
Qualche giorno fa, su queste colonne, abbiamo appreso come la modella brasiliana Cristiane Galera, che si era sposata con se stessa, ha deciso di “divorziarsi”.
Nulla di nuovo sotto il sole, nel passato sono stati segnalati casi curiosi di persone che hanno intentato cause (assicurative, per lo più) contro… se stessi.
Tra le più eclatanti, quella di Larry Rutman, di Owensboro, Kentucky.
Il soggetto, nel 1996, è riuscito ad incassare un risarcimento di $ 300.000 dalla sua assicurazione infortuni per essersi colpito da solo in seguito ad un lancio di boomerang che gli è tornato indietro dritto sulla capoccia.
Rutman stava giocando con il suo boomerang al tramonto nella sua proprietà e l’attrezzo, durante la traiettoria del ritorno, era controsole. Larry ha mancato la presa ed è stato colpito. Palese che scatti la clausola di responsabilità civile del proprietario del fondo, avvalorata dal tribunale che ha determinato che fu “causato danno corporale per negligenza e imprudenza” (reckless-disregard, definito come “an act of proceeding to do something with a conscious awareness of danger, while ignoring any potential consequences of so doing. Reckless disregard, while not necessarily suggesting an intent to cause harm, is a harsher condition than ordinary negligence”).
Inizialmente Rutman avrebbe voulto far causa al produttore del boomerang, ma in ciò fu fatto desistere dal proprio avvocato, che tuttavia gli fece intraprendere la causa assicurativa.
Non sembrava essere il primo caso di specie: una fonte all’interno dell’industria assicurativa americana riporta che nel 1995 circa 7000 persone avevano intentato causa contro se stesse. LE compagnie, nella enorme difficoltà di poter determinare se i sinistri denunciati fossero volontariamente autoprodotti (e in ciò basandosi sulla previsione del reato di frode assicurativa per chi avesse intenzionalmente tentato il falso), hanno preferito per la maggior parte chiudere le varie questioni stragiudizialmente, liquidando i sinistri.
Il valore del risarcimento è derivato anche dalle conseguenza accertate sulla vittima dell’incidente, che ha manifestato episodi di perdita di memoria, impossibilità a concentrarsi, la perdita del lavoro.
Ma secondo noi, anche da un intervento della moglie: Larry ha testimoniato che l’incidente lo aveva trasformato in un assetato di sesso, non pensava ad altro, continuamente pregando la consorte di concederglisi, e annegando nell’alcool i suoi rifiuti ai ripetuti congressi amorosi.
Divertente esercizio dottrinale per avvocati, non c’è che dire, e qui altre cause gustose e curiose.
“Se lei mi dà la sua assicurazione, io le do la mia assicurazione”, si promettevano il Ministro e Dante Ceccarini, sosia di Johnny Stecchino.
Nota debunking: ovviamente si tratta di un fake clamoroso che gira dal 1996, a seguito della pubblicazione di un articolo sul Weekly World News (che non ha mai brillato per limpidezza informativa, trattandosi di un supermarket tabloid prono a scoop e titoloni che oggi definiremmo clickbait), poi ripreso e amplificato dal South China Morning Post nell’agosto dello stesso anno.
La cosa preoccupante è che il caso di Larry è riportato come “causa memorabile” proprio sul sito di un broker assicurativo americano. Mah.