
A poco più di un mese dal precedente lancio che aveva portato Jeff Bezos e suo fratello nello spazio insieme ad altri due astronauti tra i quali la leggendaria Wally Funk, Blue Origin raddoppia tra l’entusiasmo (e il terrore) degli appassionati della saga fantascientifica di Star Trek. Ospite d’onore tra i componenti dell’equipaggio era infatti l’attore William Shatner, venuto alla ribalta proprio con l’iconica serie tv impersonando il capitano spaziale più amato della storia.

Il lancio della missione NS-18 (che un attento professionista del marketing avrebbe dovuto invece rinominare NCC-1701) è avvenuto senza intoppi, il petardo spaziale a salve, perché di questo tecnicamente si tratta, ha raggiunto la sua quota di apogeo superando i 115 km di altitudine e rientrando rallentato dall’unico retrorazzo nel caso del primo e unico stadio e da paracaduti per la capsula passeggeri.
Con la missione NS-18 Blue Origin consolida due record: quello del lanciatore privato con più lanci di equipaggi non professionisti e il lancio della persona più anziana della storia spaziale ovvero lo stesso Shatner, ora novantenne.
Un terzo record, quello del primo attore nello spazio gli è stato però scippato sul fil di lana pochi giorni dalla missione MS-19 dell’agenzia spaziale russa RosKosmos con la messa in orbita dell’attrice Yulia Peresild.
Il lancio di Blue Origin è però avvenuto nel peggior clima possibile ovvero dopo la pubblicazione di una lettera firmata da una quindicina di ingegneri spaziali impiegati nella stessa Blue Origin, nella quale si denunciava la non prontezza e sicurezza del razzo vettore e della capsula a causa di supposte scorciatoie impiegate dalla società di Jeff Bezos nella realizzazione del vettore spaziale, imposte da egli stesso ai suoi ingegneri per poter competere con i tempi dei lanci dell’agenzia Virgin Galactic.
Proprio a causa di questa lettera, la comunità di appassionati della serie Star Trek era estremamente preoccupata per la sorte del loro beneamato capitano James T. Kirk.
Sia i lanci di Blue Origin che quelli di Virgin Galactic sono accomunati da una particolarità apparentemente senza senso: le due aziende competono per la supremazia nel turismo spaziale suborbitale e vendono i biglietti ad un prezzo salatissimo, eppure entrambe non consentono ai prospetti astronauti di portare con sé materiale se non di stretto uso personale, impedendo ad essi poi di poterlo rivendere, una pratica molto comune nell’industria dell’aerospazio. Ma non è finita qui, il divieto si estende anche ai telefoni cellulari e videocamere, impedendo così ai partecipanti di effettuare scatti e riprese a futura memoria.
Siccome questa testata giornalistica è una testata per nerd in cui scrivono altri nerd, chiudiamo l’articolo chiedendo all’Intelligenza Artificiale NightCafè di celebrare il lancio della missione NS-18 producendo un dipinto a tema partendo però solo da una generica descrizione scritta: “William Shatner si immagina l’imminente lancio con Blue Origin”.
Ed ecco il risultato.
