
Oggi voglio raccontare una storia che mi coinvolge dal punto di vista personale e che trovo emblematica di come, usando la tecnologia, il buon senso ed un minimo di senso civico, si possa cercare di portare ciascuno un grain de sable per provare a capire meglio il mondo che ci circonda e, chissà, cambiarne un pezzettino!
Hacking COVID-19 nasce come gruppo whatsapp con focus sul tema Coronavirus. Alla fine dello scorso Febbraio, appaiono i primi casi a Milano. Il primo Marzo iniziano le attività del gruppo, che raccoglie un grande numero di competenze e retroterra differenti, tutti quanti volti alla creazione e al supporto di nuovi progetti che possano alleggerire la situazione di grande sofferenza fisica, psicologica, sanitaria, economica, educativa e finanziaria collettiva… una sorta di Task Force di volontari ante litteram, volta davvero all’analisi dei problemi ed alla ricerca di soluzioni sensate, o quantomeno di una discussione approfondita.
Il gruppo nasce semplice e di libero accesso per tutti gli interessati, purché lo scambio avvenga sempre sulla base di informazioni certe e verificate e che i contributi di ciascuno siano volti alla proattività.
Avevo già presentato ai lettori di INFOSEC.NEWS alcuni membri del gruppo, coinvolgendoli a volte quando si è discusso di tamponi, indici ed altri temi legati alla pandemia.
In occasione del nostro primo compleanno, volevo raccontarvi con qualche dettaglio in più il progetto. È una realtà interessante, io mi ci sono ritrovato quasi per caso ed ho incontrato persone e situazioni stimolanti. La cosa che ho trovato più interessante di questo “esperimento” è il modo in cui gente mai vista prima si sia unita in maniera spontanea, informale e totalmente digitale – per quanto qualche scambio dal vivo tra qualcuno poi ci sia stato – e, in qualche modo, si sia inventata un modo nuovo di stare insieme.
Ce lo racconta in breve Federica Pasini, anima e fondatrice del gruppo – che dopo l’esperienza di moderazione di SheTech e Junior Jedi – ha deciso di impegnarsi su questa sfida.
“Hacking COVID – 19 è nato su whatsapp come gruppo di condivisione di informazioni e di scambio di pareri, in un momento di grandissima incertezza e preoccupazione comune. Da subito ho potuto contare su un’attitudine positiva e costruttiva, un animo collaborativo delle persone. Questo approccio mi ha permesso di creare, insieme ai partecipanti più attivi, tantissime iniziative concrete e moltissimi momenti di scambio che hanno dato vita e rinforzato numerosissime relazioni interpersonali, oltre che veri e propri progetti, come ad esempio ioportoacasa, covidtrends.com, TiggiViggi e Hacking Your Future.
Il gruppo è articolato in vari tavoli di lavoro – ognuno coi suoi gruppi chat, i suoi incontri settimanali e le sue iniziative volte a focalizzare la discussione intorno ai temi più caldi per ciascuna categoria, temi su cui ogni partecipante aveva interessi o competenze da condividere.”
Sentiamo dunque dalle persone che più li hanno curati le esperienze più significative di ciascun gruppo in questo ultimo anno:
- Psyco Covid-19 è nato con lo scopo di comprendere e analizzare i risvolti psicologici legati alla pandemia, creando progetti di supporto e intervento ad hoc per la popolazione generale o fasce specifiche di essa.” – spiega Chiara Maggio, moderatrice del gruppo – “Partendo dalla creazione di un vademecum psicologico e di un questionario – di cui è stato restituito un report relativo alle conseguenze psicologiche del lockdown e allo sviluppo di nuove abitudini – abbiamo collaborato a progetti e piattaforme (come quella di ioportoacasa e Hacking Your Future), mantenendo costante il brainstorming tra differenti professionisti, sia di formazione psicologica, che scientifica, medica, economica, gestionale”.
- New Polis nasce come uno dei primi progetti post-emergenza, ovvero alla fine del primo lockdown. Si è partiti con il sogno, e forse la disperazione, di prendere in gestione un Borgo disabitato e trasformarlo in un paradiso moderno di remote working. Ad oggi però, gli obiettivi sono tornati coi piedi per terra e dopo una prima analisi del target focalizzata a scoprire per davvero chi è il “remote worker”, stiamo pianificando i primi passi per creare una piattaforma di servizi ai cittadini che vogliono “remotizzare” la loro vita. E di conseguenza usufruire di una serie di tool sponsorizzati anche dalle aziende per potersi muovere e lavorare ovunque. Con il grande focus all’abitare i tantissimi luoghi storici e naturali che offre il paese Italia.
- Data analytics Maurizio de Gregorio ha creato CovidTrends.com, il sito nato con l’obiettivo di aiutare le persone a essere sempre aggiornate sull’andamento della diffusione della Covid-19 in Italia. Nel sito è possibile osservare il nuovo CovIndex, indice sviluppato appositamente per mostrare il trend del contagio evidenziando in modo semplice e immediato se la diffusione dei contagi sta peggiorando o migliorando. Molte testate giornalistiche parlano del CovIndex tra cui il Sole 24 ore, il Fatto Quotidiano e il Giornale.
- Talent & Workforce è nato dalla forte volontà di un gruppo di persone con un distintivo background in campo digitale di sostenere il Made in Italy attraverso il supporto all’occupazione e alle PMI che hanno necessità di digitalizzarsi. L’iniziativa abbraccia due stream: empowerment dei talenti (con profili che spaziano dal neo-laureato al senior) e supporto nel processo di digitalizzazione delle PMI. Quest’ultimo processo comprende diversi campi: dall’ ABC digitale di base, a funzionalità più avanzate e customizzate. A seguito di una crescente domanda di talenti bisognosi di supporto, consigli o semplicemente di un ascolto esperto, è nato Hackingyourfuture, frutto di una collaborazione tra Hacking Covid e Gooders. Dopo la sessione, il “talento” può decidere autonomamente se fare una donazione a scelta tra i Folletti (onlus che supporta piccoli e grandi malati durante la degenza negli ospedali), SheTech (community che ha come obiettivo di colmare il gender gap nel mondo della tecnologia e del digitale) e Agorà (scuola di scienze biomediche che avvicina i ragazzi alla medicina e alla divulgazione scientifica)
- ed infine Dario Cardile per la parte che riguarda istruzione e formazione “Hacking Edu, che si è concentrata sui temi di istruzione scolastica ed universitaria: dalla didattica a distanza agli strumenti di lavoro per studenti e docenti, da nuovi corsi di formazione per insegnanti a possibili percorsi di istruzione alternativa, passando a nuovi possibili contenuti educativi quali l’educazione finanziaria e la preparazione al mondo del lavoro”.
Insomma Federica, un brulicare di attività, complimenti! E ora? Come pensate di portare avanti il progetto?
Alcune attività sono assolutamente ongoing, come il portale hackingyourfuture.it che permette a chiunque lo voglia, di parlare con i nostri esperti sulle tematiche più disparate (dalle quelle relative alla ricerca del lavoro e al personal branding, a sessioni su Open Innovation, Marketing, Agile Coaching, Digital Transformation, Comunicazione, Gestione del conflitto) in cambio di una donazione in beneficenza, o le evolutive di covitrends.com.
Anche se con una frequenza inferiore, continueremo ad avere momenti di condivisione sia sui tavoli singoli che su hacking COVID in generale. Inoltre lo scambio digitale resta alto e continuiamo a collaborare con realtà che hanno riconosciuto il nostro impegno, come steminthecity.eu e continuiamo a ricevere richieste di partecipazioni ad iniziative di networking digitale, tra cui sicuramente il network Tech Italy Advocates.
Grazie Federica e grazie a tutti gli amici di Hacking Covid per aver condiviso l’esperienza di quest’ultimo anno e… 100 di questi giorni!
E voi lettori che ne pensate? Come è cambiata la vostra vita sociale e civile con la pandemia?