CITTADINI & UTENTI

USA: taglio dei fondi destinati alla polizia, cronaca di una morte annunciata

La controversa iniziativa induce un picco senza precedenti in assalti e omicidi negli Stati Uniti

Se si è prestata attenzione alle news americane ultimamente, si sarà sicuramente sentito parlare del “Defund the Police” (DTP).

L’iniziativa della sinistra americana che continua a generare entusiasmo tra le file dei progressisti era partita dall’omicidio di George Floyd, diventando parte integrante del pacchetto di proposte risolutive per quello che il tam tam mediatico continua a definire “razzismo sistemico” all’interno della società americana. 

In sintesi, l’establishment si proponeva tramite il proposto cambio radicale di direzione, di “ridisegnare il sistema dell’ordine pubblico” attraverso il taglio dei fondi destinati alle forze dell’ordine ed il riallocare questi in iniziative come servizi sociali in quartieri a grande concentrazione afroamericana, educazione e sovvenzione alla disoccupazione all’interno di tali precinti.

Le municipalità che hanno implementato il DTP, ridirigendo parte dei fondi destinati alle forze dell’ordine a servizi sociali, città come Los Angeles, Portland, Minneapolis, New York City, si vedono adesso obbligate a confrontarsi con consistenti impennate nelle percentuali di omicidi e crimini legati alla violenza. 

A Minneapolis, città dove George Floyd fu ucciso ad esempio, il consiglio comunale ha già iniziato da tempo a tagliare fondi e smantellare il dipartimento di polizia cittadino con capitali ridiretti dell’ammontare approssimativo di otto milioni di dollari. A cavallo tra l’11 dicembre 2020 ed il 28 marzo 2021, gli omicidi hanno subito un aumento del 46% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Simili e spesso più cupi scenari si presentano nelle altre grandi metropoli:

Ad Atlanta, l’incremento in omicidi rispetto all’anno scorso supera il 50%.

Seattle, la città della “primavera dell’amore”, ha subito nel 2020 il più alto numero di omicidi degli ultimi 26 anni a monte di una riduzione del budget destinato alla polizia di più del 18%. 

New York ha tagliato i fondi del suo dipartimento di polizia per un miliardo di dollari, principalmente attraverso l’eliminazione di unità di quartiere e la riduzione di personale. Risultato? Il crimine ha subito un aumento del 500%, candidandosi, proiezioni alla mano, a stabilire nuovi record assoluti a breve. 

Simile storia per la città degli angeli, dove gli omicidi registrano un aumento del 26.5% nel 2020 a causa della riduzione del personale delle FFOO e del budget a questi destinato, con un taglio dei fondi della magnitudine di 150 milioni di dollari.

Solo nei primi cinque mesi del 2021 Chicago ha subito 195 omicidi e le proiezioni vedono la percentuale impennarsi ben oltre il 22% del mese di maggio. 

Ed infine Portland, dove l’amministrazione locale, tra le altre iniziative, ha smantellato l’unità di pubblica sicurezza destinata alla riduzione delle aggressioni a mano armata. Risultato? Gli omicidi hanno subito un incremento del 400% rispetto al 2019.

Cos’hanno in comune queste città? Sono tutte gestite da un’amministrazione locale democratica.

Ammettiamo per un attimo che il sistema di sicurezza e polizia americano dimostri seriamente un’incapacità a tenere a bada il crimine e/o che il suo personale sia eccessivamente aggressivo. Possibili percorsi risolutivi dovrebbero contemplare mirati programmi addestrativi, migliore equipaggiamento ed un incremento del personale che alleggerisca il carico lavorativo sulla forza esistente. Nessuna delle soluzioni tesa ad un’efficace ed oggettiva soluzione del problema potrebbe incorporare un taglio di fondi, anzi, il rafforzamento del budget è una condizione vitale ai fini del miglioramento dell’efficacia del servizio.

Andrew Sullivan in un articolo di giugno sul “The Weekly Dish” riporta interessanti spunti ai fini di comprendere a fondo lo spike del crimine negli Stati Uniti.

Il tentativo di disintegrazione delle forze dell’ordine è tutt’ora vivo e vegeto come è facile osservare all’interno delle numerose marce “anti-polizia” che sono organizzate con ordine regolare sotto la regia di movimenti come Black Lives Matter ed ANTIFA sin dalla morte di George Floyd e quasi sempre con il benestare delle amministrazioni democratiche locali, spesso al grido di ACAB (All Cops Are Bastards).

Photo: Josie Norris- The San Antonio Express

A conseguenza della difficile situazione, gli agenti di polizia stanno abbandonando il lavoro in numeri senza precedenti. Nella Chicago di Lori Lightfoot, 560 agenti si sono “congedati” nel 2020. Un aumento del 15% rispetto al numero dell’anno precedente quando si registrò un picco del 30%. Nella New York City di Andrew Cuomo, nel 2020 si è registrato un “movimento di emigrazione ad altre occupazioni” della magnitudine di 2500 poliziotti, un incremento di quasi il doppio rispetto all’anno precedente.

Nella Minneapolis di Jacob Frey, lo spike dei poliziotti che hanno dato dimissioni e quelli in “ferie anticipate”, registrato intorno al 20% rispetto all’anno precedente, ha creato un aumento di violenza nelle strade tale da forzare l’amministrazione a riconsiderare la validità del DTP. Il sindaco dopo aver confessato di non essere a favore del totale smantellamento delle forze di polizia in città come richiesto dai dimostranti durante una manifestazione cittadina, ha finito con l’essere cacciato fuori in malo modo al grido di “vergogna! vergogna!”.

Sorprende, in questo clima politico, l’annuncio di Joe Biden durante un “town hall” di qualche giorno fa sulla CNN: “i repubblicani che affermano che i democratici intendono tagliare i fondi alla polizia, mentono”, azione portata a termine in parallelo con la dichiarazione di Jen Psaki, addetta stampa della Casa Bianca, che dice “sono i repubblicani, non i democratici a sottoscrivere l’iniziativa del defund the police”. Quando il giornalista che la stava intervistando  porge alla Psaki la domanda “in base alla sua affermazione, potrebbe elencare qualche nome di rappresentante del partito repubblicano che supporta il defund the police?” il silenzio piomba in sala. 

Il fatto che la cattiva fede di un’affermazione del genere sia estremamente facile da verificare, lascia sbigottiti in quanto l’unica radice razionale in grado di tenere in piedi l’iniziativa appare l’assunzione che il cittadino americano non sia in grado o non abbia voglia di verificare l’informazione.

È naturale, in un contesto del genere chiedersi se questa immagine distopica del cittadino abbia un riscontro reale o rifletta piuttosto una visione psichedelica del core della massa votante forse come diretta conseguenza della legalizzazione delle droghe leggere in America.

Desterà meraviglia, ma in base a uno studio Gallup di appena un anno fa, una grossa percentuale di afroamericani (81%) ha dichiarato di prediligere una presenza delle forze di polizia nel loro quartiere uguale o superiore rispetto a quella attuale. Solo un 22% si dichiara in favore dell’abolizione delle forze di polizia. Insomma, per dirla alla napoletana maniera, afroamericano si, fesso no.

Il The Wall Street Journal riportava in un articolo pubblicato nel mese di maggio che gli omicidi registrati all’interno delle città in questione sono concentrati in pochi quartieri a maggioranza ispana e di colore, corroborando la triste realtà che l’iniziativa finalizzata alla trasformazione delle condizioni di vita delle minoranze di colore stia piuttosto causando un grosso incremento dei tassi di mortalità all’interno delle comunità e delle etnie che si proponeva di proteggere.

Dunque, la situazione introduce l’entrata in scena di quella che Andrew Sullivan descrive come “la suprema ironia”.

Se Black Lives Matter è riuscito nel suo obiettivo fondamentale e nel futuro le morti di afroamericani per mano di poliziotti marcheranno un trend di declino, qual è la valenza logica del fatto che il prezzo di questa simbolica vittoria sia pagato in pratica con un aumento esponenziale nel numero di innocenti afroamericani uccisi dai loro simili, nei loro stessi quartieri?

Black Lives Matter solo quando negata dalla mano del poliziotto negligente o sempre?

Back to top button