SALUTE

A che punto è la notte?

Pubblicato il nuovo rapporto indipendente della Fondazione GIMBE per la settimana 21-27 Luglio. Quarta ondata di contagi anche in Italia, ma la rete ospedaliera regge bene. Oltre 2 milioni di over 60 ancora senza copertura vaccinale e 3 milioni di studenti ancora da vaccinare prima della ripresa delle scuole.

Dopo dichiarazioni del Presidente del Robert Koch Institut sull’inizio della quarta ondata, riportiamo il nuovo rapporto della Fondazione GIMBE sullo stato della pandemia in Italia. Andiamo con ordine e consideriamo i vari aspetti del Rapporto in questione.

Dati epidemiologici:

Rispetto alla settimana precedente, viene descritto un aumento di nuovi casi (31.963 vs 19.390) (figura 1) e dei decessi (111 vs 76) (figura 2). Viene evidenziato anche un incremento dei casi attualmente positivi (70.310 vs 49.310), delle persone in isolamento domiciliare (68.510 vs 47.951), dei ricoveri con sintomi (1.611 vs 1.194) e dell’occupazione dei letti nelle terapie intensive (189 vs 165) (figura 3).

Figura 1

Figura 2
Figura 3

Nel dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 111 (+46,1%)
  • Terapia intensiva: +24 (+14,5%)
  • Ricoverati con sintomi: +417 (+34,9%)
  • Isolamento domiciliare: +20.559 (+42,9%)
  • Nuovi casi: 31.963 (+64,8%)
  • Casi attualmente positivi: +21.000 (+42,6%)

Il Presidente della Fondazione – il Dr. Cartabellotta ha dichiarato in merito: «Continuano a salire i nuovi casi settimanali, sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall’aumento dei positivi». 

È notevole che, a fronte ad un’impennata del rapporto positivi/persone testate – dall’1,8% della settimana 30 giugno-6 luglio al 9,1% di quella 21-27 luglio (figura 1) – la media mobile dei nuovi casi ha subito una flessione nell’ultima settimana (figura 4): «In altre parole – spiega il Dr. Cartabellotta – il virus circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati: di fatto siamo entrati nella quarta ondata». 

Figura 4

Rispetto alla settimana precedente, in quella tra il 21 ed il 27 Luglio, in tutte le Regioni tranne il Molise si è rilevato un aumento percentuale dei nuovi casi (tabella 1) e in 40 Province l’incidenza supera i 50 casi per 100.000 abitanti. Tre Province fanno registrare oltre 150 casi per 100.000 abitanti, ovvero: Caltanissetta (272), Cagliari (257) e Ragusa (193) (tabella 2). Anche i decessi tornano a salire, dopo 15 settimane di calo: nell’ultima settimana se ne sono registrati 111, con una media di 16 al giorno rispetto agli 11 della settimana precedente.

La responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE Renata Gili ha dichiarato: «Dopo i primi segnali di risalita registrati la scorsa settimana si conferma un lieve incremento dei ricoveri che documentano l’impatto ospedaliero dell’aumentata circolazione virale». Il numero di posti letto occupati da parte di pazienti COVID in area medica è passato complessivamente dai 1.088 del 16 luglio ai 1.611 del 27 luglio e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 189 del 27 luglio, anche se le percentuali rimangono molto basse: a livello nazionale 3% in area medica e 2% nelle terapie intensive, con tutte le Regioni che registrano valori nettamente inferiori al 15% per l’area medica e al 10% per l’area critica. Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE, a questo proposito ha dichiarato: «Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva continuano lentamente a crescere: la media mobile a 7 giorni è di 14 ingressi/die rispetto ai 10 della settimana precedente» (figura 5).

Figura 5

Vaccinazioni

Per quanto riguarda la fornitura vaccinale, al 28 luglio (dati aggiornati alle ore 6.10) sono 69.253.968 le dosi consegnate: dopo il picco di consegne di 5.669.727 dosi registrato tra il 28 giugno e il 4 luglio, nelle due settimane successive le forniture settimanali si sono attestate intorno a 2,6 milioni di dosi, la scorsa settimana infine sono scese a quota 2,5 milioni (figura 6). Il commento del Presidente Cartabellotta a riguardo: «Dopo il flop di Curevac ed il progressivo tramonto dei vaccini a vettore virale la campagna vaccinale è ormai dipendente dai vaccini a mRNA, ma rimangono incerti i tempi di consegna di oltre 45 milioni di dosi previste per il terzo trimestre, che come già accaduto nei due trimestri precedenti, potrebbero concentrarsi a fine settembre. E una cadenza non regolare delle consegne rappresenta un grande ostacolo per la programmazione della campagna vaccinale». (figura 7)

Figura 6
Figura 7

Per quanto riguarda le somministrazioni invece, al 28 luglio (dati aggiornati alle ore 6.10) 37.706.051 di individui, pari al 63,6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+938.395 rispetto alla settimana precedente). Il ciclo vaccinale è stato invece completato da 31.001.312 di persone, pari al 52,3% della popolazione (+2.928.731 rispetto alla settimana precedente) (figura 8). Purtroppo nell’ultima settimana si registra un lieve calo nel numero di somministrazioni (n. 3.720.954) (figura 9), con una media mobile a 7 giorni di 528.285 inoculazioni/die (figura 10). 

Figura 8
Figura 9

Figura 10

«Il numero di somministrazioni giornaliere – precisa il Dr. Cartabellotta – stabile ormai da settimane, non riesce a decollare sia per il mancato utilizzo dei vaccini a vettore adenovirale per le prime dosi, sia per la limitata disponibilità di quelli a mRNA». In particolare Vaxzevria, il vaccino di AstraZeneca, viene impiegato ormai quasi solo per i richiami (99,3% delle somministrazioni nell’ultima settimana); esigue le somministrazioni di Johnson & Johnson: nell’ultima settimana poco meno di 4 mila al giorno a fronte di oltre 944 mila dosi “in frigo”. Nel breve termine, la scarsa disponibilità di dosi di vaccini a mRNA come i prodotti di Pfizer o di Moderna, ostacola la possibilità di una campagna vaccinale massiccia per gli under 60. «In questo scenario – spiega il Direttore Operativo della Fondazione Marco Mosti – nell’ultima settimana si registra un lieve incremento della percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate, che tuttavia si attestano a 801 mila (21,5% del totale), in picchiata rispetto alle oltre 2,9 milioni di prime dosi della settimana 7-13 giugno (73,8% del totale)» (figura 11).

Figura 11

Infine il rapporto settimanale GIMBE riporta un focus sulla copertura vaccinale degli over 60: l’88,5% ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un trascurabile incremento settimanale nazionale del +0,5% e differenze regionali nette, infatti se la Puglia ha raggiunto il 93,6% la Sicilia si ferma a quota 80,1%. 

In dettaglio:

  • Over 80: degli oltre 4,4 milioni di individui presenti in questa fascia d’età, 4.119.891 di soggetti – pari al 92% del totale – hanno completato il ciclo vaccinale e 120.582 (2,7%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
  • Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni di appartenenti a questo gruppo, 5.041.760 di persone – pari all’84,5% di questa fascia di popolazione – hanno completato il ciclo vaccinale e 280.691 (4,7%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 13).
  • Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 5.554.115 (74,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 705.431 (9,5%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 14).

Figura 12

Figura 13

Figura 14

A fronte della diffusione della variante delta – che si avvia a diventare prevalente – quasi 3,2 milioni di over 60 non hanno ancora completato il ciclo vaccinale (figura 15). In dettaglio: ben 2,06 milioni di persone comprese in questa fascia d’età (11,5%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose con rilevanti differenze regionali marcate (si va dal 19,9% della Sicilia al 6,4% pugliese) (figura 16) ed altri 1,11 milioni di persone (6,2%) sono in attesa della seconda dose per completare il ciclo vaccinale. Riguardo questi ultimi dati, la Dott.ssa Gilli ha puntualizzato: «Da circa 2 mesi l’incremento delle coperture in questa fascia d’età  è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali, mentre rimane “congelato” il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale proprio dei soggetti più esposti a rischio di malattia grave». Peraltro, l’andamento della somministrazione delle prime dosi conferma l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e una flessione per tutte le classi d’età superiori ai 30 anni (figura 17), con notevoli differenze di copertura tra le varie classi anagrafiche (figura 18).

Figura 15

Figura 16
Figura 17

Figura 18

Riapertura delle scuole

Questo Rapporto settimanale si chiude con alcune considerazioni interessanti riguardo l’apertura delle scuole: degli oltre 4,5 milioni di ragazzə di età compresa tra 12 e 19 anni, solo il 14,7% – pari a poco più di 670 mila individui – ha completato il ciclo vaccinale e quasi 765 mila persone (il 16,8% di questa fascia) hanno ricevuto solo la prima dose. Guardando alla parte mezza vuota del bicchiere, in questa fascia di età 3.121.710 di persone, pari al 68,5% di questo gruppo, risulta ancora totalmente scoperto. Peraltro in merito ci sono differenze regionali abissali (figura 19): si va dall’85,9% dell’Umbria al 61,4% dell’Abruzzo. Oltretutto tra il 1.460.922 di individui che rappresenta il personale scolastico del nostro paese, 1.142.383 di persone hanno completato il ciclo vaccinale (il 78,2% del totale), 97.185 individui sono in attesa della seconda dose (pari al 6,6%) e ben il 15,2% (221.354 di persone) non ha ancora ricevuto nessuna dose.

Figura 19

Se la riapertura delle scuole in presenza al 100% deve essere l’obiettivo prioritario del Paese, come ribadito ieri anche dal Presidente Mattarella, puntare esclusivamente sulle coperture vaccinali è rischioso per tre ragioni:

  • Innanzitutto, nonostante il via libera di AIFA al vaccino Moderna per la fascia 12-17 anni, la quantità di vaccini a mRNA non è sufficiente per ampliare massivamente a breve termine la platea dei vaccinandi; 
  • in secondo luogo, vista la limitata disponibilità di dosi, un’adesione rapida e massiva degli under 19 per completare il ciclo vaccinale entro settembre richiede una rimodulazione ufficiale delle priorità della campagna vaccinale; 
  • infine, tale adesione rischia di fermarsi ben al di sotto di quel 60-65% stimato dal Commissario Figliuolo e dal Ministro dell’Istruzione anche per l’esitazione vaccinale di maggiorenni e genitori dei minorenni legata alla percezione di un irrisorio rischio individuale della malattia tra i più giovani. 

«Pur riconoscendo nella vaccinazione di massa la via maestra per tornare a scuola in sicurezza – conclude il Presidente Cartabellotta – è assolutamente indifferibile affrontare tutte le criticità emerse durante lo scorso anno scolastico che hanno ostacolato, e spesso reso impossibile, un adeguato svolgimento delle lezioni in presenza. Dall’idonea aerazione e ventilazione dei locali, a efficaci strategie di screening periodico e sistematico di studenti e personale scolastico, da nuove regole per i trasporti locali allo scaglionamento degli orari di ingresso. Anche perché, per gli studenti under 12 non è ancora disponibile alcun vaccino». 

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