CITTADINI & UTENTI

La grave crisi dello stato della sicurezza nelle città amministrate dai democratici USA

L'America continua a bruciare a causa di un odio alimentato strumentalmente dalla locale cultura neoprogressista

Rudolph Giuliani è un personaggio conosciuto da tutti, americani e non: prima fu l’iconico Procuratore Generale di Stato USA per diventare poi sindaco di New York e negli ultimi anni per aver affiancato Trump in qualità di suo consigliere e avvocato.
In questa sua ultima veste, dietro pressione del partito democratico, a Giuliani nei giorni scorsi è stata tolta la licenza per operare come avvocato, adducendo come giustificativo il fatto che egli avrebbe avuto parte attiva nella diffusione delle notizie relative ai presunti brogli elettorali nelle elezioni presidenziali.


E’ un evidente frutto della cancel-culture imposta dai moderni progressisti che contestualmente hanno cancellato dalla propria memoria alcuni fatti fondamentali che hanno segnato l’America degli anni ’80 e 90. Rudolph Giuliani in quegli anni di piombo ricoprì la scomoda carica di Procuratore Generale di Stato e a lui e alla sua strategia del pugno di ferro si deve lo smantellamento delle sette famiglie mafiose che all’epoca letteralmente governavano gli USA.
Per contrastare lo strapotere mafioso egli ideò e fece approvare il RICO act, l’equivalente nel codice penale italiano dell’attività di stampo mafioso, potendo così garantire per i criminali appartenenti a tali famiglie l’erogazione di pene equivalenti al carcere a vita.
In questo modo Giuliani aprì la strada per lo smantellamento delle cosche locali, concedendo contestualmente ai mafiosi arrestati la possibilità di diventare collaboratori di giustizia in cambio di pene più clementi.


In quel contesto di guerra tra famiglie mafiose e di strapotere delle stesse nei confronti dello Stato, tra il 1980 e il 1994 la città di New York diventò invivibile al punto tale che l’isola di Manhattan subì un processo di spopolamento e i prezzi degli immobili subirono un conseguente collasso. Fu così che alla luce degli importanti risultati ottenuti nella guerra alla mafia come Procuratore Generale, per Giuliani fu facile candidarsi nel 1994 come sindaco di New York, vincendo le elezioni. 


Utilizzando lo stesso pugno di ferro usato con la Mafia, in pochi anni Giuliani riuscì a ricondurre New York alla normalità attraverso durissime azioni di contrasto alla criminalità comune, ridando centralità e senso del dovere alla polizia, riformandola e ripulendola da tutti gli elementi corrotti.
La conseguenza della “cura Giuliani” fu il ritorno alla normalità della vita cittadina newyorkese e il rialzo dei prezzi degli immobili.

Come scordarsi poi dell’opera di Giuliani nei giorni successivi all’attentato alle torri gemelle? Come sindaco egli scese in prima linea organizzando le squadre di soccorso come solo i militari avrebbero saputo fare e la sua popolarità in quei tragici giorni raggiunse una percentuale bulgara: ben il 79%.
Come ringraziamento per l’indiscutibile successo della sua opera di contrasto alla delinquenza e gestione delle emergenze in situazioni all’epoca da tutti ritenute impossibili da gestire, oggi i DEM vogliono cancellare Giuliani, nella sua qualità di uomo chiave di Trump.

Vale la pena infatti di verificare cosa stia succedendo oggi nelle grandi città amministrate dai democratici: esse sono diventate la fotocopia di quella New York dell’epoca ante-Giuliani. L’agenda dei progressisti infatti è stata quella di sfruttare l’onda della presunta emergenza razzismo per colpevolizzare in continuazione la polizia, sottraendo a essa risorse economiche e personale ed emanando leggi garantiste che, per esempio, a San Francisco consentono a chiunque di entrare in un supermercato e di rubare merce senza correre il rischio di essere incarcerati, purché il valore del furto non sia superiore a 950 dollari.

Su Internet si trovano diversi filmati che mostrano criminali entrare negli esercizi commerciali, saccheggiarli e uscire indisturbati mentre le guardie giuriate e i poliziotti si limitano a filmare il fatto col telefonino. Qui è possibile trovare un esempio: 

Di conseguenza Walmart, la grande catena di supermercati americana, ha deciso di chiudere decine di punti vendita nelle città amministrate dai DEM, cancellando così migliaia di posti di lavoro. A San Francisco, Los Angeles, New York e altre grandi città amministrate dai progressisti, analogamente alla New York del periodo ante-Giuliani si sta verificando un esodo della popolazione che evidentemente non vuole più vivere in quelle condizioni di precaria sicurezza.

