CITTADINI & UTENTI

I Carabinieri Forestali non sono il problema, ma la soluzione

Le foreste sono in fiamme. Tutta colpa dei carabinieri. No, non è così…

Quando cominciarono a circolare le prime voci sull’accorpamento dei nostri “Forestali” espressi subito la mia netta contrarietà preoccupato per le conseguenze di ogni intervento sull’architettura delle istituzioni che non fosse frutto di maturo esame e meditate scelte riformatrici.

Sbagliavo. La questione era stata ben meditata. Il Corpo Forestale dello Stato, entità sostanzialmente marginale per numero e strumenti operativi, era da poco stato trasformato in una macchina di grandi potenzialità per effetto di una legge di cui poco si era colta la portata. Poteri nuovi si sommavano a quelli esistenti; àmbiti di intervento, prima preclusi, si aprivano come vaste praterie vergini alla pretesa di legalità dello Stato.

Nasceva un gigante, ma dai piedi d’argilla. Mi tornò alla mente la figura del Golem che tanta parte ha nella tradizione ebraica. La forza del Golem, questo impressionante gigante d’argilla, è nulla fino a quando una pratica rituale non lo investe della carica sinergica che moltiplica il suo vigore senza che si perda il controllo della sua azione, sempre risolutiva.

Sono pochi i “Forestali”; molti e complessi sono i nuovi compiti che la legge loro attribuisce; quella legge che dimenticò di rafforzarne adeguatamente gli organici e la dotazioni di mezzi. Nasceva, nella totale disattenzione e con una camiciola sdrucita, una vera ed agognata “Polizia dell’Ambiente”.

L’Arma dei Carabinieri, intanto, da oltre trent’anni, aveva sviluppato grande competenza nel settore con l’istituzione del Nucleo Operativo Ecologico (1986) e, successivamente, del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente (2001) divenuto poi Comando Unità Forestali, Ambientali ed Agroalimentari (2016). Tanta roba, come si direbbe oggi.

Ne derivò una sempre maggior sensibilità ai temi dell’ecologia in tutte le cinquemila Stazioni dell’Arma sparse sull’intero Paese; stazioni che, grazie alle sinergie interne, possono contare tutte sulla possibilità di impiegare risorse investigative, umane e telematiche, mezzi aerei, terrestri e navali semplicemente digitando una richiesta sufficientemente motivata.

Ecco cosa mancava al Golem: una struttura capillare e potente per dare concretezza al un disposto legislativo carico di belle intenzioni, ma dal… braccino corto. Ora il personale specializzato dei Carabinieri Forestali si vede supportato da una macchina ben rodata che sostiene la sua azione col cemento armato del rapporto di colleganza, una testuggine contro i crimini ambientali.

Non mi soffermo sui primi risultati, peraltro estremamente positivi, di questa geniale iniziativa di accorpamento: c’è tempo per le statistiche; osservo però che dal provvedimento sono stati esclusi i Forestali delle Regioni a Statuto Speciale e le Provincie Autonome: guarda caso, proprio le aree del paese, oltre alla Calabria, dove il fuoco sta devastando il nostro patrimonio forestale.

Dove siano le responsabilità lo scopriremo; per ora limitiamoci a constatare che dove il fuoco imperversa maggiormente non ci sono “accorpati”. Basterebbe questo soltanto per tacitare quei mestatori senza bandiera che attribuiscono proprio all’accorpamento nell’Arma l’incremento della furia infernale degli incendiari che perseguono fini criminali di grande portata. Essi, gli allevatori di bufale, sono oggettivamente complici di questo disegno, oppure di questo disegno approfittano per dare sostegno a quella sparuta minoranza di “accorpati” che hanno dovuto rinunciare alle rendite di posizione nel vecchio Corpo Forestale, sostanzialmente privo di un organico e stringente strumento di controllo ed indirizzo per quella che è, ora, una vera ed articolata “Polizia dell’Ambiente” i cui componenti non esodano più verso incarichi presso segreterie e gabinetti vari.

Se ne facciano una ragione, lor Signori: si è costituita una nuova eccellenza italiana. Per inciso, non ho mai incontrato un Carabiniere Forestale disposto a riconsegnare gli Alamari dell’Arma e questo, scusate la prosaicità, è la ciliegina con cui mi compiaccio di decorare la torta. Flambé.

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