TECNOLOGIA

L’altra faccia della Luna

La Cina e la caccia dell’elio-3

La faccia non è l’unica cosa che ci ha fino ad oggi nascosto la Luna, anche la particolarità della composizione del suo sottosuolo, eccezion fatta per l’aspetto a groviera assai caro all’iconografia che l’ha sempre raccontata, è rimasto a lungo un mistero, e si dà il caso che sia in procinto di essere svelato, o meglio…trivellato.

Come avevamo discusso in “O luna, strategica Luna”, la Luna diventerà ben presto una componente attiva della grande filiera del creato umano.

La Cina ne è ben consapevole e intende fare il primo passo, tant’è che la vede come fonte del futuro carburante umano.

Gli scienziati nucleari cinesi stanno attualmente analizzando i campioni di materiale della superficie lunare riportati dalla missione di esplorazione Chang’e 5 alla fine dello scorso anno. Il piccolo e raro protagonista di questi campioni su cui intendono mettere le mani si chiama elio-3, un isotopo dell’elio.

Introvabile sulla Terra quanto una playstation 5, o forse un po’ di meno, si ritiene invece che sulla Luna sia presente in quantitativi più ingenti, tanto da far vertere su di esso non poche aspettative in qualità di futuro combustibile ideale per i reattori a fusione.

Negli ultimi decenni l’elio-3 lunare è stato citato come una delle motivazioni principali per giustificare un ritorno sulla Luna, tuttavia sono state condotte poche ricerche sul potenziale completo dell’estrazione di elio-3 lunare.

Passiamo però alla nota dolente: la fattibilità.

Uno studio, risalente a circa sette anni fa, su un processo end-to-end per estrarre e fornire elio-3 ai reattori terrestri ha descritto una serie di requisiti necessari a fornire il 10% della domanda globale di energia entro il 2040. Come è già intuibile non è un processo affatto immediato…

L’ipotetica missione consta anzitutto di elementi di trasporto Terra-LEO, LEO-orbita-lunare e orbita lunare-superficie lunare, ma non sarebbero questi a rappresentare la maggiore criticità di attuazione, bensì l’operazione mineraria in sé.

Per fornire il 10% della domanda energetica globale entro il 2040, sarebbero necessarie circa 200 tonnellate di elio-3 all’anno. Per fare ciò sarebbe necessario un tasso di estrazione della regolite di circa 630 tonnellate al secondo, un numero che fa riferimento ad una concentrazione ottimistica di 20 ppb (parti per miliardo) di elio-3 nella regolite lunare. Tutto ciò si traduce in un fabbisogno di circa 1.700-2.000 veicoli minerari. Sulla base di questi parametri, la potenza richiesta per le operazioni minerarie sarebbe di 39 GW, con una massa del sistema di alimentazione risultante dell’ordine di 60.000-200.000 tonnellate. Per supportare il tutto sarebbe necessaria una flotta di tre veicoli di ascesa/discesa lunare e 22 veicoli di trasferimento orbitale. 

I costi annuali previsti rientrerebbero nell’ordine dei trilioni di dollari. 

I cinesi ci hanno abituato a tanto, ma mai a così tanto…sarà certamente una grande idea, però, forse, destinata a rimanere tale.

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