
Chi segue da un po’ di tempo Infosec.news, avrà notato che abbastanza spesso vengono pubblicati articoli riguardanti il settore aerospaziale. Ne sono autori gli affiliati ad una piccola pattuglia di uber-nerd che allignano in una redazione composta per lo più da uber-nerd: i Wolowitz.
È un gruppetto composito: due o tre piloti militari e civili, un imprenditore, due peculiari biologi, tra cui il sottoscritto. Mostrano tutti curiosi punti di comunanza, quali la scontata passione per scienze spesso non correlate e l’entusiasmo per qualunque cosa voli. Spesso sono musicisti e parlano l’inglese come fosse la loro lingua madre.
Come il personaggio omonimo di The Big Bang Theory, i Wolowitz sono quelli che, dopo mezza nottata passata a guardare su YouTube una fila di serbatoi di carburante ed un razzo immobile sulla rampa di lancio, saltano in piedi quando la fiammata finalmente erompe dagli ugelli, e prorompono in una serie di incoraggiamenti inarticolati mentre l’astronave sale verso il cielo.
Sono quelli che, durante gli ultimi lanci di Starship, hanno guardato ad occhi spalancati il grillotalpa argenteo venire giù in volo planato. Ed hanno lanciato imprecazioni irripetibili quando, uno dopo l’altro, i primi tre prototipi a volare sono esplosi in fiamme.
In fondo ad ognuno del nostro piccolo gruppo, c’è un sogno inespresso: quello di vedere la Terra da veramente in alto, andare lassù dove finalmente si osserva la curvatura del pianeta. Ci accompagna da sempre, è parte di noi, qualunque cosa siamo diventati nel corso delle nostre vite. E mentre aspettiamo che siano altri a realizzarlo, lo raccontiamo per tutti quelli che vogliono ascoltare.
Io sono nato solo due mesi prima del primo allunaggio, e come molti della mia generazione ho a lungo sognato di andare nello spazio. Ci ho seriamente provato per diversi anni, prima che la mia vita andasse da un’altra parte.
Ora, a quasi 52 anni, ho scoperto che il miliardario giapponese Maezawa offre 8 posti gratuiti su un volo circumlunare di Starship, previsto per il 2023. Mi sono candidato appena la call è uscita, e oggi mi è arrivata la mail di invito al pre-screening.
Lo so, verrò scartato subito. Troppo vecchio, troppo fuori forma, troppo tutto.
Però si diventa vecchi davvero, solo quando non hai più niente da sognare, niente da buttare sul piatto, nessuna crociata pazza e impossibile da inseguire.
Quando tutto finirà, sperabilmente tra qualche decina d’anni, dovrò poter sorridere senza rimpianti pensando a questo momento.
Per poco o per tanto tempo, sarò stato un candidato astronauta.
E come scriveva William Ernest Henley nella sua immortale poesia Invictus: “io sono il padrone del mio destino/io sono il capitano della mia anima”.
Non mollate mai.