TECNOLOGIA

Invidia a livelli spaziali

Come il web sta demolendo le imprese spaziali di Jeff Bezos e Richard Branson.

Ventiquattro ore. Sono passate poco più di ventiquattro ore dal primo lancio spaziale del vettore New Shepard di Blue Origin che ha portato nello spazio Jeff Bezos, il miliardario patron di Amazon, suo fratello Mark, il rampollo diciottenne Oliver Daemen e la leggendaria Wally Funk, l’ottantaduenne d’acciaio che prese parte alle selezioni femminili del programma spaziale statunitense Mercury 13. La Funk pur essendo una pilota e istruttrice di volo professionista e pur avendo passato brillantemente tutti i test della selezione non poté andare nello spazio, perché la Nasa all’epoca negò il proseguimento del programma Mercury 13, ufficialmente perché non aveva risolto il problema di come permettere alle donne di fare pipì nello spazio, ma nella realtà perché la società americana dell’epoca era semplicemente sessista.

Fonte: Blue Origin

Che Bezos, a differenza di Branson e Musk, sia odiato dalla stragrande maggioranza di appassionati di aerospazio è un fatto assodato, ciononostante alla riuscita della sua impresa la comunità di nerd spaziali si è unita nelle congratulazioni. Così però non ha fatto il web generico, quello fatto da gente comune non particolarmente appassionata di aerospazio, che invece si è scatenata contro Jeff Bezos definendo la sua impresa uno spreco di denaro, un dannoso contributo all’inquinamento globale e un’inutile impresa gradassa, atta a celebrare il potere dei potenti a discapito della popolazione meno abbiente.
Lo stesso trattamento, seppur in maniera più contenuta, è stato riservato a Richard Branson dieci giorni fa, dopo la conclusione del suo volo suborbitale con l’aerorazzo VSS Unity.

Che il web nella sua media sia ignorante è oramai un fatto assodato, al suo interno le invidie riescono sempre a trovare uno sfogo.
A coloro che inveiscono contro Bezos perché da miliardario ha osato sprecare i suoi capitali personali per costruire il vettore New Shepard va ricordato che i soldi spesi per la realizzazione di esso sono stati tutti redistribuiti alle aziende fornitrici di materiali, lavorazioni e consulenze per Blue Origin, così come agli impiegati della stessa. Non un solo centesimo di quanto speso da Bezos in questa impresa è stato impiegato altrimenti, come peraltro avviene anche per Virgin Galactic, SpaceX e la stessa NASA. Trattasi quindi di un immenso processo di redistribuzione della ricchezza che ha contribuito a versare nelle casse statunitensi importanti introiti sotto forma di tasse e che ha contribuito a dare lavoro a centinaia di migliaia di persone, considerando l’indotto.

A coloro che invece hanno considerato le imprese di Bezos e Branson come degli inutili tributi a se stessi e come i viaggi spaziali turistici siano costosissime giostre che solo in pochi fortunati possono permettersi va loro ricordato che le stesse critiche vennero rivolte alle automobili, ai voli aerei, ai telefonini e alle connessioni Internet, tutti prodotti e servizi che nel tempo hanno trovato nella massificazione la loro ragion d’essere rendendosi nel contempo accessibili a tutti, con importanti vantaggi sociali.

Mentre il web era quindi impegnato a criticare, ai nerd aerospaziali non è sfuggita la gustosissima diatriba tra Branson e Bezos su chi sia realmente andato nello spazio. La questione è tutta regolata da una linea: la linea di Kàrmàn ovvero quella linea che definisce il confine tra spazio e atmosfera che nel tempo ha subìto diverse modifiche portandosi dagli 80 km originali ai 100 km senza però trovare una definizione univoca adottata da tutti i paesi. Negli USA la linea di Kàrmàn è posta a 80 km mentre in altri paesi è a 100 km.
Branson e Bezos hanno giocato tutta la loro comunicazione sull’interpretazione della linea di Kàrmàn: Branson superando gli 80 km e Bezos i 100 km di apogeo.
E mentre i due miliardari bisticciavano come dei bambini dell’asilo sui rispettivi voli suborbitali, c’è un terzo miliardario che nel mentre godeva: Elon Musk. Musk infatti con i suoi vettori non solo ha superato abbondantemente la linea di Kàrmàn, qualsiasi essa sia , ma è anche stato capace di effettuare voli orbitali di servizio per persone e merci alla Stazione Spaziale Internazionale con il suo vettore Falcon 9 e presto con l’immensa Starship.
E questa vignetta riassume simpaticamente tutta la vicenda.

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