TECNOLOGIA

Seppie e tardigradi spaziali

Durante la prossima missione SpaceX avrà a bordo questo strano carico. Il motivo? Esperimenti scientifici.

La missione cargo di SpaceX che partirà nella giornata di oggi alla volta della Stazione Spaziale Internazionale avrà un carico molto particolare.

Oltre ai consueti rifornimenti, fatti di alimenti freschi, parti di ricambio, esperimenti scientifici da condurre in orbita, e suppellettili varie, essa condurrà nello spazio anche alcune piccole seppie hawaiane e dei tardigradi.

Gli animali che proveranno l’esperienza del volo dello spazio hanno lo scopo di studiare diversi aspetti delle reazioni di organismi viventi all’ambiente in assenza di gravità.

Le più note seppie, appartenenti alla specie Euprymna scolopes, saranno studiate per determinare come la loro relazione con i batteri simbionti Vibrio fischeri possa essere influenzata dalla microgravità. 

Gli studiosi indagheranno come la capacità di espressione genica delle seppie funzioni in ambiente micro-gravitazionale, in presenza e in assenza del batterio simbionte. Secondo le aspettative, l’esperimento dovrebbe contribuire a comprendere come i microrganismi benefici per gli umani evolvano in un ambiente così particolare. Uno degli aspetti della presenza prolungata gli umani nello spazio è infatti il mantenimento del buon funzionamento dell’ecosistema microbico che popola il sistema digestivo. L’obiettivo finale è quindi quello di identificare modi di proteggere e migliorare la relazione batteri/ospite.

I tardigradi sono invece organismi molto meno familiari al grande pubblico, sebbene alcune recenti serie televisive ne abbiano popolarizzato la conoscenza. Si tratta di organismi microscopici a forma di salsiccia, provvisti di corte zampette uncinate. Nella parte anteriore del corpo, ad elevato ingrandimento, può essere osservata una specie di faccina, che nella fantasia umana, e non nella realtà biologica, conferisce a questi animaletti un’aura di simpatia. 

Al di là del loro aspetto inoffensivo, i tardigradi sono gli immortali dell’ecosistema terrestre. Possono tollerare temperature molto al di sotto dello zero, radiazioni intense, il vuoto dello spazio e, secondo studi recenti, impatti ad una velocità superiore a 2.600 km l’ora. Sono quindi i favoriti degli astrobiologi, dato che essi costituiscono modelli eccellenti per lo studio di come gli organismi viventi si adattano alla vita in ambienti estremi.

I tardigradi andranno in orbita per permettere agli scienziati di studiare la loro resistenza a lungo termine alle proibitive condizioni dello spazio, ed eventualmente individuare i geni responsabili di questa loro capacità. La speranza è quella di identificare modi per migliorare le capacità biologiche degli astronauti che effettueranno permanenze di lungo periodo nello spazio.

Gli esperimenti scientifici che saranno condotti sulla ISS saranno certamente di grandissimo interesse ed avranno sperabilmente delle ricadute positive sulla nostra capacità di viaggiare e vivere fuori dalla Terra.

Al di là dell’aspetto scientifico, non possiamo tuttavia resistere dal cogliere in questo volo un paio di aspetti che deliziano la fantasia degli appassionati. I tardigradi e una fantomatica rete di micelio spaziale sono stati recentemente protagonisti di una stagione di quella che, a nostro parere,  è forse la serie di Star Trek meno riuscita di sempre. E per questi simpatici animaletti ci fermiamo qui.

Ma all’idea che un cefalopode voli nello spazio, non possiamo trattenerci dal pensare con un sorriso a uno dei personaggi di Il ritorno dello Jedi, il famoso calamaro umanoide ammiraglio Ackbar, che grida con gli occhi strabuzzati “E’ una trappola!”.
Chissà se lo stesso pensiero non attraverserà la mente della seppiolina hawaiana, chiusa nel suo mini-acquario, quando i potenti motori del Falcon 9 la lanceranno verso l’orbita terrestre.

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