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Genocidio in corso? Vi boicotto le Olimpiadi!

Nancy Pelosi invita i leader mondiali a boicottare le Olimpiadi del 2022 in Cina a causa del “genocidio in corso” nella Cina nord occidentale.

USA. La portavoce della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi ha suggerito martedì scorso il boicottaggio diplomatico delle Olimpiadi invernali che si svolgeranno a Pechino nel 2022, proponendo che i leader globali si astengano dal parteciparvi. “Per un capo di Stato, andare in Cina alla luce del genocidio in corso, mentre se ne sta seduto sulla sua poltrona, porterebbe davvero a chiedersi: ‘Quale autorità morale hai, per parlare nuovamente di diritti umani in un qualsiasi contesto?”

La Pelosi si riferisce alle violazioni dei diritti umani degli uiguri e di altre minoranze etniche da parte del governo cinese.

Gli uiguri sono un’etnia turcofona di religione islamica che occupa la regione dello Xinjiang, insieme ai cinesi Han, nel nord-ovest della Cina.

Mentre in realtà il genocidio di cui parla la Pelosi non è stato ancora del tutto provato, la situazione di grave violazione dei diritti umani delle popolazioni musulmane nella Cina nord occidentale è purtroppo in corso da diversi anni come si legge anche sul rapporto di un gruppo indipendente delle Nazioni Unite del 2018. Lavori forzati, “rieducazione” forzata ed indottrinamento, torture e sterilizzazione forzata delle donne sarebbero elementi centrali della strategia cinese mirata allo sfruttamento e all’oppressione di questa minoranza etnica.

Secondo un articolo pubblicato nella serata di ieri da Reuter, Sarah Hirshland, amministratore delegato del Comitato Olimpico degli Stati Uniti, ha rilasciato una dichiarazione scritta dove specificava che il Comitato è preoccupato per “l’oppressione della popolazione uigura”, ma i boicottaggi olimpici non sono nel passato riusciti a raggiungere fini politici”.

Schietta quanto repentina la risposta del portavoce dell’ambasciata cinese Liu Pengyu alla Pelosi:“Mi domando cosa induca i politici statunitensi a pensare di essere effettivamente in possesso della cosiddetta ‘autorità morale’. Sulle questioni dei diritti umani, non sono nella posizione, né storicamente né al momento, di sollevare critiche arbitrarie quanto infondate, contro la Cina“.

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