
Un team di scienziati cinesi ha affermato di aver scoperto un metodo economico per ottenere la fusione nucleare che potrebbe non solo competere, ma anche devastare (annullandoli) tutti gli investimenti occidentali passati e pianificati in futuro per ottenere una centrale a fusione che possa finalmente erogare più energia di quanta ne consumi.
Secondo il South China Morning Post i ricercatori dell’Istituto di fisica dell’Accademia Cinese delle Scienze la scorsa estate hanno iniziato i loro esperimenti sull’energia di fusione presso l’impianto laser Shenguang II. Un fatto degno di nota: il governo cinese ha finanziato il team di ricercatori con solo 156 milioni di dollari da spendere in sei anni per condurre i loro esperimenti, una somma irrisoria rispetto ai reattori a fusione come l’International Thermal Experimental Reactor (ITER) in Francia, che ha un budget stimato tra i 45 e i 65 miliardi di dollari.
Il progetto è partito dal miglioramento di una precedente ricerca condotta la scorsa estate presso il National Ignition Facility (NIF) che ha portato a una produzione di energia da fusione maggiore di quella mai prodotta in precedenza in un laboratorio. In quell’esperimento erano stati impiegati 100 potenti laser puntati su un singolo bersaglio, ma la potenza impiegata alla fine arrivava a deformare gli specchi utilizzati per creare i laser riducendone la precisione. Il nuovo metodo prevede invece l’utilizzo di raggi laser più deboli diretti a due minuscoli coni d’oro, che una volta eccitati emettono plasma di idrogeno l’uno verso l’altro, permettendo in talune condizioni di innescare una reazione di fusione.

Sebbene i coni d’oro utilizzati vaporizzino dopo la fusione, l’impatto sul costo di produzione finale sarebbe “estremamente contenuto – se non trascurabile” come annunciato dal ricercatore capo Zhang Zhe:. “ Un piccolo granello d’oro può produrre migliaia di coni.”
Sebbene il team abbia riscontrato alcuni problemi iniziali durante gli esperimenti, Zhang ha affermato che sono stati in grado di fare notevoli progressi e si è dichiarato ottimista per il raggiungimento nel prossimo futuro di risultati ancor più significativi.
Se il team cinese dovesse riuscire a dimostrare di avere ragione, questa nuova tecnologia risulterebbe estremamente competitiva se paragonata ai costi astronomici degli attuali progetti del mondo occidentale per la costruzione di centrali a fusione nucleare, perché introducendo una riduzione dei costi pari a un fattore 100, questi ultimi verrebbero messi istantaneamente fuori gioco.

Se è vero che il livello tecnologico cinese sia stato per decenni inferiore a quello occidentale, va riconosciuto che negli ultimi anni i progressi cinesi sono stati evidenti, basti pensare che oggi in orbita la più avanzata stazione spaziale non è la ISS ma la Tiangong 3 di produzione interamente cinese, così come cinesi sono stati i più importanti passi fatti verso la produzione di centrali nucleari di quarta generazione.
Il futuro, è quindi caldo e forse con gli occhi a mandorla.