
Un bentornato ai nostri lettori al consueto appuntamento settimanale con il monitoraggio indipendente della pandemia ad opera della Fondazione GIMBE. Rispetto alla scorsa settimana, nella settimana 25-31 agosto 2021, si rileva una sostanziale stabilità dei nuovi casi (45.134 vs 45.251) (figura 1) e dei decessi (366 vs 345) (figura 2). Aumentano, seppure in maniera lieve i casi attualmente positivi (137.925 vs 135.325), le persone in isolamento domiciliare (133.129 vs 130.785), i ricoveri con sintomi (4.252 vs 4.036) e quelli nelle terapie intensive (544 vs 504) (figura 3).



Per quanto riguarda gli aggiornamenti epidemiologici, schematizzando, rispetto alla settimana scorsa, queste sono le variazioni:
- Decessi: 366 (+6,1%), di cui 42 riferiti a periodi precedenti
- Terapia intensiva: +40 (+7,9%)
- Ricoverati con sintomi: +216 (+5,4%)
- Isolamento domiciliare: +2.344 (+1,8%)
- Nuovi casi: 45.134 (-0,3%)
- Casi attualmente positivi: +2.600 (+1,9%)
Il Presidente della Fondazione GIMBE Cartabellotta ha dichiarato in proposito «Rimangono stabili i nuovi casi settimanali, sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 6.448 (figura 4). I casi rimangono tuttavia sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla limitata attività di tracciamento dei contatti».

Rispetto a quella precedente, nella XXXIV° settimana di questo 2021, in 9 Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, mentre in 12 Regioni crescono gli attualmente positivi (tabella 1). In 67 Province l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Basilicata, Emilia-Romagna, Marche, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. Sono 11 le Province con oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Enna (310), Siracusa (270), Caltanissetta (261), Ragusa (252), Cagliari (210), Catania (191), Palermo (172), Reggio di Calabria (167), Messina (164), Trapani (162), Sud Sardegna (156). Stabili i decessi: 366 di cui 42 relativi a periodi precedenti.

La responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE Renata Gili infatti ha commentato il dato così: «Sul fronte ospedaliero frena l’aumento dei posti letto occupati: rispetto alla settimana precedente +5,4% in area medica e +7,9% in terapia intensiva».
Il dato preoccupante su questo fronte è l’aumento del +291% dei pazienti COVID ricoverati in area medica – dove si è passati da 1.088 del 16 luglio ai 4.252 pazienti del 31 agosto (+291%) – e quello del +260% nelle terapie intensive, dove si è passati dai 151 ricoverati del 14 luglio a 544 del 31 agosto.
Per quanto a livello nazionale il tasso di occupazione rimanga basso (7% in area medica e 6% in area critica), si rilevano differenze regionali notevoli: per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% di occupazione la Sicilia (23%) e la Calabria (17%) (figura 5); per l’area critica sopra la soglia del 10% Sicilia (13%) e Sardegna (13%) (figura 6).


Il direttore operativo della Fondazione Marco Mosti ha commentato così il dato: «Si registra un lieve aumento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva con una media mobile a 7 giorni di 43 ingressi/die rispetto ai 40 della settimana precedente» (figura 7).

E passiamo dunque ad un altro grande capitolo del comunicato GIMBE, ovvero le novità che riguardano i Vaccini. Per quanto riguarda le forniture, al 1° settembre (aggiornamento ore 6.12) risultano consegnate 86.126.058 dosi. Netto il cambio di passo sul fronte delle forniture: nelle ultime 4 settimane sfiorata quota 15 milioni di dosi a fronte di 10,1 milioni delle 4 settimane precedenti (figura 8). «Le scorte attualmente disponibili – spiega Marco Mosti – ammontano ad oltre 7,8 milioni di dosi di vaccini a mRNA, un numero ampiamente sufficiente ad accelerare la campagna vaccinale in questa fase che precede la riapertura delle scuole».

Questo capitolo del Rapporto prosegue con le notizie che riguardano le somministrazioni di vaccino, al 1° settembre (aggiornamento ore 6.12) 42.609.377 di persone, pari al 71,9% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, con un aumento di +841.834 rispetto alla settimana precedente; inoltre il 63,9% degli italiani (n. 37.882.252) ha completato il ciclo vaccinale (+1.195.342) (figura 9). In aumento nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.832.949) (figura 10), con una media mobile a 7 giorni che, dopo il crollo da oltre 592 mila del 28 luglio a circa 199 mila del 20 agosto, ha ripreso a salire raggiungendo quota 270 mila il 31 agosto (figura 11). «Nonostante la ripresa del ritmo delle somministrazioni – commenta Cartabellotta – il numero di prime dosi sul totale si attesta intorno al 40%: impossibile stimare se e in che misura questo numero sia destinato a salire vista l’indisponibilità di dati pubblici sulle prenotazioni contrariamente a quanto previsto dalla normativa».



Il rapporto prosegue dunque con i dati relativi alla copertura degli over 50: in questa fascia d’età l’87,8% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con nette differenze regionali: dal 92,4% della Puglia al 81,4% della Sicilia. Purtroppo, l’incremento settimanale nazionale è letteralmente irrisorio, fermandosi al +0,7%. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.183.962 (93,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 106.032 (2,4%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 5.298.860 (88,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 145.165 (2,4%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 6.262.871 (84,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 250.541 (3,4%) hanno ricevuto solo la prima dose.
- Fascia 50-59 anni: degli oltre 9,4 milioni, 7.239.376 (76,5%) hanno completato il ciclo vaccinale e 529.748 (5,6%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Complessivamente sono 4,4 milioni gli over 50 parzialmente o totalmente privi di copertura vaccinale (figura 12), di cui 3,34 milioni (12,2%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose, con rilevanti differenze regionali: dal 18,6% della Sicilia al 7,6% della Puglia (figura 13). Questa è letteralmente una bomba a orologeria.


Fortunatamente, a fronte di un sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in queste fasce d’età, salgono tutte le curve degli under 50: in particolare s’impenna la fascia 12-19 e quella 20-29 supera le percentuali di copertura delle fasce anagrafiche 30-39 e 40-49 (figura 14.) La figura 15 illustra le coperture vaccinali per fascia di età.


Verrebbe da commentare: OK, BOOMER se non ci fosse il rischio di una tragedia dietro l’angolo. Forse è il caso di riporre qualche speranza nei giovani.
Arriviamo dunque all’ultima sezione del Rapporto, che è ultima solo in lista: tratta infatti il tema dell’efficacia vaccini, un argomento al cui riguardo si è sentita una tale pletora di panzane da far gelare il sangue nelle vene. Cartabellotta in merito ha dichiarato: «Considerato che la “scadenza” del green pass per le persone vaccinate all’inizio dell’anno ha innescato il dibattito sull’opportunità della terza dose la Fondazione GIMBE ha analizzato l’efficacia vaccinale e la durata della copertura sulla base dei dati resi disponibili dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS)». Sulla base di questo studio, l’efficacia del vaccino da aprile ad oggi rimane stabile e superiore al 94% nel ridurre i decessi e le forme severe di malattia che richiedono ospedalizzazione e ricovero in terapia intensiva. Questo, commento io, è l’unico dato in merito che abbia senso in mezzo al mare di pinzillacchere che si sono ascoltate recentemente. Per quanto riguarda la positività al SARS-CoV-2, l’efficacia si riduce dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 79,7% (periodo 4 aprile-22 agosto).
In altri termini, si rileva una progressiva riduzione dell’efficacia delle coperture vaccinali nei confronti di infezioni asintomatiche e forme lievi di malattia che non necessitano di ricovero.

È davvero interessante come questa riduzione risulti inversamente proporzionale all’età: al 22 agosto l’efficacia è del 67,4% nella fascia 12-39 anni e del 77,1% in quella 40-59 anni (al 4 luglio erano rispettivamente 79,8% e 80,8%); visto che negli over 60 l’efficacia sulla diagnosi si mantiene superiore all’85% è verosimile che tra i più giovani abbiano influito durante il periodo estivo la maggiore occasione di contatti sociali e una minore attenzione ai comportamenti individuali, che restano fondamentali per prevenire il contagio anche nelle persone vaccinate. Da quello che si potrebbe intendere da un ascolto distratto dei TG, potrebbe sembrare che il green pass ed i vaccini siano l’alternativa a mascherine e restrizioni sociali. Non c’è nulla di più sbagliato: se vogliamo uscire prima o poi da questa benedetta pandemia dobbiamo avvalerci CONTEMPORANEAMENTE dei vaccini (forse anche di più di due dosi) E del distanziamento più le mascherine.

A fronte di un aumento di ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi sia nei vaccinati che nei non vaccinati, rispetto alla precedente rilevazione dell’ISS, il rapporto fra i due gruppi si mantiene pressoché stabile, con del rischio rispettivamente dell’85,3%, 89,3% e 78,9% in chi non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino rispetto a coloro che hanno completato il ciclo vaccinale. Detto in parole semplici: chi non è vaccinato ha un rischio consistentemente più alto di risultare positivo, dover essere ricoverato, dover essere intubato o uscire dall’ospedale in un cappotto di legno e a piedi avanti.

Infine, il numero di operatori sanitari positivi al SARS-CoV-2, dopo un netto calo dall’inizio della campagna vaccinale, nei mesi di luglio e agosto fa registrare una lieve risalita. Tuttavia è ancora presto per affermare con certezza se il fenomeno sia attribuibile ad una perdita di efficacia della copertura vaccinale o rifletta l’aumentata circolazione virale nella popolazione generale.
