
Siamo alle solite, la consueta arroganza della PA, ma quello che stupisce, solo chi non è dell’ambiente, è il fatto che questi discorsi siano messi nero su bianco da funzionari, in genere Magistrati momentaneamente fuori ruolo dalla Magistratura, del Ministero della Giustizia.
Si proprio quelli cui una società deve ricorrere quando un cliente non paga una fattura ed è necessario far emettere un decreto ingiuntivo ed un precetto, oppure far emettere un pignoramento, anche se poi la procedura farà vendere, a due soldi, un bene che vale 100 volte tanto, facendolo finire, il più delle volte, nelle mani di faccendieri.
Non è necessario cercare qualcuno per farsi dare un pizzicotto per vedere se si è svegli, è tutto vero, per il Ministero della Giustizia, la sua massima, scritta in ogni aula di Tribunale, LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI non vale.
Ma lo sanno bene quegli imprenditori che dopo il 2007, avendo come unico cliente lo STATO, per le particolari prestazioni fornite, si sono visti mandare in fallimento le proprie aziende, costruite negli anni fino a farle diventare delle eccellenze nel settore, perché lo Stato, ed in particolare il Ministero della Giustizia, aveva deciso di pavoneggiarsi con l’opinione pubblica, attuando una propria rivisitazione delle procedure per la riduzione dei costi.
La realtà talvolta cela delle mascalzonate, fatte proprio da chi non te lo aspetti, in quanto il taglio, in effetti, c’è stato, ma è stato fatto non già operando, come avviene in ogni Azienda, un’attenta attività di razionalizzazione dei costi di esercizio o di una riduzione dei costi del personale, che ricordiamolo su un Bilancio annuale del Ministero della Giustizia, di quasi 9 miliardi di euro, pesa quasi per l’85%, bensì ritardando i pagamenti dei fornitori fino a 720 giorni, si avete letto bene, più di due anni.
Questo semplice meccanismo, nella contabilità dello Stato, che è tenuta per cassa, ovvero un costo diventa tale solo quando è effettivamente pagato, a differenza delle aziende, in cui un costo è tale nel momento in cui si riceve una fattura e viene contabilizzata, comporta che tutti i debiti non pagati, sostanzialmente non esistano, sono in un limbo, difficile da quantificare perché non esiste una registrazione puntuale, quindi il gioco è fatto, le fatture non appaiono, quindi il costo non c’è, di conseguenza ho operato una fantastica riduzione dei costi.
Vi domanderete, com’è possibile che il sancta sanctorum della Giustizia e della legalità si comporti come un bottegaio della suburra, senza offesa alcuna per la categoria commerciale, che tenta di sfuggire ai propri obblighi contratti, facendo l’abile gioco delle tre carte?
Purtroppo le logiche della politica, dove è necessario apparire più che essere, hanno pervaso anche il Ministero della dea bendata.
Ma in realtà il giallo non è ancora finito ed il fondo del barile è sempre lì che aspetta, perché è di questi giorni una circolare, indirizzata al Gota degli Organismi Giudiziari, dal 1° presidente della Corte di Cassazione, al Procuratore Nazionale Antimafia, ai Procuratori Generali presso le Corti di Appello, etc. etc, in cui un Direttore Generale del Ministero, sottolineando che è sempre più frequente la cessione a terzi (generalmente, banche o finanziarie), da parte dei fornitori, di crediti verso l’Amministrazione centrale e/o verso gli uffici giudiziari, fornisce, in uno spirito di collaborazione ed in un’ottica di uniformità nazionale, le linee guida in materia di cessioni di credito, in pratica suggerisce, di opporsi al negozio di cessione stipulato tra l’operatore economico/creditore in favore di un terzo cessionario.
La motivazione è banale ed in linea con la logica del citato bottegaio della suburra: tenuto conto che non onoreremo nei tempi previsti, e neanche con ritardi decenti, le fatture cedute, avremmo come controparte, non già il fornitore, che notoriamente ha delle remore a fare decreti ingiuntivi, per non rovinare i rapporti con la PA, ma le banche o le finanziarie che non avranno pietà e chiederanno decreti ingiuntivi provvisoriamente esecutivi, chiedendoci anche gli interessi, ergo non permettete le cessioni, così potremo continuare a fare i forti con i deboli. Adesso avete iniziato a conoscere il volto gangeristico della PA, anche se ci sono tante altre sfaccettature dell’operato, ancora più truculente, “ma questa è un’altra storia”