella civilissima Australia.
Srdjan Djokovic, padre del campione Novak, ha invocato le Sacre Scritture paragonando il trattamento del figlio ad una crocifissione. “Gesù è stato crocifisso… Ma vive ancora tra noi. Stanno cercando di crocifiggere Novak e di farlo inginocchiare”.
Si tratta di un gesto di disperazione o papà Srdjan è più furbo di quanto possa sembrare? Con un colpo diabolico potrebbe trasformare il figlio in martire e compensare i mancati introiti dal tennis con quelli da influencer novax.
C’è comunque qualcosa che accomuna genitori e parenti di molti personaggi famosi, una sorta di ebrezza da fama da riporto, come se i meriti che non si possono direttamente intestare gli venissero trasferiti per osmosi, mutuati in altre capacità.
L’apparizione di papà Srdjan arriva proprio mentre smontiamo l’albero dì Natale e spegniamo le lucine.
Aspettate ancora un po’ prima di riporre le statuine del presepe. Sono in arrivo le statuine di Djoko in croce per adornare i presepi del 2022. Non scordatevi di fare spazio nella vetrinetta per l’acqua santa della Madonna della Racchetta.
Su un fronte meno faceto c’è da dire che anche in Italia e sempre in un contesto sportivo qualcuno in barba ai comuni mortali si compra il Super Infect Pass per non compromettere il calendario della Serie A. Il Napoli ha potuto giocare la partita contro la Juventus nonostante i tre re magi dei contagi -Rahmani, Zielinski e Lobotka – siano stati messi in quarantena dall’Asl di Napoli perché sprovvisti della terza dose e a contatto con soggetti positivi. Forse non stanno volutamente emulando il loro collega sportivo tennista, ma la coincidenza temporale ci ricorda che in Italia manca un ministro del calibro dell’australiano Morrison per ribadire il concetto che la legge è uguale per tutti e per evitare di creare un fastidioso precedente. Ah già, la legge non è stata ancora infranta perché la norma per il Super Green Pass sarà in vigore solo il 10 gennaio.
Agli altri comuni mortali si consiglia di armarsi di mascherine calmierate e di sperare che un bel djoko duri poco.