CITTADINI & UTENTI

Corbellerie reali

L'ignoranza e il gretinismo "inquinano" anche i reali britannici

Ci mancavano le esternazioni del principe William che in pieno wokismo aristocratico, al posto di rinunciare al titolo e agli immeritati privilegi provenienti da una famiglia aristocratica la cui immagine, altrimenti imbarazzante, è tenuta a galla solo dalla regina Elisabetta, si è messo a fare le pulci ai miliardari Jeff Bezos, Elon Musk e Richard Branson sulla questione turismo spaziale.
E nel farlo ha scodellato una serie di corbellerie degne della recente tradizione del suo casato.

Prima di spiegare quali, ricordiamo il palmares del titolato in questione: Duca di Cambridge, Barone Carrickfergus, Cavaliere Reale dell’Ordine di Garter, Cavaliere dell’Ordine di Thistle e aiutante di Campo di Sua Maestà.
Insomma, una serie di titoli che paiono provenire da un allevamento di cani di razza o da un film di Fantozzi e che alle soglie del terzo millennio appare quantomeno anacronistica.
E con un tale background medievale William, commentando il recente lancio di Blue Origin che ha portato nello spazio l’attore William Shatner ovvero il beneamato capitano Kirk, si è messo a parlare di futuro e aerospazio dicendo: “Io penso che le migliori menti del pianeta dovrebbero smettere di spendere soldi per i voli spaziali e pensare invece a riparare il nostro pianeta, focalizzandosi su soluzioni per ridurre l’inquinamento”.
E così con questa pennellata di wokismo, William segue la corrente dei gretini ricchi e ipocriti pensando di far scordare alla gente il fatto che la sua famiglia sia quella più dispendiosa, consumista e inquinante tra tutte quelle britanniche.

Per comprendere l’immensità delle corbellerie reali che egli ci ha dispensato commentando il lancio di Blue Origin sottolineandone l’impatto ambientale negativo,  ricordiamo che il razzo New Shepard utilizza un unico motore BE-3, alimentato ad idrogeno ed ossigeno liquido. Di conseguenza i suoi gas di scarico sono… vapore acqueo.
Passiamo a Elon Musk, altro grande miliardario inquinatore che secondo WIlliam, non starebbe facendo nulla per salvare il pianeta.
Orbene, Musk con Tesla è stato incontestabilmente il fautore del lancio della tecnologia per produrre auto elettriche. Per risolvere il problema della loro autonomia, con la sua altra azienda Gigafactory ha prodotto batterie ricaricabili che oltre ad alimentare le sue automobili vengono oggi utilizzate in tutto il mondo in apposite centrali di accumulazione, risolvendo il problema planetario della discontinuità dell’approvvigionamento di energia derivante da fonti rinnovabili, tipicamente quella eolica e solare.
E a proposito di energia solare, Musk alimenta le sue fabbriche utilizzando in gran parte energia derivante dai parchi solari da lui costruiti con i pannelli fotovoltaici di SolarX, altra azienda da lui formata.
Il grande inquinatore Musk ha poi avuto l’idea di mettere in orbita 1600 satelliti per fornire connettività alle zone meno sviluppate del pianeta, contribuendo così a limitare la posa di cavi in fibra ottica interrati o affondati negli oceani, la cui produzione, posa e manutenzione inquina, guarda un pò.
Con un altra sua società, The Boring Company, il cui modello di business è certamente discutibile, Musk si è dato la missione di costruire tunnel sotterranei per limitare traffico e code e di conseguenza l’inquinamento cittadino.
Terminiamo la carrellata muskiana segnalando che la sua ultima creazione, Starship ovvero il più grande vettore spaziale mai costruito, certamente inquina perché utilizza come combustibile e comburente il MetalOx, ovvero una miscela di gas metano e ossigeno che una volta bruciata produce CO2.
Vanno però fatte quattro precisazioni: la prima è che l’intera industria spaziale da quando è nata negli anni 50, in 70 anni ha prodotto emissioni nocive forse pari ad una minima frazione delle emissioni prodotte dai voli aerei in una singola giornata.
Perché alla fine, oltre a dare aria alla bocca, bisogna scendere con i piedi per terra e fare i conti sul serio.
La seconda: Musk sta studiando un sistema per produrre gas metano ricavandolo dall’estrazione di CO2 all’atmosfera.
La terza: nel fare tutte queste cose spende (il suo) denaro che non va buttato, come i critici dell’aerospazio intendono. Quel denaro serve al 100% a pagare il lavoro delle persone delle sue aziende e di quelle committenti dei loro appalti, stiamo parlando forse di milioni di famiglie considerato lo stratosferico indotto collegato alle imprese di Musk. Con quei soldi vengono pagate anche tasse, contribuendo positivamente all’economia.
La quarta: tutta l’industria spaziale di Musk è concepita per un unico scopo: far diventare l’Umanità (che già oggi sovrappopola il pianeta e inquina) una specie interplanetaria, grazie ad una serie di tecnologie che non solo possono rettificare i problemi attuali ma possono gettare le basi per una ripartenza green, su un altro pianeta.

Proseguendo nel suo delirio anti-spazio Williams si dimentica anche che tutte le osservazioni effettuate sui fenomeni di inquinamento e metereologici che hanno portato all’attuale presa di coscienza ambientale, derivano dal lavoro eseguito grazie all’ausilio dei satelliti metereologici e di osservazione messi in orbita proprio grazie ai razzi spaziali.

Detto tutto ciò, risulta alquanto paradossale la situazione per la quale un principe della più potente famiglia reale se ne esca con considerazioni al limite del bolshevikismo, pretendendo di determinare come un privato cittadino possa spendere i suoi soldi. 
E la cosa ancora più paradossale è che nel farlo, il principino se ne guarda bene da impiegare i soldi della famiglia reale a scopo ambientale o di rinunciare a macchine, scorte, possedimenti e tutto ciò che inquina. Per inciso, William possiede e guida le seguenti “utilitarie”: una Range Rover,  una Aston Martin Db6 Volante, un’Audi R8, una Jaguar XJ e una economicissima Bentley Flying Spur. Alla lista manca una Tesla elettrica, ve ne siete accorti?


È per questo che non troverete mai accondiscendenza da parte mia verso il wokismo ipocrita. Si, perché il wokismo è perlopiù un movimento ipocrita. Meglio stare zitti, protestare di meno, e fare ognuno la nostra parte in silenzio, senza cercare di apparire sui tabloid.

Perché stampare, inquina.




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