CITTADINI & UTENTI

L’Italia dei successi e la “perfida Albione”

Il cricket, considerato uno degli sport “minori” in Italia, ha portato in questo fantastico 2021 un altro storico successo agli azzurri.

La Nazionale italiana di Cricket, dopo ben 23 anni dall’ultima vittoria e per la seconda volta nella storia, ha sconfitto l’Inghilterra nell’European Cricket Championship T10 in corso a Malaga, Spagna, sui campi del Cartama Oval.

Dopo la sconfitta nella finale degli Europei di calcio e nella staffetta 4×100 M ai Giochi Olimpici di Tokio, la “perfida Albione” deve ingoiare un altro rospo, per di più nei prati sui quali si pratica uno sport che proprio in Inghilterra del XIV secolo ha visto la propria origine.

La Nazionale italiana (attualmente posizionata intorno al ventesimo posto nel ranking mondiale) è in crescita costante negli ultimi anni. Il gioco del cricket, infatti, che risulta essere il secondo sport più praticato al mondo, ha visto crescere il numero di appassionati di questa disciplina che, nel tempo, ha affinato le regole di gioco – come tutti gli sport, del resto – fino all’attuale formula, e che si svolge all’aria aperta, su un campo in erba un po’ più ampio di un campo di calcio. Diciamo “un po’ più ampio” perché nessuna prescrizione esiste riguardo alle dimensioni del terreno di gioco!

La storia registra il 1793 come l’anno in cui, in Italia, e precisamente a Napoli, fu disputato il primo incontro e, progressivamente, grazie anche soprattutto alle presenze di diplomatici e militari stranieri in Italia, i sodalizi legati al cricket e al football cominciarono a fiorire in tutta Italia. Dopo un periodo di oblio, negli anni ’60 furono allestiti i primi terreni di gioco a Roma e finalmente, nel 1980, venne fondata l’Associazione Italiana Cricket, poi sfociata nell’attuale Federazione Cricket Italiana, affiliata al CONI.

In Italia, dove sono presenti ben 45 Club federati, si disputa un regolare campionato nazionale, nel rispetto dei valori insiti in una disciplina che nasce come “gentlemen game” e quindi fondato sul fair-play e il rispetto dell’avversario.

Abbiamo raggiunto per una rapida intervista Fabio Marabini, Presidente del Consiglio Federale della Federazione Cricket (e mio compagno di classe al Liceo, ndr) che, tra un impegno e l’altro a Malaga, ci ha dedicato alcuni minuti.

Fabio, come ci si sente dopo una vittoria così storica?

Una soddisfazione assoluta da tifoso più ancora che da dirigente, ottenuta con una squadra di amatori di cui buona parte sono ex compagni di squadra, amici con cui ho condiviso viaggi e sacrifici negli allenamenti oltre alla passione del gioco, e che abbiamo faticato a mettere insieme per via del covid e altre problematiche, ma che ha messo in difficoltà quelli che sono a tutti gli effetti dei professionisti o semiprofessionisti di una categoria ben diversa, atleti veri, molti dei quali giocano o han giocato first class cricket con qualche contea inglese.

Il percorso verso le fasi finali del campionato è ancora lungo?

Tra oggi e domani ci giochiamo l’accesso alle fasi finali, abbiamo trovato un buon assetto e siamo cresciuti nel corso del torneo e sappiamo che non abbiamo avversari che non possiamo battere.

Parliamo del cricket: è uno degli “sport nobili” e di più lunga tradizione al mondo, ispirati al fairplay e al rispetto dell’avversario. Un po’ come altri sport di origine anglosassone, corretto?

Corretto, il preambolo alle regole del cricket parla specificatamente dello “spirito del gioco” ed in campo si vede in generale molto rispetto, la giusta tensione agonistica ma poca aggressività, è considerato “the gentlemen’s game”

Molti giocatori della squadra azzurra hanno nomi esteri: quali sono i criteri per la chiamata nella “rosa” della Nazionale?

Ci sono i criteri di eleggibilità definiti dall‘International Cricket Council, la federazione internazionale della quale siamo membri:  passaporto italiano oppure 3 anni di residenza, della squadra che c’è ora a Malaga circa metà hanno il passaporto italiano, altri sono residenti di lungo periodo, ma la cosa più bella è stato sapere che hanno voluto imparare l’inno a memoria, o che mi hanno scritto che era un vero onore difendere i colori della nazione che li ospita. 

Che iniziative ha messo in campo la Federazione da Te presieduta per una maggiore diffusione del cricket, anche tra i più giovani, certamente attratti dal “canto delle sirene” di altri sport di squadra indubbiamente più “popolari”?

Abbiamo in essere una collaborazione con il CSI per la diffusione del cricket nella fascia sotto i 12 anni, per il resto andiamo nelle scuole (compatibilmente con la pandemia) e abbiamo un piano pluriennale per la formazione di tecnici che possano seguire gli istituti scolastici su tutto il territorio, ora che abbiamo avuto il riconoscimento dal ministero dell’istruzione, ma la cosa su cui puntiamo di più è lo sviluppo dell’impiantistica, per la quale abbiamo un piano di crescita in costante evoluzione, perché lì siamo anni luce indietro rispetto alle altre principali nazioni europee, e per portare i giovani italiani o figli di immigrati di seconda generazione e, soprattutto, le ragazze a giocare, servono impianti all’altezza, con spogliatoi e tutto quello che serve. Siamo in crescita, con un budget molto limitato, ma lavoriamo per obiettivi chiari e definiti.

Federazione Cricket Italiana dopo la vittoria contro l’Inghilterra (Fonte: Federazione Cricket Italiana/Facebook)

Tutta la redazione di Infosec.news si stringe intorno ai nostri campioni nell’ovale, in vista dei prossimi impegni nel campionato europeo e, a brevissimo, anche nella fase finale a quattro delle qualificazioni europee per il Mondiale ICC Men’s T20, contro Germania, Danimarca e Jersey, previste ad Almerìa (Spagna) a metà ottobre.

Ad maiora, e forza Azzurri!

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