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Le 10 strategie di manipolazione da parte dei media

Noam Chomsky, docente e ricercatore al MIT, fondatore della Cognitive Science, è fra gli intellettuali più rispettati al mondo. Oltre a essere linguista fra i più importanti, è anche filosofo e politologo, voce importante e ascoltata nel mondo dell'attivismo politico. Chomsky ha scritto, un paio di anni fa, un saggio, a puro scopo educativo, che riassume le strategie di controllo dei media. Lo si è tradotto e adattato per facilitarne al lettura. Servono pochi minuti. Non ve ne pentirete. Non foss'altro per ampliare le proprie conoscenze.

Traduzione e adattamento di Andrea Aparo von Flüe

 Versione Originale di Noam Chomsky

Nota: per ognuna delle pratiche manipolatorie descritte qui di seguito, sono disponibili azioni correttive, che possono (devono?) essere apprese e applicate dalla società civile, in tutte le sue espressioni

1. Strategia della distrazione 

Una componente essenziale del controllo sociale è la strategia della distrazione, che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi e dai cambiamenti importanti decisi dalle élites politiche ed economiche. Tale strategia prevede l’uso della tecnica dell’inondare i soggetti interessati con un flusso continuo di distrazioni e informazioni inessenziali, così che la loro mente diventi più docile e meno critica.

La strategia della distrazione è anche indispensabile per prevenire l’interesse di massa per scienza, economia, psicologia, neurobiologia e cibernetica. 

“Tieni il pubblico occupato, occupato, occupato, non lasciargli tempo per pensare; tornerà tranquillo alla stalla, come gli altri animali della fattoria”.  

(Op. Cit.  “Armi silenziose per guerre tranquille” di Anonimo).

2. Creare problemi per poi offrire soluzioni

Questo metodo è anche chiamato “Problema- Reazione- Soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” progettata per causare una qualche reazione nel pubblico, con lo scopo che diventi la norma per le misure correttive che si desidera fare accettare. Esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana; organizzare attentati cruenti, con lo scopo che sia l’opinione pubblica a richiedere leggi sulla sicurezza e politiche più stringenti, a discapito della libertà individuale; innescare una crisi economica per far accettare come male necessario la riduzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici. (NdT: si lascia ai lettori meditare su come i NoVax e i No GreenPass applichino tale strategia…).

3. Strategia della gradualità

Per rendere accettabile una misura inaccettabile, basta applicare, in modo graduale, sufficiente pressione, anno dopo anno. Così facendo, durante i decenni 1980-90, condizioni socio-economiche radicalmente nuove (si fa riferimento al neo-liberalismo) sono state imposte negli USA: minimizzazione del ruolo dello Stato, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantiscono più redditi dignitosi, globalizzazione, libero scambio, austerità. Un insieme di cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati introdotti in una soluzione unica.

4. Strategia del differire

Altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ma non immediata. Molto più facile fare accettare un sacrificio nel futuro prossimo venturo che nel presente. In primo luogo perché il provvedimento non è in vigore subito (NdT: vedi gestione crisi Covid19); poi perché il pubblico, la massa, tende sempre ad aspettarsi, ingenuamente, che “domani andrà tutto meglio” e dunque, forse, il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al “popolo” di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo, ormai rassegnato, quando arriva il momento.

5. Parlare al pubblico come fossero bambini

La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa narrazioni, dialoghi, argomenti, personaggi e un tono infantile, spesso puntando alla fragilità e alla tenerezza, come se lo spettatore avesse pochi anni di vita, o una mentalità particolarmente infantile. 

Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende a usare un tono infantile. Perché? 

“Se ci si rivolge a una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla capacità di essere suggestionato, l’ascoltatore probabilmente tenderà a rispondere o a reagire, senza pensarci troppo, con il senso critico di una persona di 12 anni, o meno”. (Op. Cit. “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6. Attrarre l’emozione, non la ragione

Sfruttate le emozioni è una tecnica classica per cortocircuitare l’analisi razionale e, di conseguenza, il senso critico dell’individuo. L’uso del registro emotivo apre la porta all’inconscio, inducendo comportamenti, facilitando l’impianto di idee, desideri, paure, timori, bisogni. 

7. Tenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità

Fare di tutto per essere certi che il pubblico sia incapace di capire le tecnologie e i metodi utilizzati per controllarlo e tenerlo in schiavitù. 

“La qualità dell’educazione fornita alle classi sociali più basse deve essere la più povera e mediocre possibile, così che la distanza culturale fra le classi basse e quelle alte sia impossibile da colmare per le classi più povere”. (Op. Cit. “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

8.  Stimolare il pubblico a compiacersi della mediocrità

Fare credere al “popolo” che è di moda essere stupidi, volgari, senza educazione. Allo stesso tempo occorre soffocare la cultura, la scienza e le arti che non rispettano tale norma.

9.  Rafforzare il senso di colpa

Necessario fare credere alle singole persone di essere colpevoli delle proprie disgrazie generando in loro dubbi e timori sulla loro intelligenza, capacità, talento, sui loro sforzi. 

Così facendo, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto-svaluta e si colpevolizza, entrando in uno stato depressivo. Si ottiene così l’inibizione della sua possibile reazione e quindi azione. Senza azione non c’è rivoluzione.

10.  Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono 

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites. Grazie a biologia, neurobiologia e psicologia applicata, il “sistema” si è potuto avvalere di una conoscenza avanzata dell’essere umano, nella sua forma sia fisica che psichica. Il sistema ha sviluppato una conoscenza dell’uomo (donna) comune superiore di quella in possesso ai singoli soggetti. 

Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema ha un controllo sugli individui maggiore di quello che i singoli individui esercitano su sé stessi.

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