SALUTE

COVID-19: è in arrivo la terza ondata

Nonostante l’avvio della campagna vaccinale, le varianti del virus che sono state rilevate destano preoccupazione e incertezza per questo 2021.

Dopo un 2020, che, a causa dell’epidemia da SARS-Cov-2 definirlo “ANNUS HORRIBILIS” suona come un eufemismo, il 2021 non inizia alla luce dei migliori auspici dal punto di vista dell’andamento pandemico. È ormai chiaro che dopo le due ondate del virus di aprile e di dicembre 2020, si approssima una terza ondata che, anche a causa delle varianti che nel frattempo il Covid ha generato, crea diverse apprensioni per le incertezze che ne accompagnano l’arrivo ipotizzato.

I virologi infatti, nonostante l’avvio della campagna di vaccinazione su scala mondiale e le misure di “difesa passiva” (mascherine, igiene personale e distanziamento), nutrono il timore che la velocità con cui il virus si propaga nella popolazione di tutte le fasce d’età sia superiore a quella dell’immunizzazione che si intende generare nelle persone fino ad arrivare alla cosiddetta “immunità di gregge” che ci metterebbe al riparo da una circolazione virale incontrollata.

Vediamo allora quali sono i segnali che possiamo intravedere nell’andamento della diffusione dei contagi a livello nazionale e guardando il progresso della malattia nel corso degli ultimi mesi.

Ricordando che eravamo partiti (1 Marzo 2020) dai seguenti numeri:

La tabella riassuntiva dei dati diffusi ufficialmente dal Ministero della salute – Istituto Superiore di Sanità riporta una aggregazione settimanale, relativa al periodo 1 Agosto 2020 – 1 Marzo 2021.

Come si ricava dai dati della tabella, nel nostro Paese ad Agosto 2020 avevamo:

e dopo la “seconda ondata” (come vedremo tra poco su base grafica) si è arrivati in 31 settimane a:

Ci sono voluti 35 milioni di tamponi per evidenziare 2.913.656 casi del morbo che, come detto in apertura, ha causato fino ad ora 97.699 decessi e 2.405.199 guarigioni.

Scorrendo lungo le colonne della Tabella si può vedere, a metà novembre, il “picco” di casi della “seconda ondata” (243.425 nella settimana) cui fa seguito, ad inizio dicembre, il “picco” dei decessi (5.174 nella settimana). Preoccupa ora la risalita del numero dei casi che a fine febbraio è tornato a superare il valore di 100.000.

Ma guardiamo con maggiore dettaglio a cosa è avvenuto in questo periodo con l’aiuto di alcuni grafici a doppia scala che, utilizzando sempre su base settimanale gli stessi numeri della tabella, meglio ci rappresentano l’andamento dei parametri misurati dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità.

Iniziamo con il grafico dei valori settimanali (da lunedì a domenica) relativo agli attualmente Positivi e valori cumulati che hanno caratterizzato la pandemia, nel periodo in parola(1 Agosto 2020 fino al 1 Marzo 2021).

Come si vede dal grafico, dopo la “pausa estiva”, vi è una ripresa moderata del numero dei casi fino a fine settembre) con +5.520 unità ed un valore cumulato di 49.617. A partire dall’inizio di ottobre e fino all’inizio di novembre la crescita diventa esponenziale (+180.507 Positivi alla 14^ settimana) ed il valore cumulato arriva a 558.635 unità. Dalla 15^ alla 19^ settimana (metà dicembre) c’è stata una nuova riduzione dei casi fino ad arrivare al valore negativo di -69.275. A partire dalla 20^ settimana assistiamo ad una inversione di tendenza fino a ritornare in positivo (+3,718) alla 22^ settimana (inizio gennaio 2021) per poi tornare su valori negativi nelle settimane successive (con il nuovo minimo di -54.096). Nell’ultima settimana di fine febbraio 2021 l’andamento passa nel quadrante positivo al valore di +33.472 Casi. Il valore cumulato risente ovviamente dell’andamento del numero dei casi e ne segue il percorso “ondeggiante” con un chiaro segnale di risalita del contagio nell’ultimo periodo.

Interessante da osservare è anche il grafico relativo ai guariti e deceduti che hanno caratterizzato l’ultimo semestre.

Come si vede anche in questo caso, dopo la “pausa estiva”, si ha una progressiva ripresa dei tassi di crescita con il “picco” relativo che è stato toccato all’inizio di dicembre, una successiva e rapida riduzione fino a gennaio 2021, seguita da un nuovo rialzo fino a metà del mese ed una discesa ai livelli attuali paragonabili a quelli di metà novembre.

Un aspetto particolarmente “critico” nella gestione dei casi di Covid-19 è stato ed è tuttora quello relativo alle terapie intensive.

Come si vede dal grafico il “picco” del periodo in esame si è verificato alla 14^ settimana con un valore di +810 terapie intensive su base settimanale con il valore cumulato massimo di 3.801 unità alla 16^ settimana. Dalla 16^ alla 28^ settimana c’è stata una progressiva riduzione “altalenante” fino al valore di 2.085. Da metà febbraio assistiamo invece ad un aumento della richiesta di terapie intensive fino al valore di +137 dell’ultima settimana di Febbraio.

Chiudiamo l’excursus numerico con l’andamento dei casi totali (e relativi valori cumulati) che ha ovviamente un andamento congruente con quelli appena visti.

Come si vede dal grafico il “picco” di fine anno si registra alla 15^ settimana (+243.425) con un valore cumulato di 1.178.529. Dalla 15^ alla 21^ settimana c’è stata una progressiva riduzione fino ad arrivare al valore cumulato di 2.047.696 Casi (fine dicembre). Successivamente è ripresa la crescita “altalenante” per arrivare a fine Febbraio 2021 al valore cumulato di 2.561.908 casi.

In conclusione appare evidente in tutta la sua portata l’impatto della pandemia cui dovremo far fronte nel 2021 in Italia così come nel resto del mondo. In tutti i modi dobbiamo cercare di contenere la diffusione dei contagi che sono in ripresa per contenere gli effetti negativi che già hanno impattato pesantemente la società e sull’economia nello scorso anno ed anche se l’avvio delle campagne di vaccinazione darà indubbiamente dei risultati nel breve-medio termine, non possiamo abbassare la guardia di fronte ad una minaccia che ha dimostrato anche di poter “variare” nel tempo.

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