CITTADINI & UTENTI

L’Aeronautica ha ragione

Il Consiglio di Stato si pronuncia sul caso Schiff: definitivamente cancellata dai ruoli dell’Aeronautica. L'ex allieva aveva denunciato episodi di nonnismo.

La lunga querelle tra l’ex allieva pilota Giulia Schiff e l’Aeronautica Militare si è chiusa con la vittoria di quest’ultima.

La tesi della giovane aspirante, secondo la quale la sua espulsione dalla Forza Armata sarebbe dipesa da valutazioni non serene nei suoi confronti, è stata giudicata destituita di ogni fondamento. Cade quindi il castello accusatorio secondo il quale il suo rendimento sarebbe stato giudicato insufficiente dopo che ella aveva denunciato un rito di passaggio – peraltro praticato ed accettato all’interno della Forza Armata e che lei stessa aveva eseguito su altri colleghi – bollandolo come un atto di nonnismo nei suoi confronti.

Il Consiglio di Stato ha sentenziato, conformemente a quanto rilevato anche in precedenti gradi di giudizio, che Giulia Schiff è stata esclusa dal corso di volo ed allontanata dall’Aeronautica, perché non possiede le facoltà necessarie ad espletare un compito delicato come quello di condurre un aeromobile militare. Nessun fumus persecutionis, quindi, nessuna procedura o valutazione che non fosse corretta, nessuna motivazione recondita per escluderla, se non quelle applicate per selezionare tutti gli altri piloti.

Per la Forza Armata è senza dubbio una giornata felice, in quanto le viene restituita dal massimo organo di giudizio amministrativo la credibilità conquistata in decenni di attività. Meno lieta è per la ricorrente, la quale oltre ad essere definitivamente cancellata dai ruoli dell’Aeronautica, dovrà pagare le spese legali. Non è inoltre escluso che l’Aeronautica voglia legittimamente rivalersi nei confronti di chi le ha apportato un considerevole danno di immagine.

La vicenda della Schiff, infatti, di cui abbiamo dato conto fin dall’inizio, esprimendo valutazioni che sono poi state fatte proprie dal Consiglio di Stato, ha avuto notevole risonanza mediatica, con una prolungata presenza sui media cartacei, online e in televisione. Ad un certo punto, c’è stato persino l’interessamento della Vice Presidente della Camera Maria Elena Spadoni, la quale, come abbiamo rilevato in un altro articolo, ha compiuto a nostro parere un atto inappropriato quando ha espresso, in quanto personaggio politico, la propria solidarietà alla Schiff a processi in corso. La stessa Spadoni si trova oggi in una posizione di imbarazzo, e non è escluso che il suo comportamento possa essere oggetto di interrogazioni parlamentari.

Peraltro, come è suo diritto, la cittadina Giulia Schiff non ha mancato di esprimere il proprio disappunto per la sentenza. Lo ha fatto tuttavia, a nostro parere, in maniera inappropriata. Secondo quanto riportato da Dagospia, infatti, avrebbe dichiarato: «Mi rifiuto di accettare di essere schiacciata da una situazione disonesta avallata dall’omertà. Merito giustizia e di perseguire il mio sogno». Nella realtà, tutti i gradi di giudizio, fino a quello supremo, hanno statuito che non c’è stata alcuna disonestà, alcuna omertà, e giustizia è stata fatta, piaccia o no. Al di là della comprensibile frustrazione personale, queste sono a nostro parere dichiarazioni nuovamente lesive sia dell’Aeronautica, che del sistema giudiziario.

Chi aspetta ancora giustizia, invece, sono gli otto sergenti piloti dell’Aeronautica Militare chiamati in causa dalla Schiff per il supposto atto di nonnismo. Sulla questione è necessario mantenere il più assoluto silenzio, nell’attesa del sereno parere dei giudici, cui va la nostra piena fiducia.

Lo stesso silenzio, e la stessa fiducia che certamente chi ricopre una carica istituzionale deve mantenere, e chi serve la Patria con le stellette deve avere come imperativo profondo e norma di vita.

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