TECNOLOGIA

Che noia, che barba… che barba e che noia!

Blue Origin lancia la terza missione, tra gli sbadigli del pubblico

Nella giornata dell’11 dicembre 2021 Blue Origin, la compagnia aerospaziale di Jeff Bezos ha lanciato la sua terza missione suborbitale con un equipaggio privato, per la prima volta composto da sei persone occupando così tutti i posti disponibili all’interno della capsula.
Tra i membri dell’equipaggio vi erano 5 passeggeri paganti (Michael Strahan, Dylan Taylor, Evan Dick, Lane Bess e Cameron Bess) e ancora una volta un’ospite d’eccezione ovvero Laura Shepard Churchley, la figlia di Alan Shepard, il primo americano che venne lanciato in un volo suborbitale spaziale il 5 Maggio 1961.

Il lancio è avvenuto senza intoppi e dopo pochi minuti l’equipaggio ha raggiunto l’apogeo a circa 350.000 piedi di altitudine, ovvero 106 chilometri, fluttuando come al solito per pochi minuti nell’assenza di peso indotta dalla caduta libera della capsula che li ospitava.
Nulla di nuovo sotto il sole quindi e a sottolineare ciò vi è stato lo scarso interesse del pubblico che infatti sul canale Youtube di Blue Origin a fine lancio aveva commentato solo 308 volte, 415 al momento della stesura di questo articolo.

Bezos sta infatti sperimentando lo stesso effetto di sterilizzazione che hanno già sperimentato in passato i protagonisti di missioni spaziali ben più significative, a partire dall’Apollo 13 in poi, quando il pubblico cominciò a ritenere normale ciò che sino a poco tempo prima era ritenuto eccezionale.

Diciamocela tutta, di eccezionale nei lanci di Blue Origin non vi è quasi nulla, si tratta di voli suborbitali non parabolici, realizzati con quella che alla fine non è altro che una giostra spaziale azionata da un razzo che in pochi minuti sale e altrettanto velocemente scende, in verticale.
E’ per un ordine di grandezza maggiore di ciò che tutti possono sperimentare nella giostra del fungo verticale a Gardaland.

E come si vede dalle immagini, non solo l’equipaggio alla fine si è ridotto a fare le solite capriole e a lanciarsi gavettoni spaziali ma vista l’alta occupazione della capsula esso era più impegnato a levarsi dalla faccia i piedi dei compagni di viaggio piuttosto che a guardare fuori dal finestrino.

Per carità, non voglio sminuire i risultati ottenuti da Blue Origin, alla fine tutto fa brodo e ciò che contribuisce a tenere alta l’attenzione del pubblico verso l’avventura spaziale va pragmaticamente considerato in maniera utilitaristica. 
In ogni caso, per chi fosse interessato a rivivere le fasi del lancio del lancio eccone il video. Avvertenza: le immagini sono di scarsa qualità, la copertura video dal vivo all’interno della capsula durante il lancio è nulla (le immagini all’interno di essa sono state rese pubbliche successivamente) e tutto il feed è noioso perché dal momento dell’atterraggio dell’equipaggio sino alla sua uscita passa un’eternità.
Se a bordo avessero lanciato Sandra Mondaini, sono sicuro che le sarebbe scappato un “che noia, che barba… che barba e che noia”.

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