
Questo che vedete di seguito è un grafico comparativo, elaborato da Il Sole 24 Ore, sul numero di morti da COVID-19 nel 2020 e nel 2021. Trovarlo su un sito così autorevole è stato un sollievo, mi ha confermato che la memoria non mi ingannava. Da giorni, infatti, i report sui decessi esposti nei notiziari avevano iniziato a farmi sorgere delle domande alle quali, detto molto francamente, non sono ancora riuscito a dare risposta.
Ho deciso così di scrivere un messaggio in bottiglia con un duplice scopo. Da una parte sono certo che questo intervento possa dar voce a chi come il sottoscritto si è posto questi interrogativi, dall’altra sarei ben felice se qualcuno, esperto in materia, potesse fornire spiegazioni convincenti ed esaurienti.

Il grafico di cui sopra vede un sostanziale allineamento dei due andamenti tra metà maggio e la seconda metà di luglio, dove la curva che si riferisce al 2021 inizia a distaccarsi sempre di più da quella del 2020, arrivando ai giorni nostri in cui il dato dei 71 morti nel 7 settembre 2021 si scontra con i 12 dello stesso giorno del 2020.
Mi domando sommessamente se ci sia qualcosa che non sta funzionando. Ad oggi il 72,34% della popolazione italiana over 12 – compreso il sottoscritto – ha completato il ciclo vaccinale (fonte: governo.it), mentre nello stesso periodo del 2020 il primo vaccino disponibile (Pfizer/BioNTech) non aveva neanche ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio dall’AIFA, arrivata poi il 22 dicembre 2020 (fonte: aifa.gov.it).
La riapertura di alcune attività e manifestazioni chiuse l’anno passato non può giustificare il trend osservato. In larghissima parte chi vi voglia accedere deve infatti esibire il Green Pass, ovvero la certificazione che attesta il completamento del ciclo vaccinale, e mantenere il corretto distanziamento.
Colpa delle varianti che rendono inefficaci i vaccini? Il problema non è di poco conto dato che secondo l’ultima indagine di prevalenza – condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel periodo 17 luglio – 30 agosto 2021- le stime delle cosiddette Variants of Concern (VOC) dimostrano che la variante Delta ha una prevalenza pari a 88,1%. È lo stesso Istituto Superiore di Sanità sul proprio portale web però a chiarire che “Per quanto riguarda l’impatto sull’efficacia delle vaccinazioni i primi studi affermano che il ciclo completo dei quattro vaccini già approvati rimane protettivo nei confronti di tutte le VOC”. Poco o nessun pericolo, dunque, per chi è già vaccinato.
Colpa della maggior aggressività della variante Delta rispetto al virus che ci ha colpito nel 2020? L’ISS dichiara che “le varianti del virus considerate preoccupanti hanno tutte mostrato evidenze di un impatto sulla gravità della malattia”. Il non detto è che le varianti dovrebbero avere una platea di suscettibili notevolmente inferiore a quella che aveva il virus nella forma presente in Italia nell’estate 2020, producendo così un numero di morti che – se rispetto ai suscettibili è superiore – in termini assoluti dovrebbe essere significativamente più basso.
Come si spiegano dunque tutti questi morti? Ringraziando anticipatamente chi avrà la bontà di rispondere, mi sovviene un’ultima domanda: con i numeri attuali è lecito aspettarsi un’altra terrificante ondata di morti nel periodo autunnale?