
L’urlo di gioia di Tardelli, la Ferrari, la voce di Pavarotti, i fumi colorati delle “Frecce Tricolori”, sono questi alcuni degli incontestabilmente amati simboli, cari a tutti i nostri connazionali, senza divisioni di pensiero e fede politica.
E proprio delle “Frecce Tricolori” vorrei parlare, in occasione del loro 60° anniversario che ricorre in questo 2021, sperando in una “vera” ripresa anche delle manifestazioni aeree per il grande pubblico.
L’Aeronautica Militare, ben consapevole dell’importanza e dell’affetto simbolico verso la Pattuglia, nei giorni passati ha pubblicato un filmato un po’ “criptico”, nel quale, mostrando alcune clip di esibizione o addestramento, i jet MB-339 si presentavano con colorazioni dell’impennaggio di coda (la “pinna” del timone) un po’ particolari e variopinte, diverse dall’ormai tradizionale tricolore con il numero.

Ebbene, grazie alla collaborazione di idee e all’opera super-professionale ed entusiasta del noto designer grafico (e appassionato di aerei!), Mirco Pecorari e del suo studio AircraftStudioDesign di Modena (in collaborazione con altre realtà professionali come SchriftArt e Mercurio Studio entrambe di Bolzano), l’Arma Azzurra ha voluto onorare le “mamme” delle Frecce Tricolori, riportando sulle code degli aerei i segni distintivi delle Pattuglie che le hanno precedute dagli anni ‘30 fino al 1961, anno di costituzione del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico sulla base del 2° Stormo di Udine-Rivolto.

Le colorazioni (in gergo si definiscono livree special colour)sono state realizzate con la tecnica del wrapping, simile a quella impiegata sulle auto o sui mezzi pubblici ma con materiali e tecniche adatte a sopportare le alte velocità e le deformazioni del metallo dei velivoli.

La “Pattuglia Folle” degli anni ’30 e le successive esibizioni di pattuglie “non ufficializzate”, che già entusiasmavano il pubblico in varie manifestazioni, furono formalizzate nel 1950 con la costituzione della pattuglia dei “Cavallini Rampanti” in forza al 4° Stormo su DH-100 “Vampire”, seguiti nel 1953 dalla pattuglia “Guizzo” (poi divenuta “Getti Tonanti”) del 5° Stormo su F-84G Thunderjet. L’incarico di rappresentare l’attività acrobatica della Forza Armata fu affidata a rotazione a successivi reparti di volo: nel 1956 subentrarono le “Tigri Bianche” del 51° sempre su F-84G, seguite nel 1957 dalla ricostituita “Cavallino Rampante” questa volta su F-86 Sabre, e dalle neo costituite “Diavoli Rossi” (6° Stormo su F-84F) e “Lanceri Neri” (2° Aerobrigata, su F-86E). I “Getti Tonanti”, con una nuova livrea con i Cerchi Olimpici furono ricostituiti in occasione dei Giochi di Roma del 1960.
A quel punto fu deciso di uniformare e riunificare l’esperienza acrobatica dei nostri piloti, stabilendo la costituzione nel marzo 1961 di un Reparto organico dedicato alla specialità, appunto il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico con sede a Rivolto (UD).
Inizialmente costituito da 4+1 velivoli, l’organico si è ampliato fino agli attuali 9+1, costituendo la pattuglia acrobatica militare più numerosa mai in servizio. L’evoluzione dei mezzi ha portato dall’iniziale impiego degli F-86, alla transizione sul glorioso G.91PAN (1964) e, a seguire, dell’attuale MB-339 A/PAN MLU nel 1982. Quest’ultimo velivolo, ormai in fase di fine vita operativa, sarà sostituito dal nuovo Alenia Aermacchi M.345 HET/PAN a breve.
Alziamo gli occhi al cielo quando passa la PAN.
Io lo faccio sempre.