Le stesse città sono diventate tendopoli sommerse dalla spazzatura, infestate dalle siringhe, dai senzatetto e attanagliate dalla criminalità; i prezzi degli immobili sono quindi precipitati perché nessuno li vuole più abitare. A Portland oramai da mesi la sera cala il coprifuoco, le strade si riempiono di criminali che dietro la scusa delle proteste del movimento Black Lives Matters devastano e saccheggiano gli esercizi commerciali.

Durante il suo mandato, Trump provò a mettere ordine alla situazione ma l’amministrazione democratica locale arrivò al punto di chiedere al Congresso di impedire a Trump di mandare i federali (FBI) per aiutare ad arginare il problema, contestualmente continuando ad utilizzare la scusa del razzismo sistemico per prosciugare la polizia locale delle sue risorse. 

Come conseguenza di tale pratica, l’intero dipartimento di Polizia di pronto intervento di Portland è arrivato a presentare le dimissioni in blocco, lasciando la città in balia di se stessa.

Mai come ora la propaganda progressista contro le forze di polizia è riuscita a mettere la società civile contro coloro che dovrebbero difenderla.
La rappresentazione delle forze di polizia che viene data dai media progressisti americani è quella di un’istituzione profondamente violenta e razzista, alla quale è giusto che il cittadino si opponga sempre, anche nel caso di semplici procedure di identificazione.
Nessuno nega che esistano dei poliziotti violenti negli Stati Uniti, ma prendendosi la briga di guardare i filmati delle bodycam dei poliziotti pubblicati su YouTube, si può vedere che sono più i cittadini che si oppongono alle normali attività di controllo piuttosto che gli abusi che essi subiscono dalle forze dell’ordine locali.
Pensiamo a cosa succederebbe a noi italiani nel caso ci opponessimo ad una procedura di identificazione durante un fermo per un controllo di routine…

Ovviamente queste notizie faticano ad essere presentate dai giornali mainstream italiani ma se può essere di consolazione, non si leggono nemmeno sui giornali americani di stampo progressista, CNN, Washington Post e New York Times in primis.

Per sanare la situazione, forse sarebbe il caso che i progressisti USA al posto di bastonare e cancellare Giuliani, lo candidassero a sindaco di una di queste città. La cartina di tornasole dell’efficacia di Giuliani, semmai ce ne fosse bisogno, la si può trovare in un interessantissimo faccia a faccia tra lo stesso Giuliani e Michael Franzese, ex-boss mafioso della famiglia Colombo a New York, egli stesso messo in galera da Giuliani, allora suo acerrimo nemico. L’ex boss malavitoso in questo faccia a faccia riconosce a Giuliani la superiorità e l’efficacia del suo operato arrivando ad esprimere la sua stima per aver saputo ricondurre ordine nella sua stessa città natale (New York). E’ un faccia a faccia interessante, che vede due vecchi nemici discutere a distanza di 40 anni dei fatti di allora sino ad arrivare a diventare amici, esprimendosi reciproca stima: Franzese infatti da allora, dopo aver collaborato con l’FBI e aver scontato una pena di 10 anni, si è riciclato come formatore delle forze di polizia e speaker motivazionale verso i giovani a rischio criminalità e i carcerati a rischio recidiva per convincerli a stare lontani dalla delinquenza. Chi volesse vedere il faccia a faccia tra Giuliani e Franzese, lo può fare qui: 


Nel frattempo però l’America continua a bruciare a causa di un odio alimentato strumentalmente dalla locale cultura neoprogressista. Una cultura che è stata esportata anche in Europa e in Italia, paese nel quale infatti si sta assistendo ad un evidente progetto di delegittimazione, destrutturazione e stretta finanziaria verso le forze di polizia nostrane. 
Analogamente agli USA, anche in Italia infatti il furto paga sempre perchè al criminale viene consentito di delinquere senza mai dover pagare il conto o di poter occupare, per decreto legge, un immobile senza doverne pagare l’affitto. Di contro, anche se non formalmente, al poliziotto italiano viene de-facto impedito di usare l’arma anche se necessario e contemporaneamente gli viene negato l’equipaggiamento del taser.


Vale la pena quindi di chiedersi quanto sia saggio farsi governare in Italia dal neoprogressismo di esportazione americana e quanto distanti si possa essere oggi dall’innescare a casa nostra quel processo di decadenza travestito da progresso sociale, imboccato il quale risulterebbe impossibile tornare indietro senza dover forzatamente transitare da un periodo di medioevo morale e crisi civile.

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