
La competizione passa anche per l’emulazione. Prima la stazione spaziale, ora, secondo le indiscrezioni, lungi dall’essere comprovate, si tratterebbe di un’Area 51 made in China.
È bene ripeterlo, non ci sono prove concrete, solo piccoli indizi che continuano a dare adito a questa voce.
Ci troviamo in remote località desertiche della Cina, luogo in cui neanche con Google Maps ci si saprebbe orientare, anche perché le immagini non sono aggiornate ai tempi attuali.
Mancherebbero all’appello, secondo NPR, una dozzina di nuovi edifici…le immagini satellitari mostrano una rapida espansione delle strutture in quest’angolo remoto della Cina, prima adibito unicamente ad aeroporto.
Di questo aeroporto nella provincia dello Xinjiang però non si sapeva un bel nulla, fino allo scorso settembre, quando, in occasione del lancio del primo veicolo spaziale cinese senza equipaggio riutilizzabile, dopo due giorni di orbita, venne impiegato per l’atterraggio su una pista lunga circa 5 chilometri.
Eppure negli ultimi mesi ad affiancare la pista sono sorti almeno una dozzina di nuovi edifici. Sebbene le immagini di Google Maps del 2021 non mostrino ancora le nuove strutture, se si rimpicciolisce la pista visibile, la striscia sembra chiaramente far parte di un triangolo equilatero, consentendo decolli e soprattutto atterraggi, da tre direzioni.

La polverosa pista di atterraggio potrebbe essersi forse tramutata in qualcosa di più? Potrebbero i nuovi edifici segnalati suggerire la nascita di una base nel bel mezzo del nulla, a miglia da qualsiasi civiltà, rivelandosi molto utile per un paese che cerca di mantenere segrete le sue capacità aerospaziali?
Forse si, forse no…insomma, non è una novità questo alone di silenzio e segretezza dietro le operazioni cinesi, d’altronde anche altre nazioni, tra cui gli USA, mantengono questo tipico vizietto.
Negli anni ’50, il governo degli Stati Uniti istituì tale base nell’Area 51, nel profondo deserto del Nevada e adiacente ai siti di test nucleari, lontano da occhi indiscreti. Il Pentagono e la CIA hanno testato e pilotato gli aerei spia U-2 e SR-71, il bombardiere B-2 e il caccia stealth F-117A e sperimentato molti altri progetti meno riusciti, ma probabilmente non li sapremo mai tutti.
La Cina, dal canto suo, correndo per raggiungere gli Stati Uniti in diversi ambiti aerospaziali, potrebbe sicuramente pensare di allestire un’Area 51 tutta sua. Secondo quanto riferito, il paese starebbe attualmente sviluppando un nuovo bombardiere stealth, l’H-20, che sarà della stessa categoria del B-2.
Dunque, solo quando nell’ipotetica Area 51 cinese germoglieranno grandi hangar delle dimensioni di un bombardiere sapremo con certezza che sta succedendo qualcosa di interessante.