
Martedì 27 luglio il Tribunale di Hong Kong ha condannato Leon Tong Ying-kit per aver violato la NSL. Il ragazzo partecipò alle proteste del luglio 2020 raggiungendo la manifestazione in sella alla sua moto sventolando una bandiera nera con la scritta «Liberate Hong Kong, Revolution of our times» sia in cinese che inglese, il tutto davanti al cordone dei poliziotti, per poi finire contro di essi ferendone tre.
La pubblica accusa aveva scelto di perseguire l’uomo contestandogli i reati di istigazione alla secessione, terrorismo e guida pericolosa.
ll reato più grave, secondo il collegio dei tre giudici – eccezionalmente selezionati ad hoc dal governo, escludendo la giuria popolare – è stato quello di «aver esibito quella bandiera secessionista con l’intento di richiamare l’attenzione mediatica e incitare separare Hong Kong dalla Repubblica Popolare Cinese: l’imputato ne era pienamente consapevole».
Nonostante lo slogan “Liberate HK, rivoluzione del nostro tempo” potesse avere vari significati, i giudici – sulla base della relazione di un professore di storia nominato perito – si sono concentrati sulla sua capacità di incitare gli altri a seguire la propria agenda politica ed opporsi al governo, sottolineando il periodo in cui si è svolto il fatto.
Quanto all’accusa di terrorismo, i giudici hanno statuito che per integrare gli estremi di tale fattispecie di reato occorra necessariamente partire dal presupposto secondo il quale vada provato “il grave danno” alla società. In questo caso è stato sufficiente affermare che cantare slogan contro il governo possa comportare, nei confronti di chi ottempera alla legge, il rischio di «temere per la propria sicurezza e per la pace della collettività».
Da ultima la guida pericolosa: nonostante la difesa sostenesse che l’incidente si fosse verificato per un errore occorso durante momenti concitati, per i giudici l’uomo voleva colpire l’ordine sociale difeso dalla polizia”.
Mentre la stampa cinese festeggia la notizia della condanna, ritenendo che con essa si fissi un precedente giurisprudenziale chiaro, l’accusa ha chiesto l’ergastolo mentre i giudici giovedì 29 hanno optato per la condanna a nove anni di reclusione.